Nell’attuale pandemia da Sars-CoV 2, il fatto che le persone con diabete presentino un’aumentata suscettibilità nei confronti delle infezioni e che le infezioni stesse abbiano in loro una prognosi peggiore ha sicuramente un considerevole impatto sulle decisioni da prendere su prevenzione e terapia.
Un recentissimo report inglese ha dimostrato che tra soggetti con Covid il rischio di morte in un individuo di 50 anni con diabete è pari a quello di uno di 66 anni senza diabete. Un altro studio Usa ha invece dimostrato che il rischio di malattia grave nelle persone con diabete che contraggano l’infezione da coronavirus è quasi 4 volte superiore rispetto ai non diabetici. È evidente come la protezione delle persone con diabete dall’infezione sia una necessità prioritaria, per evitare infezioni severamente sintomatiche e potenzialmente letali. Al momento le uniche azioni efficaci sono il distanziamento sociale e il vaccino.
Adesso la campagna vaccinale deve procedere speditamente, magari con un'ulteriore accelerazione. E tutte le persone con diabete si devono rendere conto di quanto sia fondamentale, specialmente per loro, la protezione offerta dal vaccino e devono correre a vaccinarsi appena possibile. Lo slogan deve essere: distanti e vaccinati.
(* Presidente Società italiana di Diabetologia)