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Crisi dei chip, Intel investe 80 miliardi di euro in Europa e punta (anche) sull’Italia

Crisi dei chip, Intel investe 80 miliardi di euro in Europa e punta (anche) sull’Italia
Nel nostro Paese, previsti 4,5 miliardi di investimenti e la creazione di 5mila posti di lavoro: così l’azienda americana amplia la strategia per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di semiconduttori
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La crisi dei semiconduttori influenza il mercato mondiale, con ricadute anche sull’Italia: l’Europa si sta muovendo con l’European Chips Act, un piano strategico che conta sia sull’apporto degli Stati membri sia su quello degli investitori privati e, tra questi, Intel si annuncia presente.

In diretta da Santa Clara, in California, il Ceo di Intel, Pat Gelsinger, ha annunciato un piano decennale di investimenti in Europa, per un totale di 80 miliardi di euro affinché si possa aumentare la capacità innovativa e la resilienza alle crisi che, in futuro, dovessero palesarsi.

La strategia di Intel, accolta dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, come essenziale per l’emancipazione tecnologica europea, contribuirà allo sviluppo di quelle che sono state definite “tecnologie che ancora non possiamo immaginare”.

Pat Gelsinger
Pat Gelsinger 

Gli investimenti

L’Italia è stata scelta, insieme a Irlanda, Polonia e Spagna, come centro per la ricerca e lo sviluppo, oltre che per la produzione di semiconduttori e come anello dei foundry services. Allo stato attuale, Intel sta dialogando con il nostro Paese per creare un impianto dedicato alla fase di back-end del processo di fabbricazione, ossia la separazione dei chip dei semiconduttori e la loro verifica. Un investimento fino a 4,5 miliardi di euro che prevede anche la creazione di circa 5mila posti di lavoro, 1500 dei quali direttamente da Intel e 3500 tra fornitori e partner. Anche in virtù della partnership solida tra ST Microelectronics di Agrate Brianza e Tower Semiconductor, azienda entrata a fare parte del gruppo Intel circa un mese fa, l’Italia sarà un Paese su cui l’azienda punterà molto.

Degni di nota anche i 17 miliardi di euro investiti da Intel per la realizzazione, in Germania, di un centro per la produzione di semiconduttori e, in Francia, di un centro di ricerca e sviluppo. La Germania godrà anche della creazione di decine di migliaia di posti di lavoro, suddivisi tra i 7mila necessari alla costruzione degli impianti, 3mila impieghi stabili per tecnici altamente specializzati e altre migliaia come indotto. Intel punta molto anche sulla Germania, alla quale affida il ruolo di Silicon Junction, ossia polo di connessione tecnologica tra tutti i centri di innovazione e produzione che Intel disporrà sul territorio europeo.

La Francia, forte del Plateau de Saclay, zona a sud di Parigi nota come la Silicon Valley Européenne, sarà sede prediletta per la ricerca e lo sviluppo e potrà contare su un migliaio di impieghi, 450 dei quali già entro la fine del 2024.

A Danzica, in Polonia, Intel sta aumentando del 50% il potenziale dei suoi laboratori, concentrandosi sullo sviluppo di soluzioni nei settori delle reti neurali profonde, dell'audio, della grafica, dei data center e del cloud computing; qui l'espansione dovrebbe essere completata nel 2023.

I chip made in Europe

Uno degli obiettivi dell’European Chips Act è quello di mettere l’Europa in condizione di spingere il suo capitale innovativo, affinché il Vecchio continente si ritagli un posto di prestigio nel futuro digitale globale. Intel vuole bilanciare la sua catena di produzione mondiale espandendosi in Europa, investendo subito e avviando i lavori entro i primi 6 mesi del 2023, contando sulla piena operatività durante il 2027 e fornendo così chip tecnologicamente evoluti entro il 2030.

Ricerca, sviluppo e progettazione sono ovviamente fondamentali e Intel si appoggerà agli atenei e a fornitori europei per aumentare il trasferimento tecnologico e per permettere anche alle Pmi di accedere alle tecnologie più avanzate. Tutto ciò può creare quel circolo virtuoso che può sollevare il potenziale innovativo europeo e armonizzarne il mercato del silicio e delle apparecchiature nelle quali Intel, negli ultimi due anni, ha fatto acquisti per 10 miliardi di euro e che intende raddoppiare entro il 2026. Si tratta di investimenti capaci di attrarre anche i migliori talenti dall’estero, tra imprenditori, innovatori e tecnici.

Grigiastro fuori, ma verde dentro

Del resto, il colore grigio e blu del silicio si sposa con le intenzioni green dell’Ue: riuscire a creare un mercato locale dei semiconduttori avrà ricadute anche sul Green Deal, perché chip più evoluti e performanti aiutano a contenere il consumo energetico. Intel vuole dare il buon esempio, garantendo di raggiungere, entro il 2030, la piena alimentazione dei suoi processi produttivi con il 100% di energia rinnovabile.

Una strategia iniziata nel 2021

Esattamente un anno fa, Gelsinger aveva annunciato la strategia di Produzione Idm 2.0, la combinazione della rete di fabbriche Intel e dei propri fornitori, oltre a investimenti per circa 20 miliardi di dollari (18,2 miliardi di euro al cambio attuale) da destinare a nuove fabbriche in Arizona, allo sviluppo di nuovi processori e alla ricerca e allo sviluppo per i quali ha siglato un accordo con Ibm.

Rientrava nella strategia Idm 2.0 un potenziamento dell’Intel Foundry Services, un servizio nato per favorire le capacità produttive sia negli Usa sia in Europa, facendo leva anche sull’espansione del portafoglio di proprietà intellettuali e su una rinnovata organizzazione delle fonderie (anche non di proprietà di Intel) per riuscire a rispondere meglio alla crescente domanda mondiale di semiconduttori.

La fonderia è parte integrante dello sviluppo e dei modelli di business di chi produce microelettronica e si basa sia su impianti di fabbricazione di semiconduttori sia su un circuito di progettazione di circuiti integrati ognuno a carico di aziende distinte. Molte aziende progettano soltanto e altre li producono per conto terzi, senza avere una progettazione proprietaria. Sono impianti costosi e necessitano collaborazioni tra più aziende per essere mantenuti. Intel prevede di stabilire il principale centro di progettazione per fonderie in Europa, offrendo servizi di progettazione e collaterali a partner e clienti del settore europeo e mondiale. In questa logica sono rientrate l’acquisizione di Tower Semiconductor, acquistata a febbraio 2022 per 5,4 miliardi di dollari, e il fondo da un miliardo per l’accelerazione di startup. L’obiettivo è produrre di più, aumentare le potenzialità tecnologiche dei semiconduttori e diventare un fornitore di riferimento per terze parti.