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La salute al polso: come l’Apple Watch aiuta la ricerca scientifica

La salute al polso: come l’Apple Watch aiuta la ricerca scientifica
Un report di Cupertino ripercorre gli otto anni della piattaforma Salute: pensata per il fitness e il benessere, si è arricchita di funzioni sempre più specifiche e ha permesso di condurre studi medici con centinaia di migliaia di partecipanti
3 minuti di lettura

Smartphone e smartwatch si sono trasformati in piccole centrali per la gestione dell'attività fisica, del benessere e della salute. È vero per tutte le piattaforme ma lo è in particolare per Apple, che da anni punta sul connubio Apple Watch-iPhone e che questo autunno, con gli aggiornamenti dei sistemi operativi, introdurrà diverse nuove funzioni, portando a 17 le aree di salute e benessere monitorate, con oltre 150 indicatori diversi. La piattaforma Salute è uno dei primi prodotti di successo dell'epoca post-Steve Jobs pensati e voluti da Tim Cook, che è in prima persona uno sportivo con una vita molto attiva. E ora, a otto anni dal debutto, trApple ha pubblicato un rapporto (pdf in inglese) dove spiega i risultati raggiunti finora e gli obiettivi futuri.

Le ricerche

Per gli sviluppatori di app è disponibile un kit base per creare app che interagiscono con i dati raccolti dai sensori di iPhone e iPad, mentre per la ricerca medica ResearchKit permette a enti e università di costruire progetti e studi che portano a scoperte significative. Per gli utenti partecipare è semplice: con pochi tap di autorizzazione si accede a una app speciale che permette di far parte della specifica sperimentazione. Nel corso degli anni, centinaia di migliaia di persone hanno dato il loro contributo: solo per la ricerca sul cuore condotta negli Usa ci sono stati più di 400mila utenti che hanno condiviso il proprio battito cardiaco in modo anonimo. I risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine della Stanford Medicine hanno rilevato che la probabilità di ricevere una notifica di battito irregolare è bassa: 2161 partecipanti (0,52%) hanno ricevuto notifiche di battito irregolare. Ma, tra questi, il 34% presentava fibrillazione atriale nelle successive letture del patch Ecg. Nel dettaglio, lo studio riporta anche il caso raccontato da Italian Tech di Simone Deriu, 27enne romano che ha scoperto grazie all’Apple Watch una fibrillazione atriale potenzialmente letale. 

La recente crisi del Covid-19 ha visto l'azienda di Tim Cook in prima fila assieme ad Android per fornire assistenza e accesso a funzionalità base dei propri dispositivi, sempre nel rispetto della privacy degli utenti. Tra le altre ricerche, una ha coinvolto più di 250mila persone che sono state studiate per capire quali indicatori di movimento, registrati con il telefono e l’orologio dell’azienda, permettono di valutare il tono muscolare e la resistenza delle persone. Oltre a riconoscere cadute accidentali (registrando i dati di 100mila volontari) e inviare un messaggio di allarme in dodicimila casi, grazie a questo studio l’app Salute di Apple è in grado di analizzare i movimenti nel corso di un anno e dare indicazioni se il tono muscolare di una persona sta calando in maniera pericolosa. In certi casi, questi dati possono aiutare a individuare in anticipo l’insorgenza di alcune forme di Parkinson.  

Ancora, Apple ha portato avanti uno studio sull’udito: sfruttando i microfoni di Apple Watch e iPhone, è possibile costruire una correlazione tra il calo dell’udito nelle persone e la rumorosità degli ambienti che frequentano. Questo permetterà ai ricercatori dell'università del Michigan di capire quando effettivamente la rumorosità di un ambiente pubblico o di lavoro sia pericolosa nel medio periodo per l’udito; tra i più colpiti i giovani, ma il 25% della popolazione è esposta a rumori ambientali che superano i limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità. 

La salute delle donne

Dal punto di vista della salute delle donne, relativamente poco studiata, Apple ha a disposizione una mole di dati su larga scala disponibile per i ricercatori relativa al monitoraggio del ciclo, all'ambiente, al comportamento e alla società. Questi dati possono essere utilizzati per saperne di più sulla salute delle donne, sui loro cicli mestruali e sulla loro relazione con varie condizioni di salute, tra cui la sindrome dell'ovaio policistico (Pcos, con 20mila volontarie che hanno partecipato allo studio), l'infertilità, l'osteoporosi e la transizione della menopausa.

Grazie all’apertura delle funzionalità e dei dati raccolti su base volontaria, è poi possibile utilizzare app di terze parti collegate ad apparecchi professionali e medicali: negli Usa ci sono app per i veterani che hanno riportato traumi, ma ci sono anche per la gravidanza e il post-parto, assistenza post-operatoria, trasfusioni e molte terapie e forme di aiuto a domicilio. Ma, soprattutto negli Usa e in Canada, Apple ha lavorato anche per consentire a medici e pazienti di utilizzare i suoi strumenti per scambiare informazioni e dati sanitari, dal fascicolo medico personale ai dati di base raccolti dai sensori di iPhone e iPad. È un modo, sostiene l’azienda, per rendere più forte la relazione medico-paziente. Secondo Apple ad aprile 2022 oltre il 90% degli infermieri nei 20 ospedali più importanti degli Stati Uniti utilizza l'iPhone per la comunicazione clinica. E nel 2020, l'83% dei medici statunitensi ha previsto che i dati generati dai pazienti e integrati con l'erogazione delle cure saranno una pratica standard nei prossimi 5-10 anni.

Tre anelli al giorno

Infine, la Apple di Tim Cook si è impegnata per fornire le basi tecnologiche per uno stile di vita più sano: gli anelli da completare giornalmente, le sfide con gli amici, ma anche tutta una serie di dati (pulsazioni cardiache, elettrocardiogramma, ossigenazione del sangue) che forniscono informazioni utili per tenere sotto controllo la salute. Il quantified self, i numeri e i sensori e gli algoritmi che misurano l’attività quotidiana, servono a fare in modo che ognuno prenda la propria vita nelle sue mani e sappia come e dove può migliorarla. Basta poco: dormire meglio, fermarsi un attimo, respirare a fondo e liberare la mente, o anche solo smetterla di stare davanti al computer e uscire di casa per una passeggiata.