L’omicidio di Spresiano, si cerca il telefonino scomparso di Anica. I bambini della vittima affidati a una curatrice
Abbassato il livello del canale Vittoria per facilitare la ricerca di cellulare e borsetta. All’esame le telecamere della zona
Federico Cipolla
Anica Panfile con i suoi quattro figli
Quattro fratellini, abituati a vivere insieme, ad abbracciarsi e a giocare, e che ora, dopo la morte della mamma rischiano di restare divisi. Per tutelarli, e per dare il tempo di chiarire le posizioni dei familiari, il tribunale ha nominato una curatrice dei quattro figli di Anica Panfile.
Sia dall’avvocato della famiglia Stefano Tigani che dalla San Vincenzo è arrivato l’appello a tenere uniti i quattro fratelli. Una circostanza però tutt’altro che scontata perché tre di loro sono figli biologici dell’ex marito – che vive in Romania ed è arrivato a Treviso da pochi giorni – mentre una del compagno Luigi De Biase (assistito dall’avvocato Fabio Amadio). Anche per questo è stata nominata una curatrice – che ha il compito di fatto di vagliare ogni decisione che riguarda i minori, come ne avesse la potestà – nell’attesa di chiarire anche la posizione dei due padri e della mamma di Anica, che ora – come fa da cinque anni – si sta occupando dei quattro bambini nell’appartamento di via Ronchese.
Per quanto riguarda le indagini, mancano ancora diversi tasselli per riuscire a ricostruire tutte le ultime ore di Anica ed individuare il suo assassino. Martedì 30 maggio Fabio Amadio, avvocato di De Biasi, ha ribadito che «le ultime informazioni dirette su Anica sono che doveva tornare dal lavoro e andare ad Arcade. Ma in realtà, a parte l’avvistamento di cui si è parlato in questi giorni, non mi risulta che la famiglia abbia la certezza che ad Arcade sia arrivata».
Intanto è stato abbassato il livello del canale Vittoria, dove il corpo di Anica sarebbe stato gettato, verrà passato al setaccio alla ricerca del telefonino e della borsetta di Anica, scomparsi nel nulla. Con le decine di telecamere installate tra Arcade, Spresiano e Maserada i carabinieri stanno cercando di ricostruire le ultime ore della trentunenne rumena.
Se è vero che è stata avvistata giovedì alle 16.30 in via Trieste ad Arcade, davanti al negozio Arcade Bike, è anche vero che sulla stessa via ci sono diverse telecamere, sia in direzione di Spresiano, che in centro ad Arcade, e nelle vie a nord come via Europa e via Madonnetta. Difficile che nessuna l’abbia immortalata.
Negli ultimi giorni si è fatta avanti l’ipotesi (suffragata da immagini?) che sia salita su un’auto proprio ad Arcade. Con chi era? E perché sarebbe salita su quell’auto? Le telecamere blindano anche la zona del Piave. Per arrivare al punto dove il corpo di Anica è stato, probabilmente, lasciato cadere sul canale artificiale di via Barcador, si deve passare per strade vigilate dalle telecamere, sia dal lato di Maserada che dal lato di Spresiano. È possibile che il mezzo con cui il corpo di Anica è stato trasportato fino a lì sia passato senza essere visto, e senza che la targa venisse immortalata?
Gli inquirenti stanno utilizzando anche i test di laboratorio per scoprire chi ha ucciso Anica. I vestiti della trentunenne sono oggetto di analisi in questi giorni. Oltre a quelli in corso sul corpo di Anica – le ferite alle testa risultate fatali secondo l’autopsia eseguita dal dottor Antonello Cirnelli, e le ferita nella zona genitale – infatti il killer potrebbe aver lasciato qualche traccia nella felpa e nei pantaloni della donna.
Gocce di sudore, o di sangue, micro tracce di dna, determinanti per risolvere il giallo del Piave.
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