Rugby Sei Nazioni. L’Italia non chiude la rimonta, la Scozia domina, spreca poi all’81’ passa dal ko alla vittoria
Gli Azzurri escono alla distanza, al 79’ mancano la meta di 20 centimetri, l’arbitro non concede la tecnica ammazza partita ed è show per Kinghorn fra i pali. E’ cucchiaio di legno
di Fabrizio Zupo
Michele Lamaro guida un attacco durante Scozia Italia
Venti, trenta centimetri al massimo al 79' sono mancati alla meta azzurra per la rimonta e la vittoria più incredibile del torneo, una manciata di centimetri con la Scozia in affanno a difendere con le unghie per lunghi minuti sotto i propri pali e la minaccia del fischio della meta tecnica da parte dell'arbitro Gardner.
Minuti da cardiopalma per i tifosi azzurri e nel box dello staff tecnico, dove si attende la meta e invece arriva l'errore e il fischio dell'arbitro contro.
La palla cambia padrone e in pochi secondi dalla mischia esce la palla e Van Der Merwe sta già sprintando 80 metri sul lungo linea con il ruggito del pubblico a spingere sotto per la passata paura, lo scarico per Kinghorn (il sostituto dell'assente Finn Russell) che schiaccia la sua terza meta di giornata. Da 19-14 a 26-14. Manco il punto del bonus.
Torneo chiuso all'ultimo posto con solo 1 bonus difensivo in classifica.
Nel rugby la regola non scritta, dice che se rinunci a punti sicuri rischia di pagarla pesantemente e, di colpo, a metà ripresa per la Scozia s'è presentato lo spettro di una sconfitta irrecuperabile. Bravi a difendere sulle barricate gli ultimi 5' e non subire la meta tecnica, interpretazione della quale è simile a un mistero della fede. Va interpretato e ogni volta è una scoperta.
Anche stavolta gli Azzurri, dal canto loro, hanno rispettato il copione che li vede soccombere nei primi tempi e riprendersi nella ripresa, specie dopo l'ora di gioco, con energie nascoste che li liberano nella testa e li lanciano in avanti.
La differenza, stavolta, sta nei punti di differenza. Non i soliti 19 come contro Francia, Inghilterra, Irlanda ma un striminzito 12-6 alla pausa.
C'entra molto la scelta della Scozia, un po' arrogante vista dagli spalti, di rinunciare a 6 piazzati (9 quelli concessi) nel primo tempo per tentare ostinatamente la penaltouche o la ripartenza veloce per arrivare in meta, peraltro riuscita due volte con Van Der Merwe sull'angolino e in acrobazia ad annullare la spinta fuori disperata di Paolo Garbisi 8 (il Tmo regala replay meraviglioni dell'impresa dell'ala a ginocchia alte nel boato dello stadio) e la prima del regista Kinghorn.
Rinunciare a potenziali 18 punti ha tenuto la porta aperta al rientro dell'Italia. E per l'appunto, nonostante errori nei piazzati, Garbisi servito dal fratello Alessandro (per la prima volta erano entrambi in campo assieme, quattro fratelli in tutto contando i Cannone e messi tutti assieme fanno 89 anni) serve un grubber sulla fascia con un rimbalzo che per una volta finisce in mano ad Allan per la meta nel corner. Forse l'italo-scozzese avrebbe dovuto avere la lucidità di schiacciare qualche metro più verso i pali perché poi la sua tentata trasformazione finisce a lato.
Siamo al 62' ed è 19-11, ogni punto conta soprattutto se dopo 4 minuti un piazzato di Garbisi stavolta permette di accorciare 19-14. Gli scozzesi dopo il dominio iniziale (grazie pure a un giallo a Riccioni) segnano al via della ripresa e, appunto, a tempo rosso entrambe le volte con Kinghorn. In mezzo è solo Italia che mette sotto assedio gli avversari e fa fremere di preoccupazione il pubblico dei 67.154 a Murrayfield.
La panchina è venuta in aiuto più di altre volte: impatto notevole quello di Zuliani, Alessandro Garbisi chiamato dopo due palle passate male da Fusco direttamente in touche (con Gesi libero di sprintare nel prima occasione), Pettinelli al posto di Lorenzo Cannone, Niccolò Cannone al posto dell'infortunato Iachizzi.
Il finale più bello (forse al pari di quello contro la Francia a Roma in avvio di 6 Nazioni), montagne russe delle emozioni, di un torneo da ricordare.
Lo rimarca il ct degli highlander Towsend "Abbiamo avuto e rinunciato alla possibilità di andare a segno con sei piazzati, che avrebbero dato un punteggio molto diverso alla pausa e una distanza dall'Italia. Invece abbiamo solo vinto con l'ultima palla a disposizione della partita. Non abbiamo demeritato di vincere, ma abbiamo complicato tutto con una squadra che ci ha messo in difficoltà".
Territorio e possesso dicono entrambi 53% per loro e 47% e 170 placcaggi contro 192. Oltre i 20 placcaggi ci sono Nicotera (23), Ruzza (21 al 100%), Lamaro (20), in campo scozzese Dempsey poi premiato player of the match.
E così è finita con il cucchiaio di legno, che viene assegnato simbolicamente alla nazione la cui squadra perde tutti i match. Ma è meglio vivere un torneo "dimenticabile" per certe sconfitte come quello del 2022 chiuso dall'acuto a Cardiff, dalla comparsa del folletto Capuozzo, o l'equilbrio vissuto in tutte le giornate di questo 2023?
"Bella domanda" risponde capitan Lamaro "viene da ridere pernsare che avevo chiesto prima del torneo se avessero preferito perderle tutte di un punto o di fare come l'anno scorso. Per quanto unica la vittoria è meglio, la risposta di tutti, anche se in questo mese e mezzo abbiamo combattuto alla pari con le migliori al mondo. Hanno imparato a temerci e a rispettarci".
E la Scozia? "Non credo sia stata arrogante, forse consapevole delle loro capacità. Ci hanno studiato e hanno rinunciato ai piazzati, cercando i nostri punti deboli, mettendoci in pressione per un giallo (come nel caso di Riccioni dopo quattro falli di mischia chiusa collassata), hanno giocato davvero un bel rugby. Noi dovremo riflettere sui nostri errori, migliorare quei dettagli che ci hanno impedito di fare quel punto in più".
Questi ragazzi hanno regalato emozioni. Non bisogna guardare se l'Irlanda non ha messo Sexton e Ringrose contro di noi, il Galles lo stesso con Biggar, stavolta l'assenza di Hogg e Russell: tutte hanno vinto, tutte hanno rischiato di perdere con questa Italia.
Ed è inutile recriminare sulle assenze e sugli infortuni: Ioane, Polledri e Capuozzo nell’ordine. Chi era in campo ieri poteva vincere.
Per Crowley è gia tempo di pensare al Mondiale, con solo 5 partite davanti prima della campagna francese: si inizia il 29 luglio ancora a Murrayfield in amichevole contro la Scozia, poi Romania e Giappone in casa (a Venezia) e due volte in Irlanda.
Edinburgo, Murrayfield Stadium
Guinness Sei Nazioni, V giornata
Scozia v Italia 26-14
Scozia: Smith (27' st. Healy); Steyn, Jones, Tuipulotu (27' st. Redpath), Van der Merwe; Kinghorn, White (19' st. Price); Dempsey, Watson (10' st. Fagerson M.), Ritchie J.; Gray J. (19' st. Cummings), Skinner; Fagerson Z. (30' st. Nel), Turner (10' st. Ashman), Schoeman (19' st. Sutherland)
all. Townsend
Italia: Allan; Bruno, Brex, Morisi (30' st. Zanon), Gesi S. (28'-39' pt. Ceccarelli); Garbisi P., Fusco (10' st. Garbisi A.); Cannone L. (Pettinelli), Lamaro (c), Negri (6' st. Zuliani); Ruzza, Iachizzi (22'-32' pt. e 6' st. Cannone N.); Riccioni (16'-39' st. Ceccarelli), Nicotera (32' st. Manfredi), Fischetti (16' st. Zani)
all. Crowley
Cartellini: 28' pt. giallo Riccioni (Italia)
arb. Gardner (Australia)
Marcatori: p.t. 7’ cp. Allan (0-3); 12’ m. Van der Merwe (5-3); 15’ cp. Allan (5-6); 29’ m. Kinghorn tr. Kinghorn (12-6); s.t. 3’ m. Kinghorn tr. Kinghorn (19-6); 22’ m. Allan (19-11); 26’ cp. Garbisi P. (19-14); 80’ m. Kinghorn tr. Kinghorn (26-14)
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