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Rugby, Valsugana campione d’Italia: il Villorba si arrende

Le padovane rivincono lo scudetto battendo l’Arredissima 28-3 nonostante un rosso al 20’. L’mvp è Emma Stevanin

Niccolò Budoia
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Il Villorba si arrende, Valsugana è campione d’Italia per la seconda volta di fila, per la quinta volta nella storia. Più forti dell’inferiorità numerica per tre quarti di partita, più forti di due mete annullate. La finale di Mogliano finisce 28-3, con le Valsugirls che giocano meglio dell'Arredissima Villorba, attaccando di più, superando non poche difficoltà. Le Ricce hanno dovuto inchinarsi alle padovane, che le hanno battute in finale per il secondo anno di fila. Niente drammi per l’Arredissima: l'obiettivo era quello di raggiungere la finale, ed è stato centrato.

A Villorba forse è mancato lo sprint di Alyssa D’Incà, uscita dal campo al 19’ per un placcaggio spalla contro testa che, peraltro, ha causato il cartellino rosso mostrato a Vittoria Vecchini. Una superiorità numerica che nel primo tempo le Ricce hanno cercato di far pesare, riuscendoci abbastanza bene. Le Valsugirls ci hanno messo una decina di minuti per riorganizzarsi, dopo aver subito il piazzato vincente di Capomaggi che aveva dato a Villorba l’illusione di poter stare davanti fino alla fine del tempo. Al 32’ la prima grande occasione, anzi la meta delle padovane. Ma l’azione che aveva permesso a Stevanin di mettere la palla oltre la linea e a Sillari di spedirla in mezzo ai pali era stata viziata da un passaggio in avanti di cui si è accorto (quasi fuori tempo massimo) il Tmo.

La delusione non aveva frenato Valsugana, e di questo Villorba si è accorta. È per questo che, a primo tempo finito, le Ricce hanno continuato a spingere, cercando la meta che le avrebbe portate sopra break, con le padovane temibilissime nonostante giocassero in 14 ormai da una ventina di minuti. A rovinare i piani villorbesi è stata Sofia Stefan, capace di intercettare un pallone a tempo ormai ampiamente rosso e di andare in meta senza trovare alcuna resistenza. Quella meta, e il conseguente rovesciamento del risultato, ha come galvanizzato Valsugana.

Nel secondo tempo l’Arredissima ha fatto ancora più fatica, senza quasi riuscire a giocare nella metà campo padovana. Vi si affacciava, ma dopo poco veniva rispedita indietro e doveva ricominciare daccapo. Chi non aveva bisogno di ricominciare era proprio Valsugana. Dopo otto minuti Rigoni ha segnato la seconda meta, al 23’ Ostuni ha realizzato il tris, al 27’ Stefan ha segnato la quarta per la squadra e la seconda personale. Nel mezzo, un’altra meta annullata alle Valsugirls quando Ostuni Minuzzi è stata portata con un piede fuori dal campo da Barattin, che così ha scongiurato un passivo ancora più pesante.

Gli ultimi minuti non sono stati una passerella: Valsugana ha spinto forte per riuscire a segnare ancora e ancora, dimostrando rispetto per l’avversario e tanta, tanta voglia di vincere questo quinto scudetto padovano. Le Ricce non ci stavano, hanno spinto per mettere a tabellino almeno una meta che le avrebbe aiutate ad accettare un risultato ormai scritto. Così non è stato: la difesa padovana ha retto alla grande, l’attacco villorbese ormai era stanco e non è riuscito a sfondare la linea, con Barattin ultima ad arrendersi . Il risultato era ormai scritto: Valsugana aveva vinto, non c’erano storie.

Dopo una stagione passata in testa, Stefan ha preso la coppa dalle mani del presidente federale Marzio Innocenti, l’ha portata alle sue compagne e ha dato le spalle ai fotografi saltando per aria, con gambe e braccia a stella. Sono ancora loro le migliori d’Italia.

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