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Stop alla guerra: blitz notturno di Manuel Giacometti a Treviso

Lo street artist trasforma un segnale stradale del capoluogo in un messaggio pacifista. «È il momento di dire la nostra»

ELENA GRASSI
2 minuti di lettura

TREVISO. Un segnale di “Stop” bucato da proiettili, su cui un bambino con la maglia a righe gialle e celesti regge un cartello “war”. Stop war – fermate la guerra – è la nuova opera dello street artist trevigiano Manuel Giacometti, che denuncia così, con un blitz notturno nel comune di Treviso, l’invasione russa dell’Ucraina.

Ha voluto la segretezza custodita dal buio per portare a termine la sua opera in una posizione non nota, perché il pubblico oggi, passeggiando nell’ultimo giorno di Carnevale possa sorprendersi trovandosela davanti. «Anche l’arte deve fare la sua parte per opporsi a questa guerra» dice Giacometti, «La nostra libertà di street artist ci rende credibili al punto che molte persone spesso si fidano più di noi che della televisione, quindi il nostro ruolo di comunicatori è importante in questo momento più che mai».

Oggi, oltre alla nuova opera di strada, vengono aperte tre mostre permanenti dedicate ai lavori di Giacometti, in altrettanti locali: la pizzeria “081” di strada Bibano a Treviso, il “Trevissa” di Villorba, lungo la Pontebbana e il “Becher House” a Ponzano.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Le ragioni per cui abbiamo deciso di voltare pagina, bannando coloro che faranno uso di un linguaggio offensivo. Il nostro impegno verso chi ci segue: interagire, rispondere, non aizzare, correggere e scusarsi se necessario. Niente più troll e falsi profili]]

«Spazi visitabili liberamente, i gestori dei locali me li hanno messi a disposizione e li allestisco con le mie collezioni», spiega, «Sono stampe digitali di opere note che ho realizzato sui muri d’Italia. Al “Becher” è esposta “Love is key”, dieci pezzi sul tema dell’amore, collezione storica perché è quella che mi ha reso celebre; al “Trevissa” ci si tuffa nell’attualità con la mostra “Emergency on planet hearthy” altri dieci lavori che ho prodotto durante le fasi più acute della pandemia, e che ho dedicato al cambiamento climatico e alla necessità di essere più attenti alla tutela ambientale. Infine, allo “081” a la collezione “Osb”, dal nome del legno di cantiere su cui sono dipinte a mano le opere in esposizione, una carrellata di venti ritratti di personaggi celebri dal mondo dello sport a quello del cinema, da cantanti a politici».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Parla Manuel Giacometti, lo street artist che ha disegnato le immagini per illustrare l’iniziativa: “Un messaggio positivo, perché sono convinto che l’odio si batta solo con l’amore”]]

Il volto di Fida Kahlo riprodotto in più versioni, strizza l’occhio a Andy Wharol, che diventa egli stesso un ritratto, così come David Bowie e Jimi Hendrix, ma anche De Andrè e Guccini, per tornare in Italia.

La marca stilistica ed estetica di Giacometti chiama il bianco e nero, con infinite sfumature di grigio, per cogliere l’essenza delle espressioni e dei caratteri di facce diventate icone, e punti di riferimento per l’immaginario collettivo.

In “Love is key” invece ci sono bambini di spalle che, come gli street artist, scrivono su muri bianchi "l’amore è la chiave", ovvero l’amore è la risposta, un messaggio potente per la sua immediatezza, come sono basilari, essenziali dirette le opere di Giacometti. 

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