Gli “Artigli” di Allegranzi in finale al Premio Siena
Un affresco della Generazione X e degli Anni ’90. Il romanzo del giornalista de “la tribuna” nella cinquina dei selezionati

TREVISO. La storia “di amore e morte” di un gruppo di amici alle prese con le contraddizioni degli Anni Novanta, ancora pochissimo telematici, è al centro del romanzo “Artigli” di Franco Allegranzi, giornalista de “la tribuna di Treviso”, pubblicato per i tipi di Echos Edizioni (Torino, 2021, 12 euro, diritti d’autore interamente devoluti all’onlus Medici senza frontiere).
Il libro è stato selezionato nella cinquina dei finalisti della settima edizione del concorso nazionale Premio letterario Città di Siena, sezione romanzi editi, che ha raccolto oltre quattrocento concorrenti iscritti da tutta Italia. La premiazione si svolgerà con una cerimonia a Siena il 15 giugno, al Bastione San Domenico della Fortezza Medicea.
«Non sono uno scrittore, quindi per me questo riconoscimento è una soddisfazione doppia e anche inattesa - spiega l’autore - nel libro ho voluto raccontare una vicenda di fantasia, ambientata in un paese immaginario del Nordest, ma che trae spunto dalla realtà degli anni poco prima dell’invasione massiva di internet. Mi sono state utili la mia esperienza di cronista ma anche l’amicizia di tanti coetanei con cui ho condiviso gli anni dell’adolescenza. Trovano spazio aneddoti del liceo e dell’università, storie di idealità politiche e corruzione, vette di amore romantico e disillusioni “in offerta speciale”. Non è il classico romanzo di formazione perché ho voluto lasciare spazio anche ad una vena grottesca e noir, gli “artigli” tornano nella trama per ben tre volte: la vita, come imparano a loro spese i personaggi del romanzo, può anche graffiare... E non è detto che le tragedie sbattute in faccia insegnino a diventare adulti. Spesso spingono solo ad essere più cinici. Ecco, mi sono divertito a smantellare un po’ di luoghi comuni».
«Stilisticamente - continua l’autore - sono affascinato dalla corrente degli scrittori cosiddetti “Cannibali” di fine Anni Novanta, come Daniele Luttazzi, Niccolò Ammaniti e il primo Enrico Brizzi, campioni nell’ibridazione dei generi e nell’uso senza rete della parola, che a un certo punto prevale sul contenuto della narrazione». Il libro è stato selezionato anche tra i finalisti della quindicesima edizione del Premio nazionale AlberoAndronico di Roma e della sedicesima edizione del Premio Internazionale di letteratura Mario Luzi. “Artigli” ha ottenuto anche altri riconoscimenti, e alcuni brani del romanzo sono già stati inseriti in due antologie di narrativa contemporanea. —
Articoli rimanenti
Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
1€ al mese per 3 mesi
Sei già abbonato? Accedi
Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
I commenti dei lettori