Il vescovo: «Che sia una Pasqua di pace»
L’augurio di monsignor Gardin ai trevigiani prima della solenne festività. "l'esistenza umana ha una prospettiva forte e unica"

In occasione della Santa Pasqua, il vescovo di Treviso, monsignor Gianfranco Agostino Gardin, rivolge a tutta la diocesi un augurio accorato e un invito alla comunità, a non essere indifferente alla risurrezione di Cristo. L’alto prelato ha affidato le sue parole a una lunga lettera che uscirà oggi con “La vita del popolo”, che esorta l’intero popolo di fedeli e sacerdoti a vivere il momento della Pasqua in modo partecipe e con intensità. L’incipit dello scritto si sofferma sul tema della felicità, intesa nel suo senso più profondo e interiore. «Il detto popolare dice “Felice come una pasqua”. Non so se una felicità pasquale appartenga davvero alla nostra esperienza di cristiani. Nel linguaggio liturgico e nei nostri sermoni usiamo poco l’espressione “gioia pasquale”», e chiarisce: «In realtà c’è una grande verità cristiana in quel detto popolare che per descrivere una contentezza incontenibile la paragona a quella che scaturisce dalla Pasqua».
Ma nel testo non manca neppure l’auspicio di monsignor Gardin alla comunità cristiana che domani parteciperà alla santa messa. «Dobbiamo riconoscere che di solito tale contentezza non sembra particolarmente evidente nei volti di chi esce di chiesa il giorno di Pasqua», continua il vescovo, «è vero che è difficile cogliere tutta la portata della risurrezione di Gesù, il suo affetto su di noi, sulla storia, sul mondo. Però, siamo sinceri, spesso noi credenti di fronte all’annunzio che Gesù è risorto restiamo piuttosto freddini e sembriamo quasi dire: va bè, si sa! Oppure abbiamo l’aria di chi dice: buon per lui, se è risorto. Per noi la vita resta grama e il futuro incerto, e tanti problemi quotidiani rimangono irrisolti».
Nel ricordare l’episodio del sepolcro e dell’ascesa al cielo di Gesù Cristo, monsignor Gardin domanda ai fedeli: «Che l’esistenza umana corra verso il nulla assoluto o abbia come prospettiva il “tutto di Dio” non costituisce forse una differenza abissale?». Quesito cui il vescovo risponde ricordando i princìpi della fede cristiana e il pensiero di don Claudio Girardi, prete trevigiano scomparso nel 2010 poco più che trentenne. Un messaggio di coraggio e di fede come aiuto quotidiano, continua il vescovo: «Non solo quando ci poniamo di fronte alla grande domanda sul perché siamo al mondo, ma anche nella “piccola” vita di ogni giorno: con i suoi gesti d’amore e le sue tentazioni di odio, con le sue gioie e le sue pene, con le sue conquiste e i suoi fallimenti».
Valentina Calzavara
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