Calcio, i piccoli campioni di Treviso segnano all’estero: Drusian in Portogallo, Pllana con il Kosovo
Tommy alla cantera del Benfica: «L’idolo? CR7». Granit, piccolo Benzema: «Punto agli Europei»
Andrea Dossi
La Marca Trevigiana, si sa, è terra fertile in cui coltivare il calcio. Qui sono sbocciati campioni, altri sono stati di passaggio, e ancora adesso i vivai di molte squadre puntano sempre più sui giovani, un po’ per necessità viste le ristrettezze economiche un po’ per i valori stessi dello sport. Inoltre, la provincia di Treviso non è esente dai nuovi trend del mondo del pallone in cui si assiste sempre più a emigrazioni dei talenti verso l’estero per tentare la fortuna o semplicemente per conoscere nuovi punti di vista. Proprio l’estero è un elemento che accomuna due promesse del calcio che vivono ai confini della provincia e le relative storie: la prima punta del 2006 Granit Pllana di Castelfranco, ora in forza al Vedelago, è stato convocato dalla nazionale under 17 del Kosovo per provare a qualificarsi agli europei di categoria; il pari età Tommaso Drusian di Chiarano è reduce da un’esperienza in Portogallo, un paese a cui non chiude le porte pur di giocare a calcio in modo sano e proiettato al futuro.
DAI DILETTANTI AGLI EUROPEI DI CALCIO
Una storia più unica che rara quella di Granit Pllana poiché, pur giocando nella squadra allievi del Vedelago, un club di Promozione, è stato notato e convocato dalla federazione calcistica del Kosovo. Merito dei 29 gol in 22 presenze della scorsa stagione e di una prova convincente ai provini estivi della nazionale gialloblù: «Sono stato tre giorni in Kosovo con circa una quarantina di ragazzi provenienti da tutta Europa per le selezioni – comincia a raccontare Pllana – quando mi è arrivata la convocazione ho provato un’emozione indescrivibile, ero più che contento perché penso sia la cosa più bella, per un 16enne, essere convocato nella propria nazionale per giocarsi la qualificazione agli europei. Non riuscivo a realizzare ma ora con la testa devo essere già pronto perché dal 1° ottobre si comincia a fare sul serio. È difficilissimo che un giocatore che milita in una squadra dilettantistica venga chiamato a rappresentare una nazionale, credo che mi abbiano chiamato per i tanti gol che ho fatto. Giocheremo a Pristina con Italia, Grecia e Finlandia per qualificarci agli europei del 2023 in Ungheria fino all’11 del prossimo mese». Intanto Granit ha esordito nello scorso weekend nel nuovo campionato allievi con una tripletta: «Vogliamo rivincere il campionato e io confermarmi capocannoniere – continua la prima punta del Vedelago – Il mio idolo è Benzema, anche lui fa tanti gol».
IN PORTOGALLO SULLE ORME DI CR7
«Mi ispiro a Cristiano Ronaldo perché lui è partito dal nulla per diventare uno dei migliori di sempre, lavorando con costanza e dedizione ha ottenuto tutto ciò che voleva». Con questo spirito l’ala Tommaso Drusian si è messo in gioco in Portogallo, precisamente nella Pro Direct Academy di Aviero, squadra satellite del Benfica. Due settimane di intenso lavoro e di sperimentazione che faranno bene al talento di Chiarano che ora gioca nel Portogruaro: «Prima di partire ero agitato perché la distanza da casa era molta – spiega Drusian – i miei genitori mi hanno aiutato a superare quest’ansia e sono atterrato in Portogallo con serenità. Ad Aveiro ho vissuto una grande esperienza. La mentalità, rispetto a quella italiana, è differente. Puntano tanto sui giovani, ero l’unico italiano in mezzo a ragazzi provenienti da tutto il mondo e da cui ho assimilato tecniche spagnole, brasiliane e tedesche. All’inizio comunicavamo in inglese, poi ho preso qualche lezione di portoghese. Sono molto umili, rispettosi e disponibili: per esempio sono stato male per un paio di giorni, il mister è stato con me in camera fino alle quattro di notte per assistermi. Mi sono sentito seguito e mi hanno accolto come in una famiglia. Non vedo l’ora di tornare per altre due settimane in Portogallo a gennaio, ora però penso solo a lavorare bene».
SOGNI E FAMIGLIA
La famiglia è il motore che spinge questi due talenti a inseguire i propri sogni, altri due elementi che accomunato Granit, Tommaso e tutti i giovani calciatori. «Vorrei diventare un professionista – chiude Pllana – e devo solo ringraziare la mia famiglia, mio padre Bakim, mia madre Minire e mio fratello Gentrit. Senza dimenticare lo zio Blerim, che vive in Germania, e i miei nonni che ogni estate vado a trovare in Kosovo, una terra a cui mi sento molto legato». Drusian, invece, è più diretto, e non nasconde emozioni, e desideri: «Sogno, un giorno, di vincere la Champions League, possibilmente con la maglia di Juventus o Real Madrid. So che sarà difficile, ma spero almeno di riuscire a far smettere di lavorare i miei genitori e ripagarli di tutti i sacrifici fatti per aiutarmi».
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