Contarina e Geox bloccate dagli hacker
I “pirati” paralizzano le reti e tutti i dati: ore di lavoro per ripristinare l’operatività. Nel mirino anche una scuola
di Fabio Poloni
Geox e Contarina nel mirino degli hacker. I pirati informatici hanno paralizzato le reti informatiche dell’azienda montebellunese di calzature e della società di gestione dei rifiuti che opera a Treviso e in altri 49 comuni del territorio locale. Identico il meccanismo, che in queste settimane sta mietendo vittime a ripetizione: i pirati digitali si infiltrano grazie a una sorta di virus tipo cryptolocker, capace di paralizzare l’intera rete aziendale. Quasi sempre è il primo passo per poi chiedere un riscatto in denaro (ransomware) in cambio della “liberazione” dei file.
Nel mirino dei pirati informatici è finito anche un istituto professionale di Castelfranco. Diverse le tempistiche (ieri Contarina e la scuola, qualche giorno fa Geox), identici i problemi: attività informatica paralizzata, tecnici al lavoro, disagi e tempi morti sul lavoro. Questo nella migliore delle ipotesi, tra l’altro: se i file sono stati sottoposti a backup (un salvataggio periodico di sicurezza), l’attacco si neutralizza in qualche ora, a seconda della portata e della dimensione del cervellone aziendale. Se il backup non è stato effettuato, allora i guai rischiano di diventare devastanti: il rischio è di perdere definitivamente tutta la mole di dati. Pagare il riscatto non sempre basta: a volte i pirati non “liberano” i dati nemmeno dopo aver incassato. Da qui il consiglio della polizia postale: non pagate.
Che fare per prevenire, allora? Oltre alla rete di sicurezza del backup, l’ideale è dotarsi di sistemi di difesa adeguati, dagli antivirus ai firewall. E poi è necessaria la massima prudenza, perché quasi sempre questi ransomware si infiltrano sfruttando mail-esca che promettono offerte commerciali vantaggiose, fingono di chiedere dati bancari o di altro tipo oppure (variante recente) annunciano la presenza di un pacco da ritirare. Se ci sono allegati da aprire, magari in formato pdf, è sempre meglio diffidare e cestinare tutto senza aprire.
In merito all’attacco, Contarina comunica che non c’è «alcuna conseguenza per i dati sensibili degli utenti, un virus informatico ha colpito alcuni file presenti su cartelle interne del sistema dell’azienda, rendendo tali cartelle momentaneamente inutilizzabili. Il sistema di protezione ha comunque permesso di arginare l’infezione». Le procedure di «sanificazione elettronica hanno consentito in brevissimo tempo di eliminare il virus e risolvere il problema. L’infezione non ha interessato gli archivi contenenti dati sensibili sull’utenza, blindati da un ulteriore sofisticato software, finalizzato in maniera specifica a evitare e contrastare in tempo reale possibili infiltrazioni di malware».
Anche Sile-Piave, come Contarina, qualche settimana fa è stata paralizzata da un attacco informatico. Il fatto che le incursioni riescano a violare anche le barriere di aziende multinazionali come Geox (è successo due volte nel giro di pochi giorni) fa capire il livello di pericolosità dei pirati informatici. Qualche mese fa un’incursione - ovviamente non autorizzata - nella rete aziendale del gruppo Benetton aveva letteralmente “clonato” una collezione di vestiti, poi finiti in vendita all’estero in negozi non autorizzati. Ma non ci sono categorie immuni: nel mirino dei ricattatori digitali sono finite anche piccole imprese, strutture ricettive, studi professionali. Gli esperti del settore mettono in guardia: attenzione che il prossimo passo potrebbe essere rappresentato da una serie di attacchi agli smartphone.
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