In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni
Dal 2022

Finalmente ci si potrà iscrivere a Netflix e Spotify anche dall'app per iPhone e iPad

Finalmente ci si potrà iscrivere a Netflix e Spotify anche dall'app per iPhone e iPad
(reuters)
Dal 2022 le app di contenuti multimediali potranno linkare a una pagina esterna per la creazione e la gestione dell’account: la decisione pone fine a una lunga indagine della commissione antitrust giapponese
3 minuti di lettura

All’inizio del 2022 Apple cambierà le regole dell’App Store che riguardano le cosiddette applicazioni di lettura (in inglese, reader), cioè quelle che offrono accesso a contenuti digitali come giornali, riviste, libri, audio o video.

Dal prossimo anno le app potranno inserire un singolo link a una pagina per la creazione o la gestione del proprio account attraverso il browser. La decisione arriva a seguito di un accordo con la Japan Fair Trade Commission (Jftc, l’antitrust giapponese) per porre fine a una lunga indagine sulle pratiche commerciali dell’App Store. Nell’analisi generale dei termini del servizio, spiegano da Apple, l’ente nipponico non ha riscontrato alcuna criticità, con l’esclusione del sistema per l’iscrizione a servizi in abbonamento.

Netflix e Spotify
A oggi applicazioni come Netflix o Spotify, che appartengono appunto alla categoria reader non possono utilizzare sistemi di iscrizione diversi dagli Acquisti In App, con la conseguenza di dover cedere ad Apple il 30% degli introiti e la visibilità sui dati dei propri utenti. Per questo entrambi i servizi hanno disattivato il sistema di iscrizione all’interno delle loro app su iOS, preferendo rinunciare all’iscrizione di nuovi utenti tramite i dispositivi.

A oggi, chi vuole creare un account Netflix o Spotify Premium o gestire un abbonamento esistente su iPhone e iPad deve uscire dall’app, aprire il browser, andare sul sito del servizio, selezionare un piano mensile, iscriversi, tornare sull’app, inserire le credenziali ricevute e avviare finalmente lo streaming di un film o di una canzone. A fine aprile, anche la Commissione europea aveva rilevato una violazione delle regole antitrust proprio in relazione all’imposizione delle In App Purchase per l’iscrizione a servizi come Spotify. La decisione presa da Apple potrebbe potenzialmente risolvere anche questo contenzioso.

Per ora c’è solo l’annuncio
La scelta di modificare le regole a partire dal 2022 è legata alla necessità di implementare le nuove direttive, risolvendo alcuni dei problemi che questa apertura porta con sé. Non è ancora chiaro, per esempio, quale potrà essere il testo del link che gli sviluppatori potranno inserire nelle app, oppure se per “singolo link” si intende un link a una pagina univoca visualizzabile in più punti dell’app oppure una singola istanza del collegamento ipertestuale. Le risposte a queste domande non ci sono ancora non perché Apple non voglia fornirle, ma semplicemente perché la definizione delle policy e lo sviluppo dell’infrastruttura tecnica deve ancora fisicamente avvenire.

Le implicazioni della decisione
Non sarà un lavoro facile per gli ingegneri e gli avvocati di Cupertino. L’inserimento di un singolo link a una pagina di attivazione o gestione di un account comporta una serie di ramificazioni non trascurabili riguardo la privacy dei dati, l’esperienza degli utenti e la coerenza del sistema delle subscription sul dispositivo. Come farà Apple ad assicurare che sia rispettata la riservatezza delle informazioni di chi clicca sul link di iscrizione? Come farà a garantire che la pagina esterna del servizio rispetti le indicazioni della privacy label imposta dall’App Store?

C’è poi la questione della gestione delle subscription: gli abbonamenti tramite app sono gestibili direttamente dalle Impostazioni di iPhone e iPad. Le scadenze sono chiaramente indicate e per disdire un abbonamento basta un tocco. Che ne sarà di questa funzione per gli abbonamenti attivati tramite il nuovo link? Apple imporrà a Netflix e Spotify di integrare gli abbonamenti con questa sezione del sistema operativo? Se sì, come verrà implementata tecnicamente una simile direttiva? Anche a tutte queste domande Apple dovrà fornire una risposta nei prossimi mesi.

L’App Store sotto inchiesta
I cambiamenti annunciati agli abbonamenti in app per le app di tipo reader arrivano in un momento particolarmente caldo per Apple e per l’App Store: di recente fa l’azienda ha annunciato di avere chiuso una class action negli Stati Uniti concedendo agli sviluppatori la possibilità informare gli utenti tramite mail riguardo l’esistenza di forme di pagamento dei contenuti alternative all’App Store. Fra le altre novità, anche la possibilità di prezzare le app in maniera più flessibile portando le opzioni da 100 a più di 500. In Corea del Sud, nel frattempo, un nuova legge che diverrà ufficiale dopo la firma del presidente impone ad Apple e Google di concedere agli sviluppatori l’implementazione di sistemi di pagamento alternativi a quelli integrati nei rispettivi App Store. La legge è la prima al mondo di questo tipo e potrebbe innescare una serie di provvedimenti simili anche in Occidente: "Disegni di legge con implicazioni simili sono stati proposti negli Stati Uniti e in Europa, così quello della Corea del Sud diventerà una pietra miliare per la regolamentazione delle piattaforme del mercato delle app in tutto il mondo", ha commentato Han Sang-hyuk, presidente della Commissione nazionale per le Comunicazioni.