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Pertosse

(Crediti: Towfiqu barbhuiya on Unsplash)
(Crediti: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) 
2 minuti di lettura

La pertosse è una malattia infettiva che aggredisce le cellule di rivestimento dell’apparato respiratorio, provocando colpi di tosse violenti, facilmente riconoscibili per via del tipico “urlo inspiratorio” che viene emesso in fase di inspirazione per riprendere fiato. È causata dal batterio Bordetella pertussis (esiste un altro batterio della stessa famiglia, Bordetella parapertussis, che causa la parapertosse, una malattia simile ma dai sintomi più lievi).

 

Chi colpisce 

Come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite, anche la pertosse è annoverata fra le malattie infantili e colpisce prevalentemente i bambini sotto i 5 anni. I neonati con meno di 6 mesi sono più a rischio di contrarre una forma grave della malattia che, in alcuni casi, può portare a danni invalidanti permanenti o alla morte, dovuta nella maggior parte dei casi a polmonite (si verificano 5 decessi ogni 1000 casi). 
La patologia è endemica in tutto il mondo, con picchi epidemici che si presentano ogni 3-5 anni, soprattutto nel periodo estivo-autunnale. Le zone in cui si registra la percentuale maggiore di casi, ben il 90%, sono quelle in cui la copertura vaccinale è meno diffusa, tipicamente nei paesi in via di sviluppo. In quelli avanzati, invece, la malattia è diventata rara, ma di recente tra le popolazioni vaccinate si è registrato un ritorno del virus. L’immunità acquisita in seguito all’infezione o con la vaccinazione, infatti, non dura per sempre e tende a diminuire gradualmente con il passare del tempo. 
In Italia, dove l’introduzione della vaccinazione ha portato a un drastico calo del numero di casi, l’incidenza della malattia dal 2013 al 2017 è passata da 0,9 a 1,6 per 100.000 abitanti. A livello globale, invece, i dati disponibili indicano che nel 2018 sono stati segnalati più di 151.000 casi.


Come si trasmette

La malattia è molto contagiosa: chi la contrae può trasmetterla fino al 90% delle persone con cui viene a contatto. Il contagio avviene per via aerea attraverso le goccioline di saliva emesse con tosse e starnuti e può avvenire dalle prime fasi della malattia fino a 3 settimane o più dall’insorgenza della tosse. L’infezione, inoltre, può essere trasmessa anche da persone infette che non presentano alcun sintomo.

 

Come si manifesta

Le fasi più acute della malattia sono due. La prima è quella cosiddetta catarrale, che ha una durata di circa 1 o 2 settimane ed è caratterizzata da sintomi che non sono tanto diversi da quelli di un raffreddore: naso che cola, starnuti, lacrimazione, tosse moderata e qualche linea di febbre. La seconda, invece, è quella che viene definita parossistica/convulsiva: la tosse diventa più severa, con catarro molto denso, e spesso è accompagnata anche da conati di vomito. Può durare in genere 1-6 settimane e nei bambini molto piccoli può provocare apnea, cianosi (colorazione bluastra di cute e mucose) e soffocamento. La convalescenza di solito ha inizio entro 4 settimane ed è caratterizzata dall’attenuarsi dei sintomi e da un miglioramento generale delle condizioni di salute.

 

 
Le complicanze più gravi nei bambini piccoli sono soprattutto sovrainfezioni batteriche, che possono causare otite, polmonite, bronchite, emorragie sottocongiuntivali (rottura dei capillari nella membrana che ricopre la camera anteriore dell’occhio) o anche crisi convulsive ed encefaliti. Negli adolescenti e negli adulti, invece, sono meno gravi e si manifestano attraverso perdita di peso, incontinenza urinaria e frattura di costola causata dalla tosse violenta.

 

Il vaccino

Il vaccino antipertosse è acellulare: non contiene quindi il batterio intero ma solo qualche proteina batterica. La vaccinazione è obbligatoria ed è somministrata con l’esavalente (difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite e malattia causata da Haemophilus influenzae tipo b) al terzo, quinto e undicesimo mese di vita. Il calendario vaccinale in Italia prevede un richiamo obbligatorio per i bambini in età pre-scolare (6 anni) e per gli adolescenti nati dal 2001 in poi. Viene inoltre consigliata la vaccinazione alle donne al terzo trimestre di gravidanza.