Lo sprone di Vitucci e Giofrè: «TvB, facciamo un altro passo avanti»
La presentazione del nuovo coach: «Bello essere il primo della lista, per vincere e divertirsi». Il ds: «C’è entusiasmo, avremo scommesse ma anche certezze»
Silvano Focarelli
Francesco “Frank” Vitucci, coach di Treviso Basket, con il presidente Paolo Vazzoler e il direttore sportivo Simone Giofrè (Fotofilm)
I due ormai viaggiano in coppia. Varese, Brindisi, ora Treviso. E dove vanno raccolgono risultati. Coach e direttore sportivo sono quelli che costruiscono il roster in base al budget messo a disposizione dalla società. E Treviso Basket li ha voluti qui perchè, al quinto anno di serie A intende fare il famoso upgrade, un miglioramento sostanziale. Francesco "Frank" Vitucci e Simone Giofrè, alla presentazione urbi et orbi di mercoledì 7 giugno, hanno mostrato la prevedibile prudenza di chi è appena arrivato, ma anche la precisa volontà di fare di tutto, nei rispettivi ambiti, per esaudire le non poche aspettative che già reclama il loro nuovo ambiente.
«Grazie per l'opportunità concessami - attacca Vitucci - il mio pensiero va anzitutto a chi mi ha preceduto in questi anni, cioè Menetti e Nicola, che hanno messo dei mattoni fondamentali per questo progetto che ora vuole andare avanti. Mi preme dire che il mio non è da considerare tanto un ritorno a Treviso, a me interessava essere il primo della lista, scelto da chi ha visto in me l'allenatore in grado di far fare un passo avanti. Poi, chiaro, è anche vero che sono legato a questo territorio. In quanto a Simone, conoscerci è un bel vantaggio, è più facile decidere. Poi talvolta se gli chiedo un giocatore lui risponde che costa troppo e pazienza. A entrambi piace essere creativi: quando a Brindisi mi propose John Brown io ero titubante invece si rivelò un giocatore pazzesco».
Buono l'impatto anche per Giofrè, arrivato lunedì a Treviso. «Sì, ho avuto subito ottime sensazioni, a partire dalla telefonata che mi fece Giovanni Favaro, il quale mi espresse la volontà della società di avvalersi della mia professionalità. E la prima impressione è stata grandissima. Io iniziai nel 1999 quanto Treviso, come Benetton, era una grande realtà del basket, oggi c'è un altro club, ben strutturato e vedo l'entusiasmo del primo giorno di scuola. E questo entusiasmo sarà fondamentale che lo percepiscano anche i giocatori, soprattutto quelli stranieri che arrivano in Italia per la prima volta. Allora cari tifosi, trasformate la vostra passione in entusiasmo».
Nel 2010 Vitucci fu licenziato dalla Benetton dopo una vittoria. Potrà essere questo uno stimolo ulteriore nel suo lavoro a TvB? «Da allora è passato qualche anno ed ho avuto esperienze diverse, adesso qui a Treviso riparto da zero: so che al Palaverde in questi anni c'è sempre stato un entusiasmo incredibile e vorrei che continuasse ad esserci, vorrei rivivere le stesse emozioni».
Play hard and enjoy. Sarà così anche alla Nutribullet? «La mia pallacanestro ha una sua impronta e va verso una certa direzione («ma non scrivete che è solo salto e corsa sennò si arrabbia...», puntualizza Giofrè), compatibilmente al budget messo a disposizione, ovvio. L'idea di base è vincere, chiaro, e divertirsi. Provarci sempre. I tifosi devono essere contenti dello spettacolo che gli offriamo. L'unica promessa che mi sento di fare è onorare il mio motto. E comunque bisogna essere sempre coerenti per non vendere fumo». E qui Giofrè non può che dargli ragione: «A Brindisi la nostra pallacanestro, sembrerà strano perchè qualche canestro l'abbiamo pur subito, partiva dalla difesa, quindi piano con le etichette. Direi che la cosa migliore è restare equilibrati sui nostri obiettivi».
Giofrè passa per essere il re Mida del mercato. «Direi che ogni tanto sui giocatori una scommessa va fatta ma il merito è di Frank che li mette in campo. Ad esempio Darius Thompson l'ha plasmato lui, al punto che lo fece giocare benissimo da play, una sorpresa». Il sogno di Vazzoler è vedere un trevigiano cresciuto nel suo vivaio fare il capitano in serie A. L'identità è importante? «Parecchio», riprende Vitucci, «se c'è qualcuno che può rappresentare il territorio la squadra di conseguenza è più stimolata a dare il meglio, soprattutto in una città di grande cultura sportiva come Treviso, dove ad alto livello ci sono anche rugby e pallavolo».
Già deciso lo staff tecnico? Banks può restare? «Non sono uno che decide velocemente: chi lavora con me è molto coinvolto e lo staff è fondamentale: non ci si può allenare senza un fisioterapista in palestra. In quanto ai giocatori, parlare dei singoli non va bene, in certe decisioni c'è bisogno della massima sincronia fra le varie componenti. Decideremo quando saremo tutti d'accordo». E con una sciarpa dei “Fioi” diventa più facile.
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