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Google, vent'anni di ricerche che hanno cambiato il web

Google, vent'anni di ricerche che hanno cambiato il web
(reuters)
Da un garage al mondo intero. Il 4 settembre 1998 nasceva il motore oggi usato da 9 utenti su 10. Con qualche flop (Motorola e i Glass) e scivoloni fiscali. Ora il rischio è che altri sappiano innovare più e meglio
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LA PRIMA volta che si incontrarono, nell'estate del 1995, Larry Page e Sergey Brin non si piacquero molto. Il primo stava valutando di entrare all'Università di Stanford, il secondo aveva il compito di mostrargli il campus. Non furono d'accordo su nulla. Durò poco quell'antipatia: tre anni dopo, il 4 settembre di venti anni fa, avrebbero fatto nascere ufficialmente Google. Anzi: Googol, termine coniato dal matematico Edward Kasner negli anni Trenta per indicare un numero che ha un uno e cento zeri. Qualcuno inciampò nella sillabazione.

Oggi è un colosso con un giro di affari da 110 miliardi di dollari. Quasi il 90 per cento delle persone che navigano in Rete usano il suo motore di ricerca, gestisce metà della pubblicità online e ha altri sei servizi, dalle mail alle mappe, con oltre un miliardo di utenti. La gerarchia che offre del web è diventata il web stesso. Il suo indice, basato su un algoritmo che analizza la quantità di riferimenti e di collegamenti ai singoli siti stabilendone l'importanza, è stato rivoluzionario.

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Ma quando Brin e Page cominciarono nel garage di Susan Wojcicki (dipendente numero 16 e attuale capo di YouTube) non avevano nemmeno idea di come avrebbero fatto i soldi. "Lavoravo nel settore dal 1997", ricorda Lorenzo Montagna, che ha ricoperto incarichi di primo piano a Lycos, Altavista e Yahoo, tutte aziende concorrenti di Google che si sono accorte troppo tardi di esserlo. "Nacque in sordina e in ritardo rispetto ad altri. In quegli anni il motore di ricerca non era percepito come un valore, il valore erano i contenuti dei portali che attiravano pubblicità. E Google di contenuto non ne aveva nemmeno uno, nessuno pensava che le ricerche potessero attrarre inserzionisti. Ha avuto il coraggio di fare una cosa controcorrente e di farla bene".

Di quei primi anni nel campus di Mountain View, sempre in California, oggi si coltiva il mito. "Se lavori a Google puoi fare la cosa che credi sia più giusta" disse in una delle sue rare apparizioni pubbliche Larry Page, parlando della libertà data ai dipendenti di lavorare a progetti propri nel 20% del tempo. Gmail e Google News sono nate così. Ma ormai si tratta di retorica. Da colosso da 60 mila dipendenti, per mantenersi sulla cresta dell'onda finanzia startup e fa acquisizioni. Il servizio video YouTube, l'app per la navigazione stradale Waze, il sistema operativo Android usato dal 76 per cento degli smartphone nel mondo, sono alcuni esempi.
"Con Google, Facebook e Amazon è nato il Web così come lo conosciamo, ma anche i grandi monopoli digitali", sottolinea Roberto Liscia a capo di Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano. "Hanno inventato servizi gratuiti straordinari. Ognuno di noi li usa dando in cambio i propri dati, che messi insieme forniscono informazioni su come si muove un'intera società".

Qualche fallimento, dai Google Glass all'acquisizione di Motorola, alcuni passi falsi in tema di tasse. E due multe dalla Commissione europea, da 2,4 e 4,3 miliardi di euro, per abuso di posizione dominate. Ma è nulla rispetto alla possibilità che stia invecchiando. "La prossima innovazione? Dubito che verrà dalla Silicon Valley", ha detto Peter Thiel, cofondatore di PayPal e fra i primi investitori in Facebook. Ha ragione: l'unico grande rischio per giganti come Google è che qualcun altro possa arrivare dal nulla e conquistare scena e mercato come venti anni fa fecero Page e Brin.