Assoutenti ha depositato un esposto al garante per la Protezione dei Dati personali in cui si denuncia la possibile violazione della privacy degli automobilisti da parte della app Free to X usata da Autostrade per l'Italia per il cosiddetto Cashback dei Pedaggi, l'indennizzo a che spetta a chi subisce ritardi a causa di cantieri e lavori.
La società pubblicizza online la possibilità di richiedere un rimborso per ritardi dovuti a cantieri da lavoro lungo la rete, comunicando che dal 15 settembre sarà disponibile un'app dedicata sugli store di Apple e Google, ma secondo quanto spiegato da Assoutenti nell'esposto "tutti i servizi forniti sarebbero vincolati alla compilazione di un form dove non si può procedere se non si fornisce il consenso alla ricezione di comunicazioni di marketing per prodotti e offerte della medesima società".
Inoltre, il meccanismo dei rimborsi in favore degli automobilisti risulterebbe eccessivamente invasivo per la privacy delle persone: per calcolare il ritardo verrebbero incrociati i dati relativi alla presenza dei cantieri con quelli di Google Maps riguardo alle code e quelli relativi agli orari di entrata e uscita dall'autostrada da parte degli automobilisti; questo nonostante che la procedura di rimborso potrebbe essere automatica e senza necessità di iscrizione o cessione dati per l'85% di chi viaggia, visto che oggi il 62% degli automobilisti che utilizzano le autostrade paga i pedaggi attraverso Telepass e il 23% con carte di credito.
Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, ha spiegato che "la trasmissione dei dati personali degli automobilisti aventi diritto al rimborso dei pedaggi presenta evidenti profili di criticità e potrebbe violare l'articolo 5 del Regolamento UE 2016/679 e il Codice in materia di Protezione dei dati personal. Abbiamo investito della questione il Garante, inviando un esposto in cui si chiede di aprire una istruttoria sull'app Free to X e sulle procedure seguite da Aspi per riconoscere i rimborsi agli automobilisti".