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Dalle ricette di Nella al buen retiro “Tre Panoce” di Conegliano: ecco come il discolo dell’alberghiero diventò chef

“Armandino” Zanotto e il suo decimo libro: a ottant’anni è un excursus di memorie e di aneddoti. Ma non mancano i consigli culinari

Marina Grasso
2 minuti di lettura
Armando Zanotto affiancato dalla moglie Ave Buora alla presentazione del suo ultimo libro 

CONEGLIANO. C'era una volta la tivù in bianco e nero, dove i cuochi non si sfidavano all'ultimo intingolo e i concorrenti di un programma non giocavano a fare gli chef. Era una televisione in cui la cucina era un fatto culturale e come tale inteso, stante anche, ad esempio, che i primi programmi erano affidati ad un Maestro come Luigi Veronelli. E accanto all'indimenticabile riformatore del mondo vinicolo, sul finire degli anni Sessanta appariva spesso uno chef trevigiano, uno spilungone dal sorriso irresistibile scelto come rappresentante della cucina veneta. Oggi quell'allora giovane chef ha da poco compiuto ottant'anni, ha qualche ruga in più ma lo stesso sorriso di allora.

E con quel sorriso, domenica 5 dicembre, Armando Zanotto ha presentato, nella sua Villa Tre Panoce di Conegliano, il suo ultimo libro ad un ad un nutrito numero di amici.

S'intitola "Tutto cominciò dal quaderno di mamma Nella" (De Bastiani Editore) ed è il racconto di una vita tra incontri e ricette, tra aneddoti e memorie, tra passioni e visioni. Nel quale l'espediente narrativo del ritrovamento di un vecchio ricettario materno diventa ispirazione per quello che non è un semplice memoriale ma un vero e proprio manifesto per la sua passione per la cucina e per la vita.

Perché Armando (per tutti "Armandino" a dispetto dei suoi quasi due metri d'altezza) vi ha ricostruito la sua vita di bambino cresciuto nell'osteria di famiglia a San Polo di Piave (oggi Parco Gambrinus, dal quale si è staccato negli anni Settanta) e di discolo allievo della Scuola alberghiera che si convertì alla serietà e al rigore dello studio per non dispiacere i genitori, fino a vincere una serie di concorsi e di premi, per poi debuttare in televisione già nel 1968, ed essere selezionato come cuoco ai Campionati mondiali di calcio in Messico del 1970, cucinando per quegli Azzurri che vinsero la mitica Italia-Germania 4-3.

Nel 1981 inaugurò il suo "Tre Panoce" che subito divenne un grande successo: la sua passione e la sua genuina dedizione alla cucina veneta conquistarono il pubblico; la notorietà acquisita e le conseguenti frequentazioni portarono nella bella villa su un colle alle porte di Conegliano tanti personaggi famosi (da Gianni Morandi ad Adriano Celentano, da Paola Borboni a Sandra Mondaini, tanto per citarne alcuni) di cui Zanotto racconta in questo libro le conversazioni in chiave gourmand, ma sempre con un occhio attento alle qualità umane.

Perché sono soprattutto quelle di cui scrive, in questo suo libro (il decimo, per la cronaca), per raccontare la sua fedeltà ai principi materni annunciati dal titolo, ma anche alla schiettezza della cucina di un tempo, che il pubblico gradisce sempre di più "al di là delle mode e dei modelli televisivi che creano confusione, aspettative irreali e una creatività esasperata", secondo lo chef-scrittore.

Perché di pagine di ricette, dopo tanti libri dedicati ad esse, potrebbe scriverne ancora tanti, "Armandino" (e infatti non mancano nemmeno in questo). Così come potrebbe riempire ancora tante pagine di racconti di incontri speciali.

Ma le più importanti resterebbero sempre le sue "ricette" per il successo ("Sorridere, sempre. Ai clienti e soprattutto alla vita") e l'incontro con la sua inseparabile moglie Ave (dedicataria di un capitolo speciale di questo nuovo libro), il rispetto per il cliente come chiave principale del successo di ogni attività di accoglienza.

E, non da ultimo, la passione per il suo territorio che anche il 5 dicembre ha omaggiato presentando agli ospiti la sua nuova "creatura", il Prosecco Docg che produce nei terreni intorno alle “Tre Panoce”, che anche se non è più il suo ristorante da tanti anni, resta la sua casa, la sua passione, il suo sogno realizzato. Il suo sguardo sempre aperto sul futuro.

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