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Nuraphone, le cuffie nate su Kickstarter che si "adattano" alle persone

Nuraphone, le cuffie nate su Kickstarter che si "adattano" alle persone
A colloquio con Dragan Petrovic, a capo della startup australiana che sta rivoluzionando il mondo dell’audio e che online ha raccolto 1,8 milioni di dollari. Le sue cuffie si sintonizzano con l’udito di ogni ascoltatore e riescono a compiere un mezzo miracolo. Ecco la sua storia
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ROMA - “Buon giorno, come va?”, esordisce in italiano Dragan Petrovic quando lo raggiungiamo al telefono. Voce squillante che corre veloce, quasi quanto la sua vita: nato in Serbia, emigrato in California da bambino con i genitori, è finito a lavorare fra Australia e Stati Uniti. E ha una vera passione per l’Italia e per l’italiano. A 39 anni è una delle menti dietro Nura, startup che si sta facendo conoscere per delle cuffie di nuova generazione.

Le Nuraphone compiono un mezzo miracolo adattandosi all’udito delle persone dato che ognuno di noi percepisce i suoni in maniera diversa. “Certi toni è possibile che una persona li avverta in maniera radicalmente diversa da un’altra”, spiega Petrovic. A volte questa differenza è paragonabile a sei o sette click sul tasto del volume dello smartphone. Il nostro modo di ascoltare varia in maniera ben più ampia rispetto alle differenze nella voce, tanto per restare nel campo del suono”.       
Di qui l’idea avuta con il socio Luke Campbell, medico specializzato in otorinolaringoiatria: hanno pensato che fosse assurdo, nell’era della musica in streaming consumata su scala mondiale in quantità sempre maggiori, che venissero prodotte cuffie e auricolari standard. E ne hanno progettato un modello che, grazie ad una app e al suo algoritmo, si sintonizza con l’ascoltatore eseguendo un test attraverso sette diverse misurazioni. L’effetto finale, stando alla nostra prova, forse non è miracoloso ma è davvero sorprendente. Non abbiamo mai sentito delle cuffie con una dinamica simile, una tale precisione e un impatto del genere. In quella fascia di prezzo, parliamo dei modelli fra i 300 e i 400 euro, nulla suona così. Poco importa che sia marchiato Bose, Sony o Beats.
 
Le Nuraphone, una volta tracciato il profilo, riescono a dare una forza al suono invidiabile anche a volumi moderati e oltre alla fisicità ricostruiscono nello spazio gli strumenti dandogli una collocazione esatta. Sono un sistema ibrido che unisce cuffie tradizionali e auricolari, questi ultimi nascosti nei due padiglioni. Anche per questo riescono ad ottenere certi risultati. Con in più dei sensori di prossimità che funzionano perfettamente: si attivano e si mettono in standby quando vengono indossate o tolte. Ovviamente sono wireless. Unico difetto: alla lunga danno fastidio essendo dei mezzi auricolari.
“Ho studiato ingegneria a Berkeley, per altro con un italiano con il quale giocavo a calcio, e mi sono reso conto mentre approfondivo la teoria della comunicazione che fra chi crea musica e chi l’ascolta ci sono una quantità di filtri e infiniti incidenti nella trasmissione del messaggio”. Musicisti e addetti ai lavori hanno mostrato grande interesse al prototipo, ma nessuno credeva ci fosse una reale possibilità di entrare nel mercato delle cuffie dove l’acquisto ormai è basato sulla forza del marketing o sul fatto che qualche celebrità le indossa invece che sulla qualità del suono. Petrovic e Campbell hanno insistito e la campagna su Kickstarter gli ha dato ragione: 1,8 milioni di dollari raccolti nel 2016 e ora l’azienda è presente in 87 Paesi con i due che corrono avanti indietro fra Australia, California, Europa e Asia.
“Creare una startup è davvero faticoso”, racconta lui. “Ho un figlio piccolo e mi sono ripromesso di stargli a fianco per almeno il 50 per cento della sua vita. Ma anche così mi sono perso i suoi primi passi. Quando ha cominciato a camminare io ero lontano. È molto dura”. Fa una pausa. Poi riprende: “Quando vedo il sorriso sul volto delle persone che ascoltano per la prima volta le Nuraphone in parte mi consolo”. Il 17 luglio, in concomitanza con gli sconti di Prime Day su Amazon, Petrovic e Campbell hanno in serbo un paio di sorprese. Intuibile una delle due, considerando le offerte che su Amazon verranno fatte. L’altra? Per ora basta dire che si tratta di un aggiornamento che offrirà una funzione importante, oggi appannaggio di marchi come Sony e Bose. “E siamo solo all’inizio”, conclude Dragan. “La tecnologia che abbiamo è applicabile anche ad altre categoria di prodotti e servizi. Abbiamo ancora tanta strada da fare, la faremo compiendo un passo alla volta”.   

In questo ricordano un’altra startup, la Oneplus. Anche lei si limita a fare una cosa sola, smartphone in quel caso, e cerca di farlo nel miglior modo possibile. Fino ad ora gli è andata piuttosto bene anche se si è dovuta confrontare con colossi come Apple e Samsung.