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Bruxismo, quanto fa male digrignare i denti nel sonno

Bruxismo, quanto fa male digrignare i denti nel sonno
Un disturbo spesso provocato da stress e tensione. Dentatura e muscolatura possono risentirne pesantemente. La specialista suggerisce i tipi di intervento
6 minuti di lettura

Quante volte vi sarà capitato di avere una gran voglia di digrignare i denti, di buttare al vento pazienza e buone maniere e dare libero sfogo alla vostra rabbia, stampandovi in faccia per qualche secondo una orribile espressione aggressiva?

Magari l'avete anche fatto davvero in certe occasioni. Sopraffatti dagli eventi, alla fine vi siete lasciati andare all'istinto, trasfigurandovi in un Wolverine dell'ultima ora con l'obiettivo di mettere a tacere il vostro interlocutore. Un atteggiamento che può danneggiare i denti e portare a bruxismo.

Un sano autocontrollo è decisamente l'opzione preferibile. Ci si prova sempre a metterlo in campo, ma nonostante i buoni propositi, esiste un momento della giornata nel quale, anche le migliori intenzioni, non basteranno a tenere a bada la vostra tensione e lo stress che avete accumulato.

È la notte, quando ci si addormenta e nel sonno si perdono i freni inibitori propri dello stato di coscienza. La psiche si esprime in libertà attraverso i sogni e il corpo evidenzia ciò che lo spirito gli trasmette. E così siamo capaci di sobbalzare improvvisamente sul materasso, oppure di andare in apnea più di una volta, o anche, appunto, di digrignare i denti, senza averne consapevolezza. 

Negli ultimi anni, il bruxismo ha fatto registrare un'impennata di casi nella popolazione. Digrignare o stringere i denti durante il sonno, irrigidire la mandibola anche in assenza di contatto dentale, contrarre in modo involontario i muscoli della masticazione. Questi disturbi, legati al bruxismo, colpiscono oggi il 30% degli adulti nel nostro Paese.

Ansia e stress, che non sono mancati con l'epidemia, peggiorano il decorso del fenomeno e non sorprende quindi che la pressione psicologica indotta dalla pandemia, abbia favorito un forte aumento dei casi rispetto al 2019 (+36%), accompagnato da un balzo del 120% nei casi di fratture dentali.

Che succede dunque? Dobbiamo attivare una ennesima allerta per la nostra salute? Un altro fronte da tenere d'occhio? Cominciamo con l'esaminare il fenomeno insieme con un esperto, la dottoressa Clotilde Austoni, Odontoiatra Specialista in Chirurgia Odontostomatologica presso il  Servizio di Odontostomatologia - IRCSS Galeazzi - Università degli studi di Milano.

Dottoressa, come si manifesta il "bruxismo"?
"Per bruxismo si intende stringere oppure digrignare i denti, cioè sfregarli gli uni sugli altri. Si tratta di un fenomeno causato dalla contrazione involontaria dei muscoli della masticazione che si attivano senza un motivo. Purtroppo non ne conosciamo la causa, ma sappiamo che stress e ansia sono fattori che influenzano enormemente l'incidenza e l'entità del fenomeno stesso".

Quali danni può provocare?
"Il bruxismo, oltre a penalizzare spesso la qualità del sonno, causa danni su tre livelli. I denti si consumano, divenendo nel tempo sensibili e poco piacevoli esteticamente. Risultano infatti sempre più piccoli, con margini levigati o frastagliati e tendenti al grigio. Il sorriso tende progressivamente ad essere spento e giallo perché quando lo smalto dentale si assottiglia traspare la dentina sottostante, che è proprio di colorazione giallastra. In ultimo ma non per importanza, l'usura dentale causa importanti problemi di masticazione. Poi abbiamo i muscoli della masticazione che sono costantemente in tensione e questo provoca irrigidimento e dolori cervico-facciali importanti, compresi alcuni mal di testa. Infine l'articolazione temporomandibolare, che ci permette di aprire e chiudere la bocca, viene sovraccaricata e nel tempo può sviluppare disturbi come difficoltà nei movimenti, dolore/rumori/crepitii/click articolari".

Un fenomeno che interessa uomini e donne allo stesso modo?
"Non ci sono dati che ci dicano che il bruxismo colpisce più un sesso rispetto ad un altro, però sappiamo che l'entità dei danni ai denti, ovvero le abrasioni, è mediamente maggiore negli uomini perché, a parità di durezza dei denti, la potenza dei muscoli masticatori nel sesso maschile è maggiore".

Ci sono fasce di età più colpite?
"Nei bambini il bruxismo è molto diffuso, ma in questo caso si tratta di un fenomeno fisiologico assolutamente normale che in genere si risolve nell'adolescenza e non deve preoccupare. Ovviamente viene tenuto sotto controllo ma non è necessario intervenire, si tratta di un fenomeno transitorio e più che normale. Per quanto riguarda il bruxismo negli adulti, che è a tutti gli effetti una parafunzione, quindi un disturbo, non abbiamo fasce di età maggiormente colpite".

Dicevamo delle principali ragioni alla base del disturbo: stress e tensione. Altro?
"Purtroppo non conosciamo con esattezza le cause del bruxismo, ciò che sappiamo è che la componente stressogena e ansiogena incidono fortemente nel suo peggioramento e nella sua incidenza e che purtroppo non si elimina mai del tutto. Ci sono periodi in cui il fenomeno è più rappresentato e altri di meno, ma è fondamentale che chi ne soffre attui le terapie necessarie, altrimenti i danni sono garantiti. Oltre a quelli già visti, sappiamo che alcuni disturbi posturali e cervicali possono essere associati al bruxismo e che quest'ultimo rappresenta un fattore scatenante o peggiorativo degli acufeni, quei disturbi caratterizzata dalla percezione di un fischio continuo all'orecchio".

Chi è lo specialista che si accorge della presenza di questo disturbo e come interviene nell'immediato?
"Il dentista è senza dubbio il professionista che ha modo di diagnosticare questo disturbo in fase precoce e che consente quindi di prevenirne i danni. È però possibile che anche l'ortopedico o il fisioterapista sospettino che problematiche cervico-facciali siano associate al bruxismo e che quindi indirizzino il paziente al dentista".

L'alimentazione ha qualche influenza sulla presenza di questo fenomeno?
"L'alimentazione non influisce sul bruxismo, ma può influire su un altro fenomeno: l'erosione dentale. Se si assumono con eccessiva frequenza alimenti o bevande acide, come ad esempio acqua e limone, agrumi in generale o ancora soft drinks come la cola, gli acidi in essi contenuti determinano una progressiva erosione dello smalto dei denti, che una volta perso non torna piu. Il risultato è la comparsa di sensibilità e un sorriso ingiallito poiché privo di smalto".

Quali sono gli strumenti utilizzabili per porre rimedio al problema del bruxismo?
"Il primo passo è senza dubbio il confezionamento di un bite su misura dal dentista, ovvero un dispositivo che calza su una delle due arcate dentarie, da indossare la notte. Personalmente lo realizzo nell'arcata inferiore poiché ritengo sia meno ingombrante, soprattutto per chi soffre del riflesso dell'emisi (vomito). Si tratta di una placca in resina rigida, più o meno piatta, che viene realizzata dopo aver preso le impronte del paziente, e che viene regolata dal dentista in modo da stabilire su quali punti i denti debbano essere a contatto. A seguire sono previste visite di controllo in cui effettuare ulteriori regolazioni fino ad ottenere e mantenere un equilibrio perfetto".

Come agiscono questi dispositivi?
"Il bite ha 3 funzioni. La prima è quella di proteggere i denti dall'usura: la resina infatti si consuma al loro posto. In secondo luogo il bite ha la scopo di rilassare i muscoli della masticazione. Quando indossiamo il bite e digrigniamo, scivoliamo sulla placca e i muscoli della masticazione si rilassano, diversamente quando digrigniamo senza indossare il bite, dobbiamo necessariamente contrarre i muscoli della masticazione per scavalcare la forma dei denti con conseguenti dolori e tensioni cervico-facciali. Infine, il bite protegge l'articolazione temporo-mandibolare. I cosiddetti 'bite preformati' presenti online o in farmacia non sono consigliabili: non solo non sono in grado di prendere la forma del singolo individuo (e questo può portarci a tenere la bocca aperta in modo innaturale), ma essendo morbidi o semirigidi, tendono a far stringere ancora di più i denti, peggiorando i danni a livello muscolare".

E se i danni da digrignamento fossero già in uno stato avanzato?
"Nei casi in cui l'usura dentale sia già avanzata e quindi i denti siano già parecchio consumati, prima di realizzare un bite, è importante ricrearne le forme e le dimensioni. Denti molto usurati possono infatti creare problemi di masticazione. In base a quanto tessuto dentale sia stato perso si prevederà di 'ricostruire' i denti posteriori creando cosi la giusta dimensione e ripristinare forma e colore dei denti anteriori attraverso ricostruzioni o faccette dentali, di fatto riportando il sorriso indietro nel tempo. Il secondo passo da compiere è associare il supporto di un fisioterapista. In base all'entità del bruxismo può essere che i disturbi muscolari non scompaiano del tutto, oppure è possibile che si sommino a problematiche cervicali di altra origine. Il compito del fisioterapista sarà quello di effettuare una diagnosi completa, eseguire una terapia manuale per mobilizzare eventualmente l'articolazione e le vertebre cervicali e ancora più importante insegnare al paziente esercizi di rilassamento o riequilibro muscolare volti a renderlo autonomo".

Il bruxismo è un disturbo antico o nato oggi?
"Un disturbo antico, ma che oggi è letteralmente esploso nella sua manifestazione. Viviamo in una società dove si corre, spesso si è sotto pressione e quindi ansia e stress non mancano. Senza dubbio con la pandemia abbiamo assistito ad un incremento di incidenza ed entità del fenomeno. Sono ormai due anni che la vita come la conoscevamo non c'è più. Il lavoro, la scuola, le relazioni personali, gli affetti, tutto è cambiato e questo ci sottopone a pressioni psicologiche importanti. Il messaggio che cerco sempre di dare è che chi ha la fortuna di sapere di soffrirne, non debba sottovalutarlo e credere che sia innocuo o che possa scomparire. Alla base della salute c'è la prevenzione, è tutto ciò che abbiamo, un dono prezioso da sfruttare al meglio".

Quali sono i costi per la gestione del problema: visite, farmaci, apparecchi?
"I costi dipendono dall'entità dei danni procurati. Si parte sempre da una prima visita in cui valutare il caso nel suo complesso e valutare tutti i parametri. Se i danni sono modesti o quasi assenti è possibile limitarsi alla realizzazione di un bite su misura e se sono presenti problematiche a livello muscolare sarà necessario associare una terapia con un fisioterapista. Nel caso in cui i danni ai denti siano già più evidenti, ad esempio denti sbeccati, sottili e poco piacevoli esteticamente, si valuterà se prima sia opportuno ricostruirli e con che tipo di riabilitazione. Infine se i denti hanno un grado di usura avanzato, sarà necessario impostare un progetto per ripristinare forme e dimensioni corrette".