Jeff Bezos ci ha preso gusto. Dopo aver portato il capitano Kirk nello spazio (quello vero) e aver dato ufficialmente il via all’epoca del turismo spaziale, il fondatore di Blue Origin – e ovviamente anche di Amazon – ha annunciato lunedì scorso i suoi piani per costruire un parco spaziale in orbita, soprannominato Orbital Reef. Attenzione però: non si tratta di un parco divertimenti. O meglio, non solo: la definizione corretta è “parco commerciale a uso misto”, che permetterà nei suoi 3mila metri quadrati di condurre ricerche scientifiche all’avanguardia e di girare scene di film in microgravità, ma conterrà al suo interno anche un mini-hotel per chi desiderasse trascorrere un weekend romantico attorno alla Terra.
La stazione, che potrà ospitare fino a dieci persone e sarà costruita in collaborazione con Boeing e Sierra Space, dovrebbe vedere la luce entro la fine del decennio. Poco si sa invece dei costi, che non sono stati dettagliati nel corso della presentazione. Come noto, però, Bezos non ha intenzione di badare a spese per le sue ambizioni spaziali e si è impegnato a finanziare Blue Origin ogni anno con un miliardo di dollari.
A prima vista, il progetto di Bezos potrebbe sembrare un doppione. Nel gennaio 2020, la Nasa aveva infatti annunciato la collaborazione con Axiom Space per costruire un modulo abitabile che diventerà la prima “destinazione di lancio commerciale” dell’agenzia statunitense. In parole più semplici, Axiom è stata incaricata di progettare anche un vero e proprio hotel tra le stelle, che dovrebbe venir agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) entro il 2024. La principale attrattiva di questo modulo sarà l’osservatorio con vista sulla Terra, ma sarà presente anche un laboratorio di ricerca e non solo.
La Stazione Spaziale Internazionale, però, non resterà in orbita ancora a lungo: lanciata nel 1998, avrebbe dovuto essere operativa per soli 15 anni. Nonostante i finanziamenti siano stati poi assicurati almeno fino al 2030, la stazione inizia a mostrare parecchi acciacchi e, proprio per questa ragione, potrebbe essere abbandonata dai cosmonauti russi già nel 2025. Ed ecco quindi che l’Orbital Reef potrebbe giocare un ruolo nella futura sostituzione della ISS, al cui scopo la Nasa destinerà 400 milioni di dollari in finanziamenti per le società che la aiuteranno in questa impresa.
La concorrenza per ottenere i finanziamenti sarà dura: il colosso dell’ingegneria aerospaziale e bellica Lockheed Martin, assieme a Voyager Space e Nanoracks, ha infatti annunciato a sua volta il lancio di una stazione spaziale entro il 2027. Nel complesso, la Nasa starebbe valutando una dozzina di proposte, che secondo le indiscrezioni sarebbero state sottoposte anche da Airbus e ovviamente da SpaceX.
Dopo essersi aggiudicata un contratto da 2,9 miliardi di dollari soffiandolo proprio alla rivale Blue Origin, la società di Elon Musk entra nuovamente in concorrenza con quella di Jeff Bezos. Nelle Guerre Stellari tra miliardari della Silicon Valley si apre un ennesimo fronte.