Lega, proposta la data del 25 giugno per il congresso in Veneto. Conte dice no a una possibile corsa
Lunedì via Bellerio potrebbe dare l’ok a data e regole. Autonomia, Stefani sarà relatore di maggioranza alla Camera
Filippo Tosatto
Fumata verde. Il tormentato congresso della Liga Veneta si svolgerà “senz’altro” entro giugno, probabilmente domenica 25. È la proposta rivolta dal commissario Alberto Stefani a Matteo Salvini, competente, per statuto, a convocare l’assemblea regionale. A dispetto degli appelli ecumenici («Non c’è una prevalenza netta, quindi è necessario trovare un accordo», ribadisce Luca Zaia), c’è un clima di resa dei conti e la sensazione è che lo scontro correntizio abbia valicato la soglia del non ritorno, vanificando le chance di composizione unitaria.
Ad agitare le acque nel partito provvede, con l’energia e la verve che l’hanno reso beniamino della base, Roberto “Bulldog” Marcato, sfidante del salviniano Stefani in nome dell’identità veneta e autonomista. In verità, entrambi i concorrenti rivendicano la maggioranza dei consensi tra i “grandi elettori” - 420 delegati ai quali si aggiungono un centinaio di eletti in Parlamento, a Bruxelles, in Regione e negli enti locali - ma a sparigliare le carte ci prova la schiera trevigiana capeggiata da Gian Paolo Gobbo, Dimitri Coin e Gianantonio Da Re che sostiene Franco Manzato, un veterano ultimamente in ombra.

Roberto Marcato
L’obiettivo dichiarato è quello di spezzare l’egemonia padovana (leggi Stefani, Massimo Bitonci, Andrea Ostellari) e ristabilire la centralità del leghismo di Marca. Una cordata di rito bossiano, vincitrice a sorpresa del congresso provinciale e orientata, secondo le previsioni, a convergere sulla candidatura di Marcato, previa garanzie di adeguata rappresentanza al vertice in caso di successo.
Così, al momento, non è accaduto e anzi rumors (non confermati) alludono a richieste di ticket o addirittura di desistenza al Bulldog. Che sfoga l’irritazione per l’infittirsi di manovre e colpi bassi culminati nell’espulsione dei ribelli e nelle accuse “mirate” di insolvenza nel versamento dei contributi al Carroccio. «Io vado avanti per la mia strada, i militanti chiedono vigore e visione, non giochetti di corridoio», sbotta; «Passi indietro o lato? Se qualcuno ha credenziali migliori delle mie, si faccia avanti, i giochi di potere non mi riguardano, io parlo del partito e del futuro».
Stefani, per parte sua, evita la querelle diretta: «I militanti ci chiedono risultati, non continue polemiche. Siamo al lavoro sul testo base dell’autonomia, del quale sarò relatore di maggioranza alla Camera. Lanceremo un tour, circoscrizione per circoscrizione con parlamentari, consiglieri e ministro per aggiornare costantemente sullo stato dell’approvazione del disegno di legge più importante della storia della Regione Veneto».

Non è tutto. C’è chi ipotizza un runner a sorpresa capace di pacificare gli animi calamitando una maggioranza stabile e l’allusione corre all’emergente Mario Conte, il sindaco di Treviso appena rieletto a furor di popolo, lesto però a schermirsi: «Onorato di quanti fanno il mio nome ma ho un grandissimo impegno con i trevigiani ai quali voglio dedicare il massimo dello sforzo, ho fatto loro promesse che intendo mantenere dalla prima all’ultima. E un altro impegno l’ ho assunto da presidente dell’Anci Veneto nei confronti dei sindaci, che non intendo deludere».
C’è altro? Beh, lunedì mattina il direttorio leghista - che include i maggiorenti del partito, sfidanti inclusi - si riunirà per l’approvazione del bilancio. Nell’occasione potrebbero essere formalizzati calendario e regolamento congressuale. Fuori i secondi.
I commenti dei lettori