Nella battaglia per il lavoro con i robot, stanno vincendo gli esseri umani. Da qualche giorno circola questo titolo sul web. È un bel titolo, anche se non è nuovo (qui, nel 2018). Ma è nuova la ricerca che c'è dietro. La firma Michael Handel, un sociologo americano che ha studiato i dati degli ultimi decenni per concludere che quando dicevamo che i robot e l'intelligenza artificiale avrebbero preso il nostro posto, abbiamo sottovalutato gli esseri umani. L’analisi parte dall’esame di quello che è accaduto per una dozzina di mestieri ritenuti più a rischio con l’automazione: il consulente finanziario, il traduttore, l’avvocato, il medico, il giornalista, ma anche il lavoratore di un fast food o di un negozio, il camionista e il programmatore di computer. Tutti mestieri per i quali, è stato preconizzato, l’intelligenza artificiale ci avrebbe reso superflui. E invece non è così. Un esempio viene dai radiologi: ecco, teoricamente un computer è in grado di analizzare una lastra o una risonanza magnetica con enorme precisione, attingendo ad un numero quasi infinito di banche dati. Già nel 2016 venne annunciata l’imminente fine del mestiere di radiologo. E invece negli ultimi dieci anni i radiologi in servizio sono aumentati. Qualcuno dirà: è una questione di tempo ma non è detto. Alla domanda: i radiologi un giorno verranno sostituiti da una intelligenza artificiale? La risposta corretta è: i radiologi che conoscono l’intelligenza artificiale prenderanno il posto di quelli che non la sanno utilizzare.
Federico Faggin: "Siamo molto più delle macchine"