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Operai e pure contadini L’orto solidale Electrolux

L’azienda “regala” 26 mila metri quadrati di spazio coltivabile a chilometri zero Prodotti venduti a prezzi agevolati ai dipendenti. Con la benedizione del vescovo

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Poco meno di due anni fa l’Electrolux di Susegana veniva data per spacciata, in chiusura tra il 2016 ed il 2017. Oggi è rinata, si fa perfino straordinario e i sindacati pongono la necessità di nuove assunzioni. «Rinata a tal punto – conferma Luca Zaia, presidente della Regione – che si permette di cedere oltre 26 mila metri quadrati di terreo per coltivarli a orto. Più di quattro campi di calcio». Gli orti solidali, per piselli, carote, insalata, patate, cetrioli a km zero, pardòn: a metri zero. Dal produttore, magari gli stessi operai, (trasformati in metalmezzadri il sabato e la domenica) direttamente al consumatore, che è lui stesso o qualche impoverito dalla crisi, o disabili accompagnati al lavoro dalla cooperativa “I tigli” in collaborazione con la Fondazione di Comunità.

Un’iniziativa importante, sul piano sociale quanto simbolica, politicamente e culturalmente. Si è sentito in dovere d’intervenire anche il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, nonostante l’auto lo avesse lasciato appiedato. «I miei erano ortolani e quindi mi rendo ben conto di che cosa tutta questa terra significhi». In effetti, ammette Carlo Vanni, è il più grande orto solidale d’Italia. Vanni è il direttore dello stabilimento e l’ideatore del progetto: «Electrolux è fortemente radicata nei territori in cui opera, portando avanti attività che possano in qualche modo contribuire allo sviluppo economico e sociale delle comunità. Avevamo a disposizione questo terreno inutilizzato e pensando ai suoi possibili impieghi è nata l’idea dell’orto solidale. Oggi sono fiero che dall’idea stiamo passando ai fatti. Questo è stato possibile grazie anche alla partnership con la Fondazione di Comunità della Sinistra Piave Onlus con cui condividiamo valori e filosofia».

Immaginarsi se il presidente Fiorenzo Fantinel non era più che soddisfatto. Tanto che ha lanciato la proposta del “Dos”, la “Denominazione d’origine solidale”. L’ha tradotta Zaia; ogni bottiglia di prosecco, e sono ben 453 milioni quelle prodotte ogni anno, un qualche centesimo per le attività sociali della Fondazione. Perfettamente d’accordo anche Floriano Zambon, presidente della conferenza dei sindaci, e Gianantonio Dei Tos, direttore Ulss7.

Electrolux, la più blasonata industria del territorio, ha fatto la sua parte. Il progetto prevede la coltivazione del terreno i cui frutti saranno venduti attraverso diversi canali e anche attraverso un punto vendita a “metri zero” che verrà realizzato nei pressi del terreno stesso e che permetterà ai dipendenti dello stabilimento Electrolux di acquistare a un prezzo più vantaggioso. La Fondazione ha riconosciuto nella Cooperativa I Tigli 2 il giusto partner operativo che metterà all’opera uno staff composto da un perito agrario, tre operatori, alcuni operatori in formazione e volontari. Il terreno è stato messo a disposizione da Electrolux grazie a un contratto di comodato d’uso gratuito della durata di nove anni. Electrolux inoltre si prenderà cura della fornitura di acqua ed energia elettrica. «Davvero lodevole quest’iniziativa», hanno applaudito i delegati Rsu.

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