Aumento di migranti sulla rotta balcanica. Rafforzati i controlli, sindaci del Veneto orientale in allerta
Polstrada e polizia ferroviaria nel Veneto orientale hanno aumentato i presìdi. I primi cittadini sollecitano un sostegno finanziario da parte della Regione

Clandestini trovati all’interno di un container di cereali nel Portogruarese
Immigrazione, grido d’allarme dei sindaci proprio nei giorni in cui, a Portogruaro, si rafforzano le misure di sicurezza nelle stazioni ferroviarie e nelle aree di servizio per la possibile recrudescenza, proprio in vista della stagione estiva, della rotta balcanica. La Conferenza che riunisce i primi cittadini, memore dei problemi registrati con alcuni minori scaricati dai camion nei comuni confinari, a breve dibatterà sul tema, poiché l’eventuale ingresso sui rispettivi territori di minori non accompagnati esporrà le casse dei municipi a un salasso ingente. Mantenerli, come vuole il regolamento attuale, costa tanto. Ne è convinto Gianluca Falcomer, il sindaco di Cinto Caomaggiore, presidente della Conferenza dei sindaci.
«Il tema è di strettissima attualità, dopo quanto accaduto in Calabria e nel Mediterraneo, ma prima ancora ricordo i due cittadini siriani arrivati a Portogruaro dopo un viaggio da incubo in un treno merci» ricorda Falcomer «Abbiamo già prodotto le richieste di sostegno a tutti i livelli di sicurezza e anche politici. C’è stato un ristoro, solo parziale, ai Comuni interessati, da parte della Regione. Se prima avevamo poche risorse per fronteggiare la situazione, ora queste si sono estinte, per colpa dei rincari di vari servizi».
L’arrivo di immigrati quindi può dare il colpo di grazia alle casse comunali, specie nei Comuni piccoli, che potrebbero così ricorrere a mezzucci per rimpinguarle, si pensi agli autovelox fissi o altre situazioni capaci di esasperare i cittadini.
I sindaci hanno quindi fatto scattare l’allarme, contemporaneamente alle forze dell’ordine. Da almeno una settimana, infatti, è stata rafforzata la vigilanza nei luoghi sensibili del portogruarese. Sono la stazione ferroviaria Portogruaro Caorle, la stazione di Lison, e quella di San Stino di Livenza dove per il sistema metropolitano si fermano tutti i treni regionali, a cadenza di mezzora l’uno dall’altro.
Presìdi sono organizzati anche dalla Polizia stradale di San Donà Portogruaro, nelle aree di servizio autostradali di Calstorta nel comune trevigiano di Cessalto sulla A4 e dalla Polstrada di Palmanova a Fossalta, nell’area di servizio Fratta Sud e a Teglio Veneto, nell’area di servizio Fratta Nord.
Infine il timore delle aziende. Da un treno carico di mais, giunto a destinazione nel centro logistico Cereal Docks di Noiari a Portogruaro due mesi fa, sono spuntati due migranti siriani. Hanno detto di essersi introdotti sui carri tramoggia alla frontiera tra Serbia e Croazia. Ed è questo uno dei punti deboli della rotta balcanica, che può sfruttare anche la corruzione di chiunque lavora alle stazioni dell’Est più periferiche.
Alla Cereal Docks negli ultimi tempi c’è un filo diretto tra l’azienda e la Polizia ferroviaria di Portogruaro, chiamata a presidiare le linee ferrate che collegano la stazione portogruarese a Treviso, Mestre e Trieste, ma anche alle aziende del centro logistico, di cui anche la Cereal Docks fa parte. La tragedia di Cutro dimostra che a spostarsi da qui ai prossimi anni saranno sempre più masse di giovanissimi e di donne provenienti dall’Afghanistan.
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