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Volley, nel tridente delle star Haak-Egonu-Boskovic è la svedese dell’Imoco a far incetta di trofei

Bella è a otto finali vinte di fila grazie all’ultima Coppa Italia. La serba è imbattuta in patria, l’azzurra ancora a mani vuote

MIRCO CAVALLIN
2 minuti di lettura
Isabelle Haak alla schiacciata con l'Imoco Conegliano 

Isabelle Haak a Conegliano, Paola Egonu al Vakifbank e Tijana Boskovic all’Eczacibasi sono le punte di diamante dell’intero movimento del volley (le ultime due pare anche per il mercato della nuova stagione).

Chi sia più forte lo dirà la storia dei prossimi anni, chi sia più protagonista lo dicono i numeri. Appena passata la prima metà della stagione, la conta dei trofei, per il momento, è netta.

Prima Conegliano

Conegliano ne ha vinti tre su tre e ha un bilancio complessivo di 28 vittorie e una sola sconfitta. Il Vakifbank ha perso le finali di Supercoppa (0-3 col Fenerbahçe) e Mondiale per club (1-3 con le pantere), subendo una sconfitta anche in campionato e in Europa.

L’Eczacibasi, che del torneo iridato era organizzatore, non ha superato la semifinale e si gode l’imbattibilità in patria e in Champions, dove stasera può staccare a sua volta il pass per i quarti di finale.

Haak, bacheca colma

Nel confronto tra opposti la bacheca personale di Haak è colma (otto finali vinte di fila tra Vakif e Imoco), languono quelle di Boskovic ed Egonu, che possono puntare, prima dei ventilati cambi di casacca, agli ultimi due obiettivi stagionali.

I tre club hanno giocato una quantità simile di partite (29 Conegliano, 28 Eczacibasi, 26 Vakifbank, che ha saltato i turni preliminari della Coppa di Turchia), ma l’impiego delle tre stelle da parte dei loro allenatori è stato molto differente.

Boskovic ha giocato 16 partite, sempre da titolare, delle quali solo 13 dall’inizio alla fine. La serba non è mai entrata a gara in corso ed è rimasta in panchina nelle altre 12 gare, comprese tutte quelle di Champions.

Egonu ha saltato 5 impegni, tutti nel campionato turco, e 3 volte è partita dalla panchina. Ha giocato da titolare in 21 occasioni, uscendo anticipatamente solo l’altra sera nella sfida a Belgrado. Haak “supera” le colleghe anche in questo caso, avendo riposato solo in due gare, alzandosi dalla panca un paio di volte a novembre e partendo in sestetto ben 25 volte.

Utilizzo eccessivo?

È forse troppo parlare di un utilizzo eccessivo della svedese da parte di Santarelli (l’anno scorso Egonu ha giocato 45 partite su 50, nella stagione precedente 41 su 46), ma vanno considerati anche alcuni fattori.

Haak non ha avuto con la sua Svezia lo stesso carico di obiettivi e impegni che hanno caratterizzato l’estate di Serbia e Italia.

Questa prima metà di stagione ha così registrato da parte degli allenatori di Eczacibasi e Vakif una gestione più oculata, quasi centellinata, degli opposti. Akbas e Guidetti hanno avuto questa possibilità sfruttando sia la presenza di un’altra giocatrice di ruolo nel proprio roster (Fabris e Karutasu), sia un maggiore divario tecnico con molte avversarie del campionato e della Champions. Per Haak l’alternativa prevista era Plummer, cosa che è avvenuta solo in due occasioni, e l’innesto di Samedy può essere un’importante boccata d’ossigeno per la svedese.

La conferma si è avuta già martedì a Budapest e il prossimo periodo, che da metà febbraio a metà marzo non prevede impegni infrasettimanali, potrà rivelarsi proficuo nell’economia della gestione di tutto il gruppo. Bella punta ad altri trofei... —

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