Dopo la bufera che si è scatenata in seguito alle sue dichiarazioni, Giorgio Bettio si è pentito e ha chiesto scusa. Di più. Ha annuncia di voler abbandonare la politica: non si ricandiderà alle prossime elezioni comunali di Treviso. " Mi sono fatto trascinare dalla rabbia, perchè mia madre era stata minacciata da vicini stranieri. Ho sbagliato", ha detto
Dopo le dichiarazioni del leghista la comunità ebraica aveva detto che lo avrebbe querelato, mentre il procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli ha annunciato l’apertura di un fascicolo a carico del consigliere leghista per le dichiarazioni rese in consiglio comunale. I reati ipotizzati sono istigazione all'odio razziale, apologia di fascismo e istigazione a delinquere. Ilan Brauner, rappresentante della comunità ebraica trevigiana, ha annunciato: «Come comunità ebraica valutiamo un’azione legale». Il presidente dell’Anpi locale, Umberto Lorenzoni, non ha usato mezzi termini: «E’ assolutamente impossibile che un popolo civile sopporti simili imbecillità. Lo voglio incontrare, Bettio, per spiegargli cos’è stato il nazismo ». Il caso è approdato in Senato.
A dare il "la" all’invettiva di Bettio, a suo dire, era stato «l’ennesimo sopruso patito da un inquilino dei palazzi dove abitano anche gli immigrati». In consiglio Bettio ha accusato, ma non ha spiegato quando e cosa sia avvenuto per scatenare tanta ira. «Non è possibile che gli immigrati vengano a vivere nei nostri condomini e poi comincino a comportarsi come Ras di quartiere o terroristi - dice - dovrebbero rispettare le regole e invece prima fanno finta di non capire poi, se redarguiti, passano alla minacce. Il decreto è troppo tenero».
E ha lanciato la sua proposta: «Gli immigrati che chiedono la residenza, se in possesso dei requisiti, dovrebbero essere messi sotto osservazione per sei mesi». Il piano, annunciato davanti ai volti increduli ma silenziosi dell’opposizione, suona più o meno come una prova d’esame: «Nel momento in cui ottengono la residenza - ha detto Bettio - la commissione dovrebbe assumersi il compito di seguirne gli spostamenti e controllarne il comportamento andando a chiedere informazioni anche ai vicini di casa. Passati questi primi sei mesi – ha continuato - se gli stranieri si sono comportati bene, allora possono restare, in caso contrario devono essere sottoposti ad altri tre mesi di verifica e poi espulsi».
Poi l’affondo: «Sarebbe giusto fargli capire come ci si comporta usando gli stessi metodi dei nazisti. Per ogni trevigiano a cui recano danno o disturbo, vengono puniti dieci extracomunitari». Dal banco della giunta, Gobbo annuiva e l’opposizione lasciava correre: «E’ da anni che viviano il fenomeno dell’immigrazione - dice Sbarra - e la Lega, per propaganda, continua a spacciarlo come emergenza, invece di attivare tempestivamente politiche serie».
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