TvB, Gracis in bilico. «Restare? Vediamo. In questo mercato serve scommettere»
Il diesse della Nutribullet tra il proprio futuro e quello del club «Oltre ai giocatori ho sempre puntato su persone di valore»
Silvano Focarelli
A sinistra il diesse trevigiano Andrea Gracis
Ma Andrea Gracis che fa? Resta o parte? La risposta arriverà probabilmente già questa settimana: il direttore sportivo della Nutribullet, trevigiano purosangue, una delle glorie della nostra pallacanestro, è a Treviso Basket dal campionato 2013-2014, con la squadra in serie B.
Nove anni durante i quali ha visto crescere società e squadra, raggiungendo la massima serie nel 2019 e contribuendo a mantenerla: il prossimo sarà il quinto anno di fila. Avendo contratto annuale, Gracis alla fine di ogni campionato discute con il presidente Paolo Vazzoler e il direttore generale Giovanni Favaro sul suo rinnovo o meno: quest'anno le voci di una sua partenza, alimentate anche dalle critiche, peraltro non nuove, di qualche tifoso sono un po' più corpose, tanto che sono già spuntati, immancabili, i nomi del sostituto: per ora siamo al figlio d'arte Michele Gherardini (Rucker) ed all'ex Benetton Basket, lo jesolano Cristian Mayer (Agrigento). Mentre Claudio Coldebella ha firmato con Reggio Emilia.
Gracis, lei che dice?
«Devo ancora parlare con la società, che sta facendo le sue valutazioni: so che c'era qualche difficoltà nel riunire il CdA di Treviso Basket, sarà lì che si prenderanno le decisioni sul futuro della squadra, il budget, gli obiettivi. E naturalmente anche sulla mia posizione. Ciò non toglie che anch'io in questo momento sto facendo le mie valutazioni».
Lei è rimasto amareggiato da alcune critiche della tifoseria.
«Non le ho lette, anche se ne sono a conoscenza: i tifosi fanno i tifosi, dicono la loro; poi tutto naturalmente è ampliato dalla cassa di risonanza dei social, una volta non c'era tutto questo clamore. Credo, anzi spero che sia una minoranza quella che mi critica, anche se la cosa non mi disturba più di tanto, cerco di fare il mio lavoro col massimo dell'impegno, anche perchè si parla della squadra della mia città».
I risultati ci sono: le critiche allora da cosa possono essere motivate?
«Sarebbe da chiederlo a loro. La nostra situazione economica, come quella di altri sette-otto club, non è facile: dobbiamo fare il massimo tenendo d'occhio il bilancio e la disponibilità economica, ringraziando chi i soldi ce li mette. Per cui a volte sul mercato sei costretto a fare delle scommesse con giocatori il cui livello di rischio è abbastanza altro: a volte sei così bravo da arrivare sesto, altre ti salvi in extremis. Che poi si possa sempre fare meglio è evidente. La salvezza poi non è così scontata: questo campionato è stato davvero molto duro, in pochi sono stati tranquilli. E dire che le critiche le fanno anche a Milano, Bologna, Brescia. Penso che in generale ci sia una eccessiva esasperazione, in fondo è un gioco da prendere con la giusta leggerezza».
Magari bisognerebbe viverle direttamente tutte queste difficoltà.
«A volte, come noi un anno fa, bisogna ripartire da capo o quasi: se sei così bravo a prendere giocatori forti, l'anno dopo li vedi partire perchè vogliono fare una Coppa europea. E teniamo conto anche dell'elemento umano, cioè trovare dei ragazzi che, oltre a saper giocare a pallacanestro, abbiano anche dei valori interiori: noi dobbiamo mettere assieme degli uomini, delle persone. E qui si capisce quanto sia difficile allestire dei roster equilibrati».
Gracis, sinceramente: raggiungerà la doppia cifra come diesse a TvB?
«Sarebbe strano il contrario, ma che possa succedere lo metto tranquillamente in preventivo: diciamo che se mi diranno grazie ed arrivederci allora il problema non si pone ed a quel punto saluterò tutti; se invece mi chiederanno di continuare allora ci siederemo assieme e inizieremo a programmare». —
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