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Twitter ha deciso: userà la Poison Pill per bloccare l’offerta di acquisto di Elon Musk

Twitter ha deciso: userà la Poison Pill per bloccare l’offerta di acquisto di Elon Musk
L'azienda fondata da Jack Dorsey cerca di resistere alla scalata del numero uno di Tesla con una mossa pensata proprio per contrastare questo tipo di operazioni: ecco che cos'è e come funziona
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Dopo una (non molto) lunga riflessione, Twitter ha scelto di rifiutare l’offerta di acquisto presentata da Elon Musk. Meglio: ha scelto di contrastarla, pur senza dire ufficialmente di no.

Quello che il social network farà sarà adottare la cosiddetta Poison Pill, un’opzione pensata per “ridurre la possibilità che qualsiasi entità, persona o gruppo prenda il controllo di Twitter accumulando azioni sul mercato senza pagare a tutti gli azionisti un premio adeguato o dando al consiglio di Amministrazione tempo sufficiente per prendere decisioni informate”. Il piano prevede che gli azionisti possano acquistare azioni aggiuntive a un prezzo di favore e scatta nel momento in cui qualcuno acquisisce (o prova ad acquisire) il controllo di più del 15% del pacchetto azionario. Che è esattamente quello che vorrebbe fare Musk.

Se questo accadesse, per tutti gli azionisti scatterebbe il diritto a essere in qualche modo rimborsati o favoriti nell'acquisto di ulteriori quote. Cosa che finirebbe per rendere per Musk l’operazione decisamente più onerosa rispetto ai 43 miliardi di dollari messi sul piatto per comprarsi l’azienda fondata da Jack Dorsey nel 2006.

Che cos'è la Poison Pill e come funziona

Da Twitter è stato spiegato che la Poison Pill resterà in vigore sino al 13 aprile del 2023. Si tratta di una mossa legale che risale agli anni Ottanta, appunto studiata per proteggere le aziende da attacchi predatori: l'idea è quella di scoraggiare il possibile acquirente, rendendo l'operazione di acquisto molto più costosa del previsto.

Di solito si concretizza sotto forma di aumento di capitale, fatto con l'offerta ai soci esistenti di un quantitativo di azioni a prezzo conveniente: questo fa sì che aumenti il numero di azioni in circolazione, cosa che a sua volta diluisce la partecipazione del potenziale acquirente.

Si tratta di una Pillola Avvelenata (questo vuol dire, in italiano), come quelle usate dagli agenti segreti nei film di spionaggio, perché ha alcune controindicazioni: abbassa la quotazione delle azioni, anche se di solito solo sul breve periodo, ne diluisce il valore e in generale è una mossa non molto ben vista dal mercato.

La (possibile) altra offerta

L'azienda, che non ha comunicato queste decisioni attraverso i tweet, ha comunque fatto notare che questo piano "non impedirebbe al board di accettare un'offerta di acquisizione", nel caso in cui la ritenesse "nel migliore interesse della società e dei suoi azionisti".

Un caso potrebbe essere quello del fondo di private equity Thoma Bravo, che secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Reuters avrebbe contattato il management di Twitter per esprimere interesse a mettere insieme un'offerta di acquisizione che potrebbe contrastare quella di Musk. Thoma Bravo, che a fine 2021 aveva un portafoglio di gestione da oltre 100 miliardi di dollari, avrebbe informato la dirigenza del social network della sua intenzione di valutare la possibilità di presentare un'offerta.

Come si capisce, tutto è ancora nel campo delle ipotesi: non è ancora chiaro quanto il fondo sarebbe pronto a offrire e non c'è alcuna certezza che tale offerta si materializzerà davvero (anche se nelle ultime ore del caso Thoma Bravo ha scritto pure il New York Post). Soprattutto, resta da vedere che cosa farà Musk. O che cosa cinguetterà.