Se negli anni Sessanta lo Spazio rappresentava il terreno di scontro tra superpotenze come Russia e Stati Uniti, oggi sono i miliardari privati i veri protagonisti della cosiddetta Space Race, che nel giro di un decennio potrebbe condurre fino a Marte.
A tracciare il quadro è fisico Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale Italiana dal 2014 al 2018, che in attesa di intervenire alla nona edizione del Festival dell'Innovazione e della Scienza (dal 9 al 16 ottobre a Settimo Torinese), esemplifica così la situazione: "Oggi la Space Race non è tanto una gara tra superpotenze, tra le quali comunque si registra una minore volontà di collaborare rispetto a qualche anno fa, quanto piuttosto una competizione tra privati. Ciò ricorda un po' i vecchi avventurieri che hanno costruito le ferrovie negli Stati Uniti, soltanto che questa volta non si va nel West bensì nello Spazio".

Sarà quindi un miliardario, tipo Musk o Bezos, a raggiungere Marte?
"Il Pianeta rosso è il vero obiettivo di Musk (come ha spiegato lui stesso alla Italian Tech Week, ndr), che per tagliare il traguardo sta già mettendo in atto iniziative a tutto campo nel settore spaziale. Il numero uno di SpaceX vuole andare su Marte entro un decennio, ma nemmeno la Nasa punta a mettere piede sul pianeta in un orizzonte di così breve termine, anche perché, rispetto alla Luna, il viaggio è più lungo e in generale presenta problematiche ancora irrisolte. Resta il fatto che, in un'ottica decennale, l'unico che potrebbe fare la differenza è Musk, magari trascinando con sé altri privati tipo Bezos, come già fatto col turismo spaziale. È lo scenario che va delineandosi e che soltanto 10 anni fa sarebbe stato impensabile".
E le superpotenze mondiali staranno a guardare?
"Fino a qualche anno fa lo Spazio era concepito come un contesto con caratteristiche uniche per instaurare una collaborazione pacifica tra gli Stati. Le ultime mosse, tuttavia, segnalano che la geopolitica ha preso il sopravvento e che gli Stati Uniti stanno reinterpretando la pianificazione verso lo Spazio come un'operazione da condurre con Paesi amici o più amici di altri, a cominciare da Europa, Canada e Giappone. Così, se ancora 4-5 anni fa si guardava alla conquista di Marte in un'ottica multilaterale e di collaborazione, oggi Stati Uniti, Russia, Cina e India tendono a muoversi con iniziative isolate e indipendenti".
Lasciando, di conseguenza, maggiore spazio ai privati...
"Esatto. Una tendenza che è emersa chiaramente anche dal contratto di recente affidato dalla Nasa a SpaceX per il trasporto cargo sulla Luna, preferendo la società di Musk rispetto a Blue Origin di Bezos. Il messaggio è che la Nasa paga le società private per alcuni servizi, come appunto il trasporto cargo. Dopodiché, come ben sappiamo, SpaceX trasporta nello Spazio anche cittadini privati".

Quali saranno le conseguenze economiche del turismo spaziale, a tutti gli effetti partito nell'estate del 2021?
"La partenza a razzo, tanto per ricorrere a un gioco di parole, dei viaggi dei privati nello Spazio dimostra che è realistico ipotizzare che la cosiddetta Space Economy, del valore stimato in quasi 400 miliardi di dollari, gode di un effetto moltiplicatore simile a quello del calcio. Per valutarne le conseguenze, non bisogna guardare solo ai singoli viaggi. E a riguardo va sottolineato che si può passare dalle centinaia di migliaia di euro della missione di luglio di Richard Branson fino ai 40-50 milioni per persona che si dice che Jared Isaacman abbia pagato per Inspiration4 con SpaceX. In realtà, occorre considerare tutto l'indotto che c'è intorno: dai diritti di trasmissione concessi alle tv o alle piattaforme di streaming fino all'abbigliamento dei protagonisti dei viaggi, con gli annessi risvolti pubblicitari nel mondo della moda e non solo. Insomma, la nuova economia dello Spazio non riguarda solo le singole missioni, ma ha ripercussioni molto più ampie sulla vita di tutti i giorni. E questo ci riporta a situazioni già viste, dove lo Spazio non è che un ingranaggio di un più ampio circuito che riconduce all'economia più tradizionale".