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Sognavo una pentola tech in grado di fare tutto da sola: ecco come è andata

Sognavo una pentola tech in grado di fare tutto da sola: ecco come è andata
Per tre mesi abbiamo sostituito pentole e fornelli con un multicooker a energia elettrica. Il Moulinex Cookeo Touch cuoce come una padella e come una pentola a pressione. Promette, però, di farlo in minor tempo e di aiutare anche chi si sente negato per le ricette, da quelle più semplici alle più complicate. Il sogno di cucinare bene e in poco tempo è davvero realizzabile? Vi raccontiamo com'è andata
6 minuti di lettura

Ho sempre guardato con sospetto gli integralisti in cucina, quelli della padella come unica via e i robot no, non possono entrare. Anche i grandi chef hanno abbracciato, da tempo, le nuove tecnologie. E in Italia abbiamo esempi illustri. Basti pensare a Moreno Cedroni, che porta sul tavolo del suo ristorante stellato di Senigallia piatti sperimentati nel suo “Tunnel”, un futuristico laboratorio di ricerca culinaria.

Eppure tra i cuochi amatoriali, e i semplici appassionati, regna (quasi) incontrastata la convinzione che i sapori dipendano unicamente dalla manualità e dal talento, da una cura che deve essere necessariamente umana. Mi è capitato più volte di ascoltare, proprio a tavola, chi sosteneva fieramente di non aver mai usato un robot da cucina. E tutti gli altri intorno che annuivano: “Eh, in effetti”. Oppure: “Beh, la vecchia padella non si batte”. E ancora: “Il cibo cucinato dai robot sembra uscito da una mensa”.

Ma la verità è che non siamo tutti aspiranti Masterchef, anche se la tv vorrebbe farci credere il contrario. Lo dimostrano le decine e decine di forum e pagine Facebook dedicate a chi usa quotidianamente un robot al posto dei tradizionali fornelli. Pagine che brulicano di ricette, di consigli, di soluzioni spesso tecniche che hanno a che vedere con la connessione wi-fi e i display touch.

Chi sceglie di comprare un robot per cucinare, lo fa per diversi motivi. C’è chi non ha (e non avrà mai) abbastanza talento per un risotto. Sono quelli che sentono parlare di “onda” e poi si ritrovano con un “mappazzone”. C’è, invece, chi ha le capacità ma non ha il tempo necessario per metterlo a frutto. E così ha bisogno di un aiuto, di uno sprint che eviti il citofono (quasi) ogni sera: “Salve, è Deliveroo”.

E poi c’è chi, come me, non ha né talento né tempo. E vede le moderne pentole tech come una possibile salvezza. A patto che funzionino veramente. Perché diciamocelo, la tecnologia a volte promette scorciatoie irrealizzabili: i robot aspirapolvere che volendo possono anche lavare i pavimenti, un disastro; le fasce che promettono addominali perfetti senza il minimo movimento, un’illusione.

Nel periodo - circa tre mesi - in cui ho provato il multicooker Moulinex Cookeo Touch, con l’intento di capire se una pentola a pressione ultra moderna avrebbe risolto davvero i miei problemi in cucina, ho scritto numerosi articoli sull’intelligenza artificiale generativa. Molti di voi conosceranno ChatGpt e sapranno ciò di cui sto parlando. A tutti gli altri posso dire - con sintesi estrema - che questa nuova IA, grazie a un addestramento avvenuto su miliardi di testi, è in grado di scrivere come farebbe un uomo.


Vi sembrerà che stia divagando, ma seguitemi pazientemente per un attimo. ChatGpt è il sogno di ogni scrittore. Basta farle una semplice domanda per ottenere, in risposta, un breve saggio, un racconto, una favola, persino il testo di una canzone inedita. Ma chi usa questa IA conosce bene la sua regola di base: i risultati migliori si ottengono solo quando l’uomo fornisce uno spunto creativo e ricco il più possibile di dettagli e informazioni.

Ebbene il parallelo che sto per proporvi, dopo aver usato a lungo entrambi, per me ha perfettamente senso: il Cookeo Touch - così come altri robot da cucina simili - è una sorta di IA tra i fornelli. Consente di realizzare, più o meno facilmente, il sogno recondito di chi vorrebbe buttare tutto in una pentola e ritrovarsi magicamente, pochi minuti dopo, un piatto succulento. Ma il risultato, in realtà, dipende ancora fortemente dal tocco umano. Non tanto dalla capacità di sfilettare, disossare o mantecare, piuttosto dagli accorgimenti che si possono, e anzi devono, prendere per governare al meglio la tecnologia di cui disponiamo.

Vi faccio subito un esempio. Quando ho acceso il Cookeo per la primissima volta, dopo averlo collegato al wi-fi sono andato alla ricerca - sul display touch - di una ricetta da fare in poco tempo. Ho provato forse la più complessa: una pasta. Avevo letto, in una grande community dedicata a questo elettrodomestico, che è in grado anche di fare delle ottime paste risottate. E ho voluto subito metterlo alla prova.

La pasta con pomodorini e melanzane che ho ‘cucinato’ in pochi passaggi e in pochissimo tempo - buttando quasi tutto in pentola e chiudendo come in uno di quei sogni reconditi cui accennavamo in precedenza - è stata un disastro. Ho aperto il coperchio, speranzoso, ma quando il vapore si è dissolto ho visto le mezze maniche annegate nell’acqua. Avevo a che fare con una minestra, non con un piatto di pasta. Ma avevo l’obbligo di assaggiarla, in ogni caso, e quando l’ho fatto è stato illuminante: la consistenza della pasta era inappropriata, avrebbe dovuto cuocere un paio di minuti in meno - la pentola a pressione richiede, in genere, metà del tempo di cottura indicato sulla confezione - ma il sapore del condimento era gradevole. I sapori c’erano, le verdure si sentivano in modo distinto. Mi sono ritrovato, con grande sorpresa, a ripetere diverse volte l’assaggio.

Non era un piatto presentabile, ma era mangiabile e questo la diceva lunga sulle potenzialità del Cookeo. Ho capito, nelle settimane successive, che bisognava prendere la mano, prima di ottenere i risultati sperati. In particolare, quando ho provato la pasta, ho fatto l’errore di non considerare l’acqua che avrebbero prodotto i pomodori durante la cottura. E che ha finito col determinare un piatto brodoso. Per bilanciare, avrei dovuto aggiungere meno acqua nel momento in cui ho aggiunto al condimento la pasta e poi ho avviato la cottura a pressione.

Col senno di poi, insomma, ho capito che l’errore era stato più mio della macchina. Fino a quando non verrà applicata un’intelligenza artificiale estrema anche a questo tipo di prodotti, che permetterà a una pentola di dialogare con l’aspirante cuoco e di suggerire anche le più imprevedibili procedure, l’uomo avrà sempre la responsabilità finale su ciò che finisce nel piatto.

Il Cookeo è una pentola a pressione da 6 litri, sufficienti per il pasto di 4/6 persone, con una potenza di 1600 watt che consente anche di rosolare i cibi e di cuocerli a vapore (in dotazione, nella scatola, c’è l’apposito cestello). Per chi ha poco tempo, dicevamo, la cosa buona è che spesso si cuoce tutto lì dentro e non si sporca altro. La pentola e il cestello possono finire in lavastoviglie, inoltre.

Vi faccio un altro esempio. Io amo le verdure. E anche se sarebbe meglio evitare, le amo ripassate in padella, con un filo d’olio. Ma per chi va sempre di fretta la bollitura di cicoria o cime di rapa rappresenta un problema insormontabile. Con il Cookeo, basta inserire la verdura lavata nel cestello (max 500 gr., ma io consiglio di stare ben al di sotto, diciamo max 400 gr.), aggiungere 200 ml di acqua e cuocere a pressione per soli due/tre minuti. In seguito si ripongono le verdure in uno scolapasta, si sciacqua la pentola con un po’ d’acqua e poi - nella stessa pentola - si ripassano proprio quelle verdure, avviando la rosolatura con un po’ d’olio. Il risultato è ottimo, perché la pentola a pressione - il Cookeo come quelle tradizionali - è in grado di conservare alla perfezione i sapori degli alimenti.

Sembra una magia ma lo è fino a un certo punto, soprattutto in termine di ‘tempi’, perché se è vero che la cottura a pressione abbatte i minuti, è anche vero che ne servono diversi altri affinché la pentola si riscaldi e avvii la procedura. Questa operazione, tra l’altro, è più o meno lunga a seconda della temperatura iniziale degli alimenti che vengono inseriti. Si possono attendere insomma anche dieci minuti prima che parta la cottura vera e propria. E anche se non parliamo di un tempo infinito, va comunque tenuto a mente, soprattutto se si è di corsa e si intende preparare qualcosa “al volo”.

Nonostante questo, il Cookeo è provvidenziale quando si ha bisogno di mettere in tavola una cena all’ultimo secondo. Ennesimo esempio: chi mai penserebbe di fare un risotto per la famiglia in poco meno di dieci minuti? Il sottoscritto, in dieci minuti, riesce a malapena a preparare il soffritto. Con il Cookeo invece, seguendo passo dopo passo le istruzioni che appaiono sul display, ci si riesce sul serio. E la cosa sorprendente è che si ottiene un buon piatto. Il risotto alla milanese, per la sua estrema semplicità,  è di sicuro quello che mi è venuto meglio, ma anche quello con salsiccia e zucchine, o quello ai funghi, erano molto buoni.

Il display touch, sul Cookeo come su altri dispositivi di questo genere, fa la differenza. È presente un ricettario, molto fornito, che si può seguire o meno, e anche una funzione che permette di ricavare la ricetta migliore in base a ciò che è rimasto nel frigo. Ma più in generale la possibilità di tenere sott’occhio i passaggi e le ricette direttamente sulla pentola è molto più comodo di dover consultare un libro o, ancora peggio, un tablet o uno smartphone, il cui display magari si spegne dopo alcuni minuti. Il ricettario di Moulinex, inoltre, non prevede cookies da approvare o video di pubblicità che partono in automatico.

Non sempre però le ricette presenti sono impeccabili. A volte la quantità di acqua per un determinato piatto è imprecisa, bisogna fare attenzione. Anche qui bisogna prendere la mano. Per fortuna c’è anche la possibilità di affidarsi a chi ha più esperienza: mi riferisco agli utenti di alcune pagine Facebook che hanno promosso il Cookeo e lo usano per cucinare quasi tutti i giorni. In particolare la pagina “Ricette per Cookeo” ha circa 10mila iscritti e un database notevole in quanto a preparazioni e suggerimenti per ottenere il meglio dalla pentola tech.

E ora veniamo alle conclusioni. Se fossi un giudice di Masterchef, al Cookeo andrebbe il mio “Sì”. Mi sono convinto quando dalla sua pentola ho visto uscire uno spezzatino di manzo e patate favoloso cotto in 45 minuti e senza dover sorvegliare la pentola. Trentacinque minuti per la cottura a pressione della carne, più ulteriori dieci dal momento in cui si aggiungono le patate. Carne tenerissima, sugo delizioso, sapore complessivo ottimo. Senza il Cookeo, per me sarebbe stata fantascienza. Quello che non mi è piaciuto molto, invece, è stata l'attesa per l'avvio della cottura a pressione, che a volte è andato oltre quello indicato dalla barra d'avanzamento rossa sul display. Ci sono stati dei momenti in cui mi sono chiesto se interrompere la cotttura o pazientare e andare avanti.

Ma il complimento più grande a questo elettrodomestico, forse, l’ha fatto mia figlia, quattro anni e una forchetta complicata, come tutti i bambini della sua età. Quando ha assaggiato il risotto alla milanese, ha detto che era buono e mi ha chiesto se l’avessi preparato nella “pentola magica”. Le ho risposto di sì, e allora lei mi ha detto che le avrebbe dato un nome. “E qual è, Gaia?”. “La chiamerò nevoglioancora”.