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Cancro al polmone avanzato, risultati incoraggianti per una nuova terapia mirata

(Crediti: National Cancer Institute via Unsplash)
(Crediti: National Cancer Institute via Unsplash) 
I nuovi dati per i pazienti con mutazione KRAS G12C trattati con sotorasib mostrano una risposta superiore ai trattamenti standard, e la sopravvivenza a due anni per un paziente su tre
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La cura del tumore al polmone appare sempre più “di precisione”. In particolare se parliamo del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC, il più diffuso), dove spesso - 6 volte su 10 - vengono identificate mutazioni che possono essere dei “bersagli” per farmaci mirati. Una delle più frequenti è KRAS G12C, presente più o meno in un paziente su 8 (11-13%): nel nostro paese si ritrova in circa 4.500 nuovi casi l'anno. Per i pazienti con un tumore del polmone in stadio avanzato e con questa mutazione, lo scorso gennaio è stato approvato dalla Commissione Europea un nuovo farmaco mirato orale, sotorasib. E ora, dal congresso dell’American Association for Cancer Research, arrivano i dati del follow up a due anni dello studio CodeBreaK 100 (di fase I/II), condotto su pazienti che avevano già ricevuto altri trattamenti. Ebbene: quasi un paziente su tre è vivo a due anni dal trattamento. E il 40,7% dei pazienti ha risposto alla terapia, con una riduzione del tumore completa o parziale.

Lo scenario attuale e il nuovo studio

Per capire cosa significano questi numeri va detto che, attualmente, per i pazienti con NSCLC e mutazione KRASG12C in cui il trattamento di prima linea (in genere platino e, oppure, immunoterapia) non ha funzionato o ha smesso di farlo, le opzioni sono limitate e non raggiungono risultati soddisfacenti: la sopravvivenza mediana libera da progressione (cioè il tempo in cui non si è registrata una ripresa del cancro nel 50% dei pazienti) è di circa 4 mesi.


CodeBreaK100 è stato condotto su 174 pazienti ai quali, dopo le terapie precedenti, è stata somministratoi sotorasib. Ebbene, il 40,7% dei pazienti ha reagito al nuovo farmaco con una riduzione del tumore completa o parziale. Il tasso di controllo della malattia, considerando anche i pazienti in cui il tumore è rimasto stabile (quindi senza progressione), è stato dell’83,7%: 5 pazienti hanno ottenuto una risposta completa e 65 pazienti una risposta parziale. La durata mediana della risposta è stata di 12,3 mesi. La sopravvivenza mediana libera da progressione della malattia è stata di 6,3 mesi e, infine, la sopravvivenza mediana globale di 12,5 mesi, con il 32,5% dei malati coinvolti ancora in vita dopo due anni.

Cosa significano i nuovi dati

“I risultati a 2 anni dello studio CodeBreaK 100 sono incoraggianti perché confermano il ruolo di sotorasib quale primo farmaco con approccio target verso una mutazione finora trattata con chemioterapia e/o immunoterapia nel tumore del polmone non a piccole cellule KRASG12C mutato in stadio avanzato” ha commentato Marcello Tiseo, associato di Oncologia, e responsabile del PDTA Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali di Oncologia Toracica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. “Il tasso di risposta intorno al 40% - ha aggiunto Tiseo - è decisamente superiore al 10% che eravamo abituati a ottenere con la chemioterapia. Anche la sopravvivenza a due anni del 32,5% rappresenta un vantaggio rispetto a quanto ottenevamo in precedenza e indica una possibilità di controllo della malattia anche a più lungo termine. Altro aspetto da valorizzare è che, essendo sotorasib un farmaco orale, offre una tollerabilità migliore rispetto ai trattamenti chemioterapici che avevamo a disposizione, un dato confermato anche all'aggiornamento presentato recentemente. Sotorasib - conclude - si sta configurando come primo nuovo farmaco selettivamente attivo in presenza della mutazione KRASG12C, in grado di modificare lo scenario terapeutico per questo sottogruppo di pazienti, che costituisce circa il 12% del totale dei pazienti con NSCLC”.