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Profughi, scontri tra Ztl e forze dell'ordine

Tensione in piazza dei Signori dopo l'arrivo del Collettivo Ztl. Poi si sono verificati degli scontri tra forze dell'ordine e Collettivo: ci sarebbero anche dei fermi. Intanto il sindaco di Quinto annuncia la decisione della Prefettura di spostare i profughi da Quinto entro 24 ore

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I centri sociali davanti alla Prefettura 

TREVISO. Nuova giornata di tensione tra Quinto e Treviso per i 101 profughi ospitati all'interno della palazzina di via Legnago.

Ore 11.30: Scontri in piazza dei Signori tra polizia e collettivo Ztl. Ci sarebbero diversi feriti e fermi.

Ore 11: Il collettivo Ztl è andato ad occupare l'ingresso della Prefettura in piazza dei Signori in segno di protesta per la gestione dei profughi a Quinto.

Ore 10: il sindaco di Quinto, Mauro Dal Zilio, annuncia che la Prefettura gli ha assicurato di voler spostare, entro 24 ore, i migranti dalle palazzine di via Legnago a Quinto. I migranti saranno condotti nell'ex caserma Serena, tra Casier e Treviso. Si tratta di una struttura vuota, non utilizzata dai militari e dotata di tutte le condizioni per poter accogliere i profughi.

Secondo una comunicazione ricevuta dal ministero, nella Marca trevigiana sarebbero in arrivo 18 migranti già venrdì mattina, altri nove alle ore 13, diciotto alle 17 e altri diciotto, in due scaglioni da nove, nella giornata di sabato.

Nella serata di giovedì si è verificata l'aggressione verbale ad Antonella Tocchetto, consigliera comunale a Treviso: l'esponente del Pd è stata portata via dalla polizia per evitare scontri fisici con i residenti.

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Profughi, scontri per il pane]]

Ma c'è ancora alta tensione a Quinto dove i militanti di Forza Nuova hanno bloccato i volontari che portavano il cibo per i profughi. Dunque mattinata compòlicata dopo gli incendi nella notte nel complesso residenziale dove mercoledì pomeriggio sono arrivati 101 profughi mandati dalla Prefettura in una trentina di appartamenti in due palazzine. Alcuni residenti si sono introdotti negli appartamenti non ancora occupati dai profughi. Erano già arredati: divani, televisori 40 pollici, pacchetti di sigarette e altro. Il mobilio e altro è stato portato in strada e parte è stata data alle fiamme. Ci sarebbe stata anche una rissa tra i residenti e due operatori della cooperativa che si occupa dell'accoglienza dei migranti. E in matinata è arrivato anche il governatore Luca Zaia per incontrare i residenti: "Questa è una situazione intollerabile. Ora dichiaro guerra al Prefetto".

[[(MediaPublishingQueue2014v1) La notte dei fuochi contro i profughi a Quinto]]

Intanto scoppia la polemica politica con il sindaco Manildo che mette da parte la diplomazia e, sul caso profughi, attacca direttamente chi è chiamato a gestire l’emergenza, ossia la Prefettura: «Continuano a dimostrare la loro inefficacia, a spese dei cittadini». Parole dure che arrivano nel giorno in cui 101 profughi vengono mandati a Quinto provocando la rabbia dei residenti.

«Chiariamo subito», afferma il sindaco di Treviso, «non è colpa nostra, noi ci troviamo a gestire una situazione che non dipende da noi e della quale non abbiamo responsabilità. In questo senso pur non condividendo il metodo, posso dire di capire la frustrazione del collega Serena davanti a questi arrivi. Ci stanno rubando energie e risorse che invece vogliamo destinare alle nostre città. E le Prefetture continuano a dimostrare la loro inefficacia, a spese dei cittadini. Anche per questo contiamo in un veloce passaggio alla Camera della riforma della Pubblica Amministrazione del Governo Renzi». Parole che fino a qualche tempo erano pronunciate solamente dai leghisti ma che ora, davanti a quello che sta accadendo, provengono anche da un sindaco di centrosinistra. Manildo sottolinea poi che, come da accordi, ha ottenuto dalla Prefettura di liberare lo stabile in Area Uno in via Santa Barbara, l’ex Treviso Servizi. «Come sindaci», spiega, «ci rivolgeremo ai parlamentari italiani ed europei per chiedere una diversa gestione del fenomeno che da emergenziale è diventato cronico».

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