Beam di seconda generazione è la più recente soundbar compatta dell’azienda americana Sonos. È un aggiornamento ben studiato che non stravolge del tutto il design del modello precedente ma aggiunge due caratteristiche molto importanti e collegate tra loro: il supporto al Dolby Atmos e la compatibilità con la connessione Hdmi eArc.

Installazione semplice
Come nel caso di altri prodotti Sonos, l’esperienza d’uso della Beam parte già dallo spacchettamento. La confezione, realizzata in materiali ecologici, comunica qualità e attenzione ai dettagli. L’installazione e il collegamento all’ecosistema Sonos tramite l’app dedicata sono operazioni rapidissime che si possono completare in pochi minuti (serve un po’ più di tempo nel caso questo sia il primo prodotto Sonos, ma l’operazione è comunque fluida e semplicissima). Il riconoscimento del dispositivo sull’app può avvenire manualmente oppure tramite Nfc, avvicinando lo smartphone alla Beam.
Come tutti gli altri speaker dell’ecosistema Sonos, questa Beam si può controllare dall’applicazione dopo averla assegnata a un ambiente della casa. L’app si propone come hub di tutti i servizi di streaming musicale, una soluzione che semplifica molto l’accesso ai contenuti e il controllo della riproduzione. Si può in ogni caso indirizzare la riproduzione allo speaker direttamente da Spotify, da Apple Music o da altri servizi di streaming.
È bene specificare che, come tutti gli altri speaker Sonos per l’uso domestico, Beam 2 utilizza soltanto la connessione wireless tramite wi-fi e non il Bluetooth: è una scelta tipica di Sonos che ha diversi vantaggi, come la qualità più alta dell’audio, l’integrazione fra i vari speaker per l’attivazione del multiroom e la possibilità di usare il telefono per chiamare e mandare messaggi senza disturbare la riproduzione musicale. L’unico svantaggio è ovviamente la dipendenza diretta dalla disponibilità della rete wi-fi domestica per la riproduzione musicale senza fili: se il router non funziona o la rete wi-fi è spenta, gli speaker non saranno raggiungibili.

Soundbar multimediale
Nella caso di Beam 2nd Gen, la tipologia di connessione che fa la differenza è però la Hdmi eArc, che permette di connettere la soundbar a televisori e proiettori tramite cavo Hdmi. L’operazione anche in questo caso è semplicissima, e l’unica accortezza è l’attivazione della eArc dall’applicazione (basta un tap) in modo che il dispositivo connesso riconosca il collegamento audio. Una volta effettuata la connessione con il cavo Hdmi incluso nella confezione è possibile poi controllare il volume della Beam direttamente con il telecomando del televisore o della tv.
La vera novità rispetto alla Beam di prima generazione è la presenza del Dolby Atmos: abbiamo fatto test in due stanze diverse (la più grande di circa 18 metri quadrati) con contenuti compatibili con la tecnologia Atmos e il risultato è stato ottimo. Nonostante le dimensioni ridotte della Beam, il suono è immersivo e ben distribuito. A differenza del modello più grande (e più costoso), chiamato Arc, la Beam 2 non utilizza però driver fisici per i suoni che dovrebbero arrivare (virtualmente) dall’alto, bensì alcuni effetti psico-acustici per ottenere lo stesso risultato.
Funziona, ma la differenza con un sistema Atmos basato su speaker fisici si sente. L’effetto è comunque eccellente, e l’immersività garantita. La qualità del suono della Beam è egregia nel complesso, con un audio sempre bilanciato benissimo, con bassi convincenti (ma anche qui, non paragonabili ovviamente a quelli di un subwoofer) e medi-alti chiari e puliti. L’audio è calibrato per dare il meglio con i film e le serie, ma la Beam di seconda generazione funziona benissimo anche come speaker musicale per il multi-room.
Chi utilizza l’app di Sonos su iPhone può inoltre effettuare la calibrazione della soundbar con TruePlay, la funzione che analizza tramite il microfono dello smartphone il modo in cui il suono si riflette sulle pareti, sui mobili e su altre superfici della stanza. L’operazione dura circa 3 minuti e fa la differenza nella qualità audio generale, soprattutto nell’utilizzo della Beam con l’audio immersivo di film e serie e se tenete la soundbar molto vicino al muro. Se non avete un iPhone a disposizione, vale la pena prenderne uno in prestito al solo fine di ottimizzare la Beam con TruePlay.


Cosa ci è piaciuto
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La qualità del suono, sia per guardare film e serie sia per riprodurre musica
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Il setup e l’integrazione con l’ecosistema Sonos
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Il design minimale, che si adatta a qualsiasi arredamento
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Il Dolby Atmos e la connettività eArc
Cosa si può migliorare
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Nella confezione mancano le staffe per montare la Beam a muro
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La funzione TruePlay per la calibrazione del suono funziona solo su iPhone
In conclusione
Sonos Beam 2 è la scelta perfetta per chi cerca una soundbar compatta per un ambiente di dimensioni piccole o medie, soprattutto per chi la vuole aggiungere a un sistema multiroom Sonos già esistente. Non garantisce lo stesso livello di immersività della più grande Arc, ma la qualità è perfettamente adeguata al prezzo ufficiale di 499 euro. L’aggiunta del Dolby Atmos e della connessione eArc sono ragioni sufficienti per preferirla al modello di prima generazione: è già disponibile in Italia e si trova nei negozi di elettronica, su Amazon o sullo store online di Sonos.