Nella stagione 4 di Stranger Things, nella prima di Mercoledì, in Watchmen e Umbrella Academy e anche in film come Spiderman: No Way Home e Ms. Marvel. Oltre che in decine di produzioni di più o meno tutti gli studios, da Disney a Warner Bros, passando per Amazon, Apple, HBO, Marvel, Netflix e Paramount.
L’uso delle intelligenze artificiali a Hollywood non è futuro: è realtà, va avanti da tempo e soprattutto va avanti senza che praticamente gli spettatori se ne accorgano. Che è poi quello che dovrebbe succedere con gli effetti speciali fatti bene. Va avanti da tempo ed è declinato lungo due filoni principali: le immagini e la voce, come ci hanno spiegato Matt Panousis, direttore operativo di Marz, e Scott Mann, co-founder e attuale CEO di Flawless.
Invecchiare (e ringiovanire) con un paio di clic
Nata nel 2018, Marz si occupa del deaging/aging degli attori, cioè del ringiovanimento o invecchiamento dei loro volti, attraverso la sua Vanity AI: “Usiamo un database generale di facce, affinato per le esigenze specifiche, cioè con i dati dell’attore o dell’attrice su cui dobbiamo intervenire”, ci ha spiegato Panousis.
Marz, che ha 270 dipendenti in 26 Paesi, ha investito milioni di dollari per partire, soprattutto per acquistare computer e schede grafiche, e fa tutto in autonomia: “Si sceglie la persona su cui intervenire, si seleziona la parte del volto che interessa e si impostano i parametri per decidere l’entità della modifica, che potrà essere applicata in ogni scena in cui appare quella specifica parte del volto”.
Il punto da capire è che non solo l’IA riesce a ringiovanire o invecchiare un volto, ma che riesce a farlo a una velocità impensabile: “Con i metodi tradizionali, per intervenire su 5 secondi di girato servivano 2 giorni di lavoro, perché vanno mappati i punti della faccia, va tenuto conto del fatto che si spostano se l’attore ride, piange o cambia espressione, poi va data armonia a tutto - ci ha ricordato Panousis - Con il nostro strumento, si può fare tutto in pochi minuti”. E con molti meno soldi.
Il film con troppe parolacce dimostra come l'IA può correggere i dialoghi
Il prossimo livello del doppiaggio
Velocità e convenienza economica sono i due vantaggi che hanno anche quelli di Flawless: fondata nel 2018, ha 50 dipendenti e una sua IA, chiamata TrueSync, che viene usata per doppiaggi e lip-sync.
Per capire quello che è in grado di fare, Mann ci ha fatto l’esempio di Fall, un suo film del 2022: “C’erano troppe parolacce, e negli USA sarebbe stato vietato ai minori di 17 anni. Per scendere a PG13 si sarebbero dovute rigirare 35 scene, che è una cosa costosa e che non sempre si può fare, perché magari gli attori sono impegnati altrove”. E quindi “abbiamo usato TrueSync per correggere 35 parole e risincronizzare il movimento delle labbra delle attrici mentre le pronunciano”. Quanto tempo è servito? “Un giorno per individuare tutte le parole e un altro per allenare la IA, che poi si è messa al lavoro e ha finito tutto in due settimane”. Obiettivo raggiunto e “a un decimo del costo”.
Come Visual AI, anche TrueSync parte da un database iniziale che viene adattato a seconda delle esigenze: “Il movimento delle labbra condiziona altre parti del viso, perché quando si parla, pure le sopracciglia si possono spostare - ci ha ricordato Mann - Solo una IA riesce a tenere conto di tutto questo e a farlo per bene e in tempi rapidi”. Non è tutto: “La nostra IA può anche tradurre il parlato di un attore in un’altra lingua e sincronizzare il movimento delle labbra perché corrisponda alle nuove parole”. L’attore recita nella sua lingua e TrueSync adatta le espressioni del viso a quelle che servono nei vari Paesi, così che il film sembri girato (per esempio) in italiano, spagnolo, giapponese e così via.
Perché Hollywood ha bisogno delle IA
Lo scopo di tutto è dare a chi guarda un prodotto realistico e credibile, e siamo in effetti noi spettatori i principali colpevoli di questa rivoluzione: “Le persone chiedono qualità e la chiedono ovunque, anche in tv - ci ha ricordato Panousis - Solo che la qualità costa”. Quanto costa? “Si possono spendere anche 5-10mila dollari per ogni singola scena con effetti speciali, che possono coprire anche il 20-30% dell’intero budget di un film - ci hanno detto ancora da Marz - Con noi costa circa il 50% in meno e anche si sa subito quanto si spende, perché abbiamo un listino che vale per tutti e rende questo mercato più accessibile”.
Entrambe le aziende sono consapevoli dei rischi che ci sono per l’occupazione, ed entrambe lavorano con i sindacati per ridurli: “Le professionalità umane restano insuperate e sono fondamentali, ma dobbiamo proteggere i diritti delle persone e proteggere questa arte - ci ha detto Mann - Vogliamo che chi è coinvolto nel cambiamento lo faccia in modo consenziente e sia retribuito”. Secondo Panousis, comunque, “ci saranno tantissimi registi indipendenti che grazie a questi strumenti diventeranno capaci di fare cose incredibili: stiamo democratizzando la creatività”.