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La chiusura del blog di Trump e la democrazia in mano alla Silicon Valley

La chiusura del blog di Trump e la democrazia in mano alla Silicon Valley
(afp)
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Dopo neanche un mese Donald Trump ha chiuso il suo blog. Era l’unico utente, aveva scritto un giornale. In realtà pare che avesse un migliaio di visitatori al giorno. Pochissimi, per un uomo abituato a far furore sui social media, sparando tweet a raffica che accendevano discussioni fatte di punti esclamativi e lettere maiuscole.

Da ieri chi visita il sito lanciato il 4 maggio trova solo un modulo dove registrarsi per ricevere novità dall’ex presidente quando ci saranno. E’ una buona notizia per la democrazia? E’ una prova lampante del potere che hanno i social media nel farci esistere, nel darci una identità digitale, nel consentirci di costruire delle reti sociali e di farci sentire. Senza, non esistiamo. Non ci sono leader politici senza profili social: alcuni, per scelta non hanno Twitter, altri non hanno Facebook, altri ancora hanno scelto di privilegiare Instagram, pochissimi si avventurano su TikTok e Twitch. Ma da qualche parte stanno. Non possono farne a meno, anche quando non ci stanno personalmente ma come istituzione (è il caso di Mario Draghi e Sergio Mattarella).

Come ha scritto Casey Newton, la chiusura del blog di Trump mette in luce l’importanza delle piattaforme social per Trump: la forza che l'ex presidente acquisiva non derivava dal fatto di poter parlare, soprattutto twittare, ma dall'amplificazione che l’algoritmo e la rete dei follower facevano dei suoi messaggi rendendoli globali. I dieci post fatti in un mese sul suo blog invece sono stati largamente ignorati. Come se venissero da un universo lontano. Questo però significa che i social network hanno un ruolo chiave nel gioco democratico: possono silenziare un politico e di fatto eliminarlo, non solo dalla piattaforma, ma dall’arena globale dove si articola il dibattito e si costruisce l’agenda politica, in qualche caso anche il consenso. Quel potere è enorme.

Lasciarlo nelle mani di un piccolo gruppo di aziende della Silicon Valley senza regole di trasparenza o responsabilità è una questione democratica che va oltre Trump.