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Per chi fuma ictus e infarto arrivano senza preavviso

Per chi fuma ictus e infarto arrivano senza preavviso
Nei fumatori il primo segnale di una sofferenza cardiovascolare può essere proprio una grave ischemia cardiaca o cerebrale. E può diventare letale, senza distinzione di sesso
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Smettete di fumare. O meglio, non iniziate. A rilanciare il monito, con un occhio rivolto alla salute di cuore e cervello, è un grande studio americano che riporta conclusioni davvero significative. Non solo le sigarette accorciano la vita e danneggiano l’apparato cardiovascolare, ma addirittura nei fumatori è più probabile che un infarto o un ictus siano la prima manifestazione della sofferenza delle arterie. Senza preavviso. Anche nella mezza età. Così, il primo segno della malattia di arterie coronariche e carotidi può più facilmente diventare fatale in chi fuma. Insomma: il tabagismo non è soltanto un fattore di rischio per l’apparato cardiovascolare, ma appare anche come una sorta di “detonatore” capace di indurre una reazione drammatica, arrivando quasi a raddoppiare la possibilità che appena manifesta i suoi effetti non ci sia nulla da fare. Alla faccia dei check up e dei possibili controlli preventivi.

A mettere una volta di più in guardia sui pericolosi effetti dei composti presenti nelle sigarette è una ricerca degli esperti dell’Università Northwestern di Chicago, pubblicata su Journal of the American Heart Association. L’analisi ha preso i dati di nove studi di lunga durata che hanno coinvolto oltre 106.000 persone, dai più giovani (intorno ai 20 anni) fin quasi agli ottuagenari. Tutti all’inizio dell’osservazione non avevano patologie a lungo termine e sono stati seguiti per un periodo di osservazione variabile tra i 10 e i 25 anni.

Diversi i dati che colpiscono dall’indagine e che dovrebbero indurre a spegnere per sempre la sigaretta: in primo luogo chi fuma manifesta prima i segni delle patologie di cuore ed arterie. Il fumo appare infatti correlato a un'insorgenza precoce delle malattie cardiovascolari, che, nei fumatori maschi si presentano con 5,1 anni di anticipo, mentre nelle femmine 3,8 anni prima. Inoltre i fumatori hanno presentato un rischio più elevato di avere patologie cardiovascolari, anche in età più giovanile rispetto ai coetanei che non avevano il vizio. Tra i 40 e i 59 anni, si è ammalata più della metà dei fumatori con una probabilità quasi raddoppiata rispetto ai non fumatori coetanei di decesso per infarto o ictus.

Ma c’è anche un’ultima, bruttissima sorpresa. Nei fumatori si alza di molto la possibilità che gli eventi cardiovascolari mortali come ictus e infarto si presentino senza nessun segnale di allarme. E senza specifiche differenze di genere: tra le fumatrici di mezza età è quasi raddoppiata la probabilità di avere un evento fatale come primo segno di malattia cardiaca rispetto alle donne in quella fascia di età senza il vizio del fumo. Tra i maschi, lo specifico rischio di attacco ischemico mortale è risultato una volta e mezzo superiore nella mezza età per i fumatori rispetto ai non fumatori.

“Lo studio è importante perché permette di far luce su quanto già vediamo come cardiologi interventisti: sappiamo bene che i fumatori di sesso maschile prima dei 40 anni possono soffrire di attacchi cardiaci, anche fatali – segnala Carlo Tumscitz, che lavora presso il Centro Cardiologico dell’Università di Ferrara. Va anche ricordato che l’effetto protettivo degli ormoni femminili nelle donne fumatrici dura solo fino alla mezza età, anni in cui il rischio di eventi fatali diventa ancora più alto che negli uomini. Per questo bisogna pensare presto alla salute e non dopo il primo accidente cardiovascolare come spesso vediamo fare ai nostri pazienti. Impegniamoci tutti: per riflettere fin da giovani sui possibili danni del fumo".

A far da eco a questo richiamo, un ultimo dato che emerge chiaramente dallo studio: quanto prima si inizia, tanto peggio è. I giovani fumatori rischiano secondo lo studio di avere il più alto rischio a lungo termine di infarto (24%), mentre le giovani avevano un rischio maggiormente elevato a lungo termine (11,3%) per altre cause di morte conseguenti ad ictus o scompenso cardiaco. "Il fumo può uccidere con una malattia cardiaca prima ancora che una persona si accorga di essere malato – riferisce il primo firmatario dello studio Sadiya Khan.  La maggior parte delle persone è consapevole dei rischi di cancro ai polmoni derivante dal fumo, ma molte persone che fumano non si rendono conto che è più probabile morire per malattie cardiovascolari che per cancro ai polmoni".