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Varicella

(Foto via Pixabay)
(Foto via Pixabay) 
2 minuti di lettura

Causata dal virus varicella zoster (VZV), la varicella è una malattia infettiva che, insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite, è compresa nel gruppo delle patologie contagiose dell’infanzia. Di rado, l’infezione può essere contratta una seconda volta, ma il virus appartiene alla grande famiglia degli herpes, con cui condivide la caratteristica di permanere nelle cellule dei nervi spinali anche dopo la guarigione. Può quindi risvegliarsi a distanza di molti anni o persino decenni, dando luogo all’Herpes zoster, più noto come Fuoco di Sant’Antonio. Se contratta in gravidanza, inoltre, l’infezione può portare complicazioni gravi al feto.

 

Chi colpisce 

La fascia di età più colpita va dai 5 ai 10 anni, ma, in assenza di un programma di vaccinazione, il virus può colpire pressoché tutti i soggetti suscettibili. L’Oms nel 1998 ha raccomandato di includere la vaccinazione infantile contro la varicella nei programmi nazionali di immunizzazione. E nel 2015 è stata anche aggiunta alla lista dei farmaci essenziali. Dal 2003 al 2008, in Italia, i casi segnalati sono stati circa 100.000 all’anno. Ma a partire dal 2009 si sono ridotti in modo significativo, circa 60.000 casi all’anno: un trend che si è mantenuto costante fino al 2013, quando l’incidenza della malattia si è praticamente dimezzata, passando nell’arco di 10 anni (dal 2003 al 2013) da 180 a 99 casi per 100.000 abitanti. In Europa, invece, nel 2010, tra i bambini sotto i 10 anni, sono stati segnalati 592.681 casi: Polonia, Repubblica Ceca, Estonia e Slovenia sono alcuni dei paesi a più alta incidenza.


Come si trasmette

Si tratta di un virus altamente contagioso, che si trasmette per via aerea o contatto diretto con le tipiche vescicole sparse su tutto il corpo. Può passare anche all’embrione o al feto attraverso la placenta durante la gravidanza.

 

Come si manifesta

Dopo un’incubazione di 2 o 3 settimane, la malattia fa il suo esordio con un esantema cutaneo (che può manifestarsi anche negli occhi e nelle mucose), febbre e lievi sintomi generali come malessere e mal di testa. Per 3-4 giorni, compaiono su testa, tronco, viso e arti delle piccole papule rosa pruriginose che evolvono in vescicole, poi in pustole e infine in croste granulari destinate a cadere. In genere, si guarisce nel giro di 7-10 giorni. Possono però insorgere delle complicanze che si verificano per lo più nelle persone immunodepresse, nei neonati e negli adulti, raramente nei bambini sani. Alcune di queste sono: superinfezione batterica delle lesioni cutanee, trombocitopenia, artrite, epatite, atassia cerebellare, encefalite e glomerulonefrite. Tra gli adulti, la complicanza più comune è la polmonite. Se l’infezione colpisce nei primi due trimestri di gravidanza può causare al feto una embriopatia (sindrome della varicella congenita). Se invece si manifesta da cinque giorni prima a due giorni dopo il parto, può verificarsi una forma grave di varicella del neonato, la cui mortalità può arrivare fino al 30%.

 

Il vaccino

Il vaccino anti-varicella è costituito da un virus vivo e attenuato e viene somministrato in due dosi: la prima a 12-15 mesi e la seconda a 5-6 anni. È consigliato anche nei bambini con età superiore ai 12 anni e negli adolescenti che non abbiamo ancora contratto la malattia, così come nelle donne in età fertile non vaccinate, al fine di evitare gravi conseguenze durante il periodo di gestazione. È invece sconsigliato nelle persone immunodepresse e nelle donne che sono già in gravidanza. È disponibile anche un vaccino combinato contenente sia il vaccino anti-varicella sia le componenti anti-morbillo-parotite-rosolia (MPRV) e può essere somministrato nei bambini e nei dodicenni al posto dei due singoli vaccini.