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E così è nata la sua ultima invenzione, che solidifica le forme in un bagno di resina liquida usando il laser e l'ossigeno. Fa crescere le forme, letteralmente, indirizzando chirurgicamente l'ossigeno e la luce nel bagno di polimeri. Ma il vantaggio non sta solo nel dar vita a forme di qualsiasi genere, cosa che una stampante 3d normale non può fare. La Carbon3D ha infatti una velocità che è fra le 25 e le 100 volte maggiore rispetto ai modelli oggi in commercio. Che, per inciso, sono di una lentezza esasperante. "La stampa 3D è un nome sbagliato", ha detto DeSimone durante il Ted a marzo del 2015. "In realtà è una stampa bidimensionale ripetuta all'infinito". Le stampanti di oggi in effetti depositano uno strato sottile dopo l'altro di materiale plastico, come fesse una sovrapposizione progressiva di fogli di carta, fino a costruire una forma tridimensionale. "Guardando Terminator 2 abbiamo così pensato: perché non trovare il modo di solidificare le forme direttamente in un materiale liquido". La sua breve lezione al Ted, dieci minuti mentre la Carbon3D produceva un oggetto, è piaciuta parecchio e non solo al pubblico presente in sala. Il video infatti è stato guardato con attenzione anche da Lerry Page e Sergey Brin, i fondatori di Google.
Carbon3D, la stampante fino 100 volte più veloce delle altre
E' stata creata ispirandosi al "cattivo" di Terminator 2, film del 1991 di James Cameron. Ford, Autodesk e ora Google hanno messo gli occhi e i loro soldi sulla startup americana che l'ha ideata e che con questi investimenti vuole sviluppare ancora questa nuova tecnologia. Solidifica le forme in un bagno di resina grazie all'uso chirurgico di laser e ossigeno. Può quindi creare forme di ogni genere e dare al materiale consistenze differenti. Dietro la Carbon3D c'è Joseph DeSimone, chimico di fama e startupper seriale. (a cura di Jaime D'Alessandro)
Ma per raggiungere un accordo c'è voluto del tempo e solo pochi giorni fa si è saputo che Mountain View ha deciso di investire 100 milioni di dollari nella startup di DeSimone. 100 milioni che si sono aggiunti ai 51 arrivati precedentemente da Sequoia Capital, Silver Lake Kraftwerk, Autodesk e Ford. Il Ted tenuto dal "padre" della Carbon3D in effetti fa impressione. Del resto DeSimone non è uno qualunque. Chimico startupper seriale, è fra i venti studiosi eletti in tutti e tre i rami delle National Academies statunitensi: Institute of Medicine (2014), National Academy of Sciences (2012) e National Academy of Engineering (2005). Nel 2008 ha anche vinto il Lemelson-Mit Prize for Invention and Innovation intascando il premio di mezzo milione di dollari.
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Certo, 150 milioni di dollari sono spiccioli per colossi come Google, Ford e Autodesk. Ma il modo di operare della Carbon3D è rivoluzionario e se funziona come sembra cambierà il volto dell'intero settore. La data di uscita? "Entro la fine dell'anno", ha assicurato DeSimone. Ma non sarà una stampante per tutti. Anche se di prezzo ancora non si è parlato, alla Carbon3D hanno fatto intendere che almeno in una prima fase sarà un dispositivo professionale pensato per la grande industria o per chi ha spalle altrettanto larghe.
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