Jeff Bezos, che da quando ha lasciato la guida di Amazon, sembra divertirsi parecchio, è pronto ad una nuova mirabolante avventura. Comprarsi il Napoli, dicono alcuni con la stessa credibilità che assegniamo ai pronostici del Fantacalcio. Allungarci la vita di cinquant’anni, dicono i suoi ultimi investimenti; tre miliardi di dollari in Altos Labs, una startup di biotecnologie di Silicon Valley di cui si era già parlato diversi mesi fa anche per via della sua genesi particolare (la festa in una villa di Palo Alto di un miliardario russo con diversi scienziati).
Oltre ai soldi Bezos, che della startup è azionista di maggioranza, avrebbe messo la guida, reclutando un super manager farmaceutico. Insomma, fanno sul serio (anche se va detto che l’investimento di Bezos è meno del 2 per cento del suo patrimonio). Ora allungare la vita delle persone attraverso un processo di ringiovanimento delle cellule - di questo tratta Altos Labs - è uno sogno antico, non è soltanto l’allungamento della vita, è l’eterna giovinezza, è di più fermare il tempo, è mandare le lancette all’indietro. Una prospettiva meravigliosa e terribile al tempo stesso. Epperò in questi due anni di pandemia chiusi in casa, schermati dalle mascherine, senza poterci avvicinare agli altri, in questi due anni credo che abbiamo finalmente capito che il vero problema che abbiamo davanti non è aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni.