Bergoglio chiama Montebelluna: «Ciao Antonio, sono il Papa»
Il pontefice ha chiamato Antonio Netto, capo della Protezione civile: sta riunendo una famiglia divisa in circostanze drammatiche
di Enzo Favero
MONTEBELLUNA. «Ciao Antonio, sono Papa Francesco»: quando ha sentito la voce del Papa, Antonio Netto è rimasto senza parole, ha abbozzato un «Eminenza», poi si è sentito ringraziare da Papa Francesco per due fatti che lo avevano visto impegnarsi a fondo. Uno riguardava un bambino a cui bisognava trovare una sistemazione, e soprattutto l'altro: il difficile progetto di far reincontrare i componenti di una famiglia divisa in modo drammatico molti anni fa. La telefonata del Papa al responsabile della Protezione civile di Montebelluna è arrivata giovedì verso le 11,30. Dalla Santa Sede hanno chiamato il centralino del municipio e hanno chiesto di poter mettersi in contatto con Antonio Netto. Stupiti, dal centralino hanno passato la telefonata alla Protezione Civile e Antonio Netto si è sentito dire da un monsignore che il Santo Padre voleva parlare a breve con lui.
«Ho atteso un po'» dice «non sapevo neppure io cosa pensare. Poi sento la voce del Papa che mi dice: "Ciao Antonio, volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per gli altri". Sono rimasto senza parole». I volontari della Protezione Civile che si trovavano in quel momento vicino a lui lo hanno visto sbiancare, le lacrime scorrergli lungo le guance, abbozzare quel "Eminenza". Riacquistato il suo sangue freddo, Antonio Netto ha ringraziato il Papa per le sue parole, si è schermito di fronte ai ringraziamenti di Papa Bergoglio, ha colto l'occasione per chiedere l'intercessione della Santa Sede per completare quel lavoro di ricongiungimento di una famiglia a cui sta lavorando da mesi. L’aiuto è stato promesso e probabilmente tra domani e domenica un monsignore farà una telefonata per vedere se l'intervento del Vaticano può aiutare a superare l'ultimo ostacolo.
«Dopo la telefonata di Papa Francesco ho pianto per due ore per la commozione» ammette Antonio Netto «e mi sono preso un giorno di ferie perché troppo forte era l'emozione». La telefonata dalla Santa Sede ha ovviamente fatto il giro del municipio in pochi minuti, tutti poi a cercare di sapere da Antonio Netto di che cosa si trattasse, ma lui, sopraffatto dall'emozione di quella telefonata, si era messo in ferie dopo aver chiamato il sindaco per informarlo del suo breve colloquio con il pontefice. Ieri però è tornato regolarmente al lavoro e lo si poteva trovare a fare viabilità in via delle Piscine mentre venivano tagliati dei rami pericolanti.
Non si sa chi abbia segnalato al Santo Padre il responsabile della Protezione Civile di Montebelluna, forse una delle persone che ha contattato in quel suo lavoro per riunire una famiglia: quei fratelli che erano stati separati da piccoli tanti anni fa. E quando uno di essi ha espresso il desiderio di conoscere i fratelli, Antonio Netto, nel suo tempo libero, ha cominciato a fare il topo d'archivio in municipi e tribunali. È riuscito a ritrovarli tutti meno una, li ha fatti incontrare. Quando quando risalirà anche all'ultima il sindaco Marzio Favero è intenzionato a conferire la cittadinanza onoraria a questi sei fratelli nati a Montebelluna, poi separati e che ora vivono in città diverse. Ma va anche detto che Antonio Netto ha dato sempre una mano alla parrocchia di Montebelluna quando chiedeva un intervento per aiutare qualcuno in difficoltà: che si trattasse di portare da mangiare a qualche bisognoso o di garantire la presenza di qualche operatore ad una cerimonia. «Se lo merita», dice il sindaco Marzio Favero, «una telefonata può essere una pacca sulle spalle, ma fatta dal Papa assume tutto un altro rilievo, tutta un'altra importanza. Mi sono commosso quando me lo ha detto. Averne tante di persone come Antonio.
Dove lo trovi infatti uno che è a disposizione 24 ore su 24, che non guarda certo al timbro del cartellino, che opera sempre con grande umanità e in qualsiasi situazione, è sempre disponibile. Anche nel pubblico ci sono persone che pensano prima di tutto alla comunità e Antonio è una di queste. Una persona che sa prendere le decisioni più opportune nei frangenti più delicati, assumendosene sempre la responsabilità, senza pensare alle conseguenze personali, che non dice mai "chi me lo fa fare" ma semplicemente lo fa, con la sua semplicità e la sua umanità. E mi piace pensare che Papa Francesco, con quella telefonata ad Antonio Netto, abbia voluto ringraziare tutti i volontari della protezione civile, tutta la squadra che Antonio Netto è riuscito ad organizzare e che è un vanto per la nostra comunità».
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