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La ricerca sul cancro fatta col cellulare di tutti: l'idea di Vodafone e Airc

La ricerca sul cancro fatta col cellulare di tutti: l'idea di Vodafone e Airc
Un nuovo progetto di citizen science permette di sfruttare la potenza di calcolo dei nostri smartphone mentre dormiamo per aiutare chi è impegnato nella lotta contro il cancro: ecco come funziona
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Dopo il successo dell'iniziativa del 2019, Fondazione Vodafone e Fondazione Airc per la ricerca sul cancro uniscono nuovamente le forze con un progetto disponibile su DreamLab, l'app che trasforma lo smartphone in un prezioso strumento per accelerare la ricerca grazie al calcolo distribuito.

Si tratta di un nuovo progetto di citizen science che segue il precedente Genoma in 3d, condotto con il sostegno di Airc presso Ifom: si unisce anche a quello lanciato lo scorso anno dalla Fondazione Vodafone con l'Imperial College di Londra per combattere il coronavirus. L'esploratore delle cellule tumorali (questo il suo nome) mira a individuare le cellule più responsabili dei diversi tipi di tumori: ognuna viene schedata e di ciascuna viene tracciato un identikit per individuare le più pericolose e poi colpirle.

DreamLab, ideata e sviluppata da Fondazione Vodafone, è l'app gratuita che consente a chiunque abbia uno smartphone di contribuire alla ricerca in campo medico, anche quando dorme: la potenza di calcolo degli smartphone, normalmente impiegata per posta elettronica, app, streaming di video o musica e così via, è una risorsa inutilizzata di notte. Invece, quando lo smartphone è inutilizzato e collegato alla rete elettrica, DreamLab scarica piccoli pacchetti di dati e li restituisce ai ricercatori una volta elaborati: il calcolo distribuito riduce drasticamente il tempo necessario per l'analisi di grandi quantità di informazioni.

In questo progetto si prevede di usare in totale circa 2,4 milioni di ore di calcolo sui cellulari: se con un computer con un processore 8 core, attivo 24 ore su 24, sarebbero necessari circa 12.500 giorni, con una rete di soli 1000 smartphone, attivati per sole 6 ore a notte, il tempo necessario si riduce di circa 30 volte.