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Canon EOS R3, la fotocamera mirrorless che segna la fine delle reflex

Canon EOS R3, la fotocamera mirrorless che segna la fine delle reflex
La nuova macchina professionale vuole convincere anche i fotografi sportivi e naturalistici ad abbandonare il pentaprisma
3 minuti di lettura

A 3 anni dal debutto del sistema mirrorless EOS R, avvenuto nell’autunno del 2018, Canon porta sul mercato una nuova macchina fotografica professionale che mira a conquistare anche i fotografi irriducibili che ancora si affidano alle reflex.

La nuova fotocamera si chiama EOS R3, un nome che ne rivela subito il posizionamento a metà fra la R5, mirrorless ad altissime prestazioni equivalente della 5D, e la 1DX Mark III, l’ammiraglia suprema della famiglia Canon, ancora dotata di pentaprisma. Presentata prima dell’estate in versione preliminare, la nuova fotocamera è stata ampiamente testata durante le Olimpiadi di Tokyo e ora è finalmente pronta per l’arrivo sul mercato.

Sebbene la EOS R3 non scalzi ancora il dominio della capostipite 1DX (compito che spetterà, è lecito ipotizzare, a una prossima R1), ne eredita alcune delle caratteristiche che la fanno preferire ancora oggi a una categoria importante di professionisti: i fotografi sportivi e naturalistici. Innanzitutto ci sono somiglianze nelle dimensioni e nella forma: la R3 è la prima delle mirrorless Canon di nuova generazione con un corpo massiccio e un grip integrato, molto simile a quello della 1DX, sebbene più compatto. Poi ci sono la velocità e la propensione alla foto d’azione.

Dalla mirrorless EOS R5, che si posiziona subito sotto, la nuova fotocamera eredita invece le caratteristiche tipiche delle mirrorless (silenziosità, peso ridotto, ottime capacità video) in aggiunta a quelle fotografiche, con il supporto alla risoluzione 6K 60p in raw o al 4K 120p, anche in formato Canon Log e con il dual recording su scheda CF Express ed SD.

Il sensore full-frame della EOS R3 è un CMOS retroilluminato e stacked con una risoluzione di 24.1MP. La scelta di questa risoluzione è spiegata dalla necessità di trovare il giusto equilibrio fra l’alta risoluzione delle foto e il loro peso: la R3 è destinata a fotografi che devono produrre grandi quantità di immagini e trasferirle spesso molto velocemente alle agenzie per la selezione e la pubblicazione. Una risoluzione più alta non avrebbe aggiunto molto alla qualità e avrebbe piuttosto generato un impedimento a questo passaggio fondamentale per i professionisti.

Le altre caratteristiche sono quelle che ci si può aspettare da una nuova ammiraglia Canon nel 2021. I tempi vanno da 30 secondi a 1/64.0000 di secondo; le raw sono a 14-bit; la raffica può arrivare a 30 frame per secondo, ma si può regolare anche a 15 o 3 fps; il ritardo dell’otturatore è di soli 20 milllisecondi, contro i 29 della 1DX, e l'accensione avviene in 0,4 secondi; la sensibilità ISO va da 100 a 102.400 ISO.

Velocità è la parola chiave anche nel caso dell’autofocus e del tracking del soggetto, basati sul sistema Dual Pixel CMOS di seconda generazione, come quello della R5. La messa a fuoco avviene, dicono da Canon, in 0,03 secondi e funziona fino a -7,5 EV, mentre il tracciamento in tempo reale è compatibile con un numero più ampio di soggetti. L’algoritmo della fotocamera per la prima volta è stato allenato con un vero meccanismo di apprendimento automatico per riconoscere non solo occhi e visi di persone e animali, ma anche veicoli e piloti, proprio in virtù della destinazione d’uso della macchina.

Una caratteristica unica della EOS R3 è la tecnologia di messa a fuoco con controllo oculare Eye Control AF. È una tecnologia che Canon aveva già sviluppato e brevettato negli anni ‘90, ma che poi aveva quasi abbandonato. Ora l’azienda l’ha recuperata e perfezionata con l’aiuto degli ingegneri della propria divisione medicale. Funziona grazie a un sistema a infrarossi integrato nel mirino capace di leggere la direzione in cui puntiamo l’occhio per spostare l’attenzione sul soggetto da tracciare. In sostanza chi scatta può utilizzare il movimento oculare per selezionare un punto di messa a fuoco, per poi confermare la scelta con la mezza corsa del pulsante di scatto o con uno dei tasti programmabili della fotocamera.

Il mirino elettronico è infine l’ago della bilancia. Uno dei motivi per cui un gruppo nutrito di fotografi professionisti sceglie di usare ancora le reflex è la qualità dell’immagine naturale che si può osservare in un mirino analogico come quello della 1DX. Per riuscire a emulare e superare la qualità ottica dei viewfinder tradizionali, l’EVF della EOS R3 ha una risoluzione di 5,76 milioni di punti, è privo di black out, cioè del fotogramma nero fra uno scatto e il successivo, e soprattutto ha una frequenza di aggiornamento di 120Hz. Secondo Canon riesce a eguagliare la qualità e le prestazioni di un mirino di tipo ottico.

La EOS R3 sara? disponibile dalla seconda meta? di novembre: il corpo macchina costa 6289 euro, un prezzo che si posiziona esattamente a metà fra quello della R5 e quello della 1DX Mark III. Canon ha annunciato anche la disponibilità di due nuovi obiettivi per il sistema EOS R: un RF 16mm F2.8 e un nuovo zoom RF 100-400mm F5.6-8 IS USM, che costano rispettivamente 359 e 789 euro.