Sicurezza e paura dei ladri, boom di iscritti al poligono di tiro
Alla struttura di zona Fonderia iscritti in aumento del 20 per cento: «Cercano più tutela». Un’arma in casa? Più facile della patente: un giorno di scuola e test in questura
Federico de Wolanski
TREVISO. Sarà la crescente paura dei ladri, l’effetto di tempi e fiction tivù che hanno sdoganato le armi CHE un tempo erano patrimonio di banditi, pistoleri, personaggi da spy story, sarà forse anche il fatto che le quote rosa non sono più una mosca bianca (e scusate il gioco di parole) ma una realtà sempre più comune, sta di fatto che al poligono di Treviso si registra un forte aumento degli iscritti (+20%) e fra questi cresce il numero delle donne che chiedono di imparare a maneggiare un’arma.
A scattare questa fotografia è il presidente del Tiro a Segno di Treviso, Lucio Zorzo, l’uomo che da tre anni guida la struttura in Fonderia e viaggia armato non per vezzo o spavalderia, ma per questioni di sicurezza personale essendo considerato “obiettivo sensibile”.
Di qui a parlare di una Marca che si arma ne passa. Ma il fenomeno merita di essere vagliato con attenzione per stessa ammissione del responsabile delle piste del poligono, quelle seminate di bossoli (soprattutto di piccolo calibro) che accolgono 2.000 persone tra cui 1.500 “obbligati”, ovvero personale di vigilanza e forze dell’ordine che esegue allenamenti di tiro con regolarità, e soci volontari (altri 500). Tra chi bussa alla porta per iscriversi la poligono, passo fondamentale per chiedere il porto d’armi, ci sono sportivi di varia età, ragazzini maggiorenni che sperano così di ottenere qualche punto in più nei concorsi pubblici per la leva, cacciatori, ma anche persone che vogliono imparare a maneggiare un’arma per difesa della casa, magari anche per il semplice fatto di averla ereditata (l’arma). Sono – secondo il presidente – un quarto dei nuovi iscritti, e vi fanno parte anche molte donne, cosa fino ad un tempo quasi impensabile. «Sono tempi difficili e complicati», ammette Zorzo, «le forze di sicurezza fanno tanto, ma quello dei ladri è un vero assedio, e la paura alle volte si gonfia e cresce anche a suon di passaparola». Di certo poi c’è il venir meno del timore dell’arma, oggi un po’ meno tabù.
Ma quanto è facile armarsi? Incredibile ma vero, più di prendere la patente... non fosse (e in questo caso è bene dire «fortunatamente») per la burocrazia. Il viatico per il porto d’armi infatti si ottiene in una giornata. Basta presentarsi al poligono con due certificati medici, tre foto, due marche da bollo, documenti personali e stato di famiglia. Poi si effettua una lezione divisa tra teoria e pratica; e la pratica sono 100 colpi da sparare: 50 con la carabina, 50 con pistola. Trascorsa la giornata, dimostrato di poter maneggiare un’arma e studiato come un mantra le regole per la corretta e sicura gestione di proiettili e caricatori, si ottiene un “diploma di maneggio armi”. Con quello si fa richiesta di porto d’armi alla questura cui spetta il compito di valutare la domanda, i fini, la morale di chi la presenta. Tempo stimato due-tre mesi trascorsi i quali, se arriva l’ok, un cittadino medio, donna o uomo che sia, può armarsi. Il fine? Il più delle volte è sportivo, ma non c’è più solo quello, e sta a chi si arma decidere se e quanta pratica fare oltre quei primi 100 colpi di prova fatti per la prima volta nella vita.
I commenti dei lettori