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Per Barack Obama i social network possono distruggere la democrazia

Per Barack Obama i social network possono distruggere la democrazia
L'ex presidente Usa scende in campo a favore della regolamentazione statale del sistema mediatico digitale, in mano ai big tech, che produce un disallineamento con l'ordine democratico ed è preda di manovre di paesi e forze autoritarie
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Il sistema informativo basato sui social network rappresenta un pericolo per le democrazie ed è progettato in modo da favorire disinformazione, estremismi e divisioni. Sono parole sferzanti quelle pronunciate da Barack Obama in occasione di un incontro organizzato il 21 aprile dal Cyber Policy Center della Stanford University.

Il discorso dell'ex presidente democratico degli Stati Uniti arriva nel momento in cui il Congresso Usa è sul punto di approvare una serie di riforme che mirano a limitare lo strapotere di big tech, come Facebook, Google e Twitter, introducendo regole più severe ed efficaci in materia di concorrenza e difesa della privacy. Anche per le tutele incluse nella sezione 230 del Communications Decency Act - che stabilisce dal 1996 un'ampia libertà per le piattaforme Internet, sollevandole dalla responsabilità per i contenuti postati dagli utenti - si prevedono importanti e decisive modifiche.

Riforma e responsabilità dei big tech

Barack Obama condivide l'esigenza di un aggiornamento della normativa in questo ambito, sollecitando le grandi aziende tecnologiche a riflettere sull'impatto che la loro attività e i loro modelli di business hanno sulla società e sulla tenuta dell'ordine democratico.

Gli Stati Uniti sono segnati da processi di polarizzazione più che negli anni '50 e '60 – sostiene l'ex presidente Usa, come del resto già segnalava il giurista Ronald Dworkin nel suo libro "La democrazia possibile. Principi per un nuovo dibattito politico".

E se le aziende e le piattaforme tech non hanno creato le divisioni interne alla società americana, non hanno causato il sorgere di razzismo, sessismo, conflitti di classe e religiosi, pre-esistenti alla nascita di Internet e dei social media, sono però responsabili della circolazione di idee e contenuti che le fomentano e ne amplificano la portata e gli effetti.

Nel mondo moderno, i nuovi media hanno assunto una centralità che significa essere la principale fonte di informazione per moltissime persone, da cui poi si formano convinzioni e giudizi sulla realtà. Facebook, Twitter e Youtube non possono sottrarsi alle loro responsabilità quando il loro modello di business e di guadagni tende a far prevalere o a privilegiare, complici gli algoritmi, la diffusione di contenuti e notizie, anche fake news, che attraggono e coinvolgono gli utenti perché polarizzano opinioni e discussioni.

 

Minaccia alla democrazia

Internet e le nuove tecnologie della comunicazione hanno un ruolo importante di progresso sociale ed economico. Connettono le persone e offrono opportunità di crescita culturale e di sviluppo. La stessa elezione di Barack Obama alla presidenza Usa è la prova del potenziale di piattaforme digitali come MySpace, Facebook e Meetup, che hanno consentito a giovani e volontari di raccogliere fondi e organizzare positivamente la loro attività.

Ma l'ecosistema online è sovraccarico dei peggiori impulsi umani, che sembrano avere la strada spianata da una informazione sempre più tossica. La finestra sfocata delle piattaforme Internet – spiega Obama – ci restituisce il panorama di una realtà distorta e manipolata. Gli utenti, in un flusso informativo indistinto e aumentato a volumi massimi, non riescono più bene a distinguere dove sia la verità e dove la falsità. E, secondo Obama, il falso della disinformazione uccide, come nel caso della vicenda dei vaccini anti-covid19, che, nonostante siano sicuri ed efficaci, vengono ancora respinti da 1 americano su 5.

Che l'informazione via social media possa essere manipolata e distorta ad arte lo hanno ben compreso regimi dittatoriali e forze autoritarie. Cina e Russia, ad esempio, utilizzano le piattaforme digitali per colpire oppositori politici, attaccare minoranze e portare avanti i loro piani per screditare le democrazie. Mentre associazioni e gruppi, presenti all'interno dei paesi, organizzano campagne per diffondere teorie complottiste e fake news allo scopo di destabilizzare e confondere l'opinione pubblica.

<<Putin e Bannon – sottolinea Obama – hanno capito che per indebolire le istituzioni democratiche non è necessario che le persone credano veramente a queste informazioni fasulle. Il loro obiettivo è inondare un paese con la disinformazione e raggiungere milioni di persone, insinuando dubbi e fornendo spiegazioni false e alternative. In modo che alla fine i cittadini non sappiano più in cosa credere.>>

Disorientamento e deformazione della realtà servono dunque a minare la fiducia nei governanti, nella verità e nel valore della democrazia. Un progetto che sfrutta i bug del sistema mediatico digitale moderno, in mano ai big tech, per propagare il virus dell'autoritarismo e di concezioni autocratiche.

 

Yes we can contro le falle delle piattaforme Internet

E' ancora possibile, tuttavia, fermare lo sbandamento e il disallineamento anti-democratico prodotto dal meccanismo dei media digitali. A giudizio di Obama, in passato accusato di essere troppo benevolo e condiscendente verso i giganti della tecnologia, in particolare nei riguardi di Google, s'impone la necessità di una regolamentazione statale per correggere il deragliamento ma con il concorso delle società stesse. Alle quali si rivolge direttamente per chiedere di rendere la democrazia più forte e una maggiore trasparenza nel far conoscere le modalità di funzionamento dei software che gestiscono la promozione dei contenuti nelle piattaforme.

L'ex presidente Usa indica come riferimento iniziative quali il Digital Services Act dell'Unione europea che stabilisce regole più ferree per i big tech, e la Platform Accountability and Transparency Act nella quale, con un approccio bipartisan, parlamentari democratici e repubblicani domandano alle piattaforme digitali un accesso aperto ai dati a vantaggio di ricercatori indipendenti ed esterni.

Anche agli utenti e ai cittadini, comunque, è richiesto di fare un passo in avanti. Di uscire dalle bolle informative in cui si chiudono nei social network e di assumere atteggiamenti più critici per evitare di cadere vittima della propaganda e della cattiva informazione. Alla fine, i social sono semplici strumenti dai quali non dobbiamo essere controllati, ma possiamo rimodellare e ricostruire in armonia con idee e valori democratici.