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Devastante incendio alla “SuperBeton”. Ecco chi sono le persone sotto inchiesta

La procura ha chiuso le indagini per il rogo del settembre 2019: indagato anche il patron dell’azienda Roberto Grigolin

Marco Filippi
2 minuti di lettura

L’imprenditore Roberto Grigolin, il giorno del rogo, a colloquio con la sindaca Vincenza Scarpa, a destra l’ala dello stabilimento della SuperBeton che andò a fuoco nella notte del 26 settembre 2019
 

 

Fu la mancata rimozione delle pinze di una saldatrice e di alcuni morsetti collegati a un’autobetoniera, dove era stato effettuato un lavoro di saldatura, a scatenare il furioso incendio che, a fine settembre 2019, distrusse completamente un’ala dello stabilimento della SuperBeton di Susegana.

L’inizio del rogo e le cause

Ne conseguì che i circuiti dell’autobetoniera furono sottoposti per ore a correnti di gran lunga superiori ai limiti del normale funzionamento, provocando così un surriscaldamento e un successivo corto circuito del mezzo.

Dall’officina partì, dunque, il rogo che, secondo gli investigatori, «a causa dell’improvvida gestione degli spazi», si propagò rapidamente al deposito di colori e vernici, per la presenza nelle vicinanze di fusti pieni di olio motore esausto ed altri materiali infiammabili.

Le indagini

Dopo tre anni e mezzo d’indagine, la procura della Repubblica ha chiuso l’inchiesta sullo spaventoso incendio che con un’immensa nuvola nera sorprese, all’alba del 26 settembre 2019, i cittadini di Susegana e si appresta a chiedere il processo di cinque persone con l’accusa di incendio colposo aggravato.

Pesantissime le contestazioni del pubblico ministero, titolare dell’inchiesta, che parla senza mezzi termini di negligenza, imprudenza e imperizia e nell’inosservanza del regolamento che disciplina la prevenzione degli incendi e del decreto legislativo che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.

Gli indagati

Sotto inchiesta, a vario titolo, sono finiti l’imprenditore Roberto Grigolin, 68 anni di Susegana, patron della SuperBeton spa,.

Doriano Dal Poz, 74 anni di Susegana, libero professionista con mansione di coordinatore della manutenzione e riparazione dei mezzi della SuperBeton spa.

Renato Menegazzi, 54 anni di Marghera, amministratore unico della M.T.E., l’azienda appaltatrice incaricata alla manutenzioni meccaniche e ai lavori di carpenteria meccanica dei mezzi della SuperBeton.

Manuel Gatto, 41 anni di Carbonera, socio e referente per gli operatori della M.T.E. alla SuperBeton.

Alfio Antoniolli, 61 anni di Carbonera, operatore esterno, dipendente della M.T.E..

Le conclusioni degli investigatori

Ma cosa successe quel giorno d’autunno di tre anni fa? Per la procura vi fu una serie di negligenze, attestate da vigili del fuoco, tecnici dello Spisal e carabinieri, che si sarebbero benissimo potuto evitare.

Tutto parte da un lavoro di saldatura di alcune eliche interne al tamburo, per la miscelazione del calcestruzzo, installato in un’autobetoniera, in un locale, adibito a officina meccanica, privo dell’autorizzazione prevista dalla normativa antincendio.

Inoltre, sempre in base all’indagine, l’intervento di saldatura avvenne “con procedure operative errate, carenti, inadeguate e manifestatamente negligenti”.

In altre parole, nel pomeriggio del 25 settembre, secondo la procura, “l’intervento veniva interrotto senza rimozione degli attrezzi, lo spegnimento della saldatrice veniva effettuato senza rimuovere le pinze di saldatura e quindi lasciando l’autobetoniera collegata ai morsetti, senza staccare la saldatrice dalla tensione di rete - anche se spenta - con rimozione del circuito soppressore di corrente “snubber” posto dall’operatore a protezione di centraline e batteria”.

Spazi sbagliati e conseguenze

La conseguenza di questo comportamento, contestato dalla procura, fu che “i circuiti dell’autobetoniera vennero sottoposti per ore a correnti molto superiori ai limiti di normale funzionamento con surriscaldamento e successivo corto circuito che generava un incendio che, a causa dell’improvvida gestione degli spazi, si propagava rapidamente”.

Per “improvvida gestione degli spazi”, la procura intende il fatto che, vicino alla betoniera in riparazione, i vigili del fuoco, a incendio spento, dopo 10 ore di lavoro, 12 mezzi impiegati e 15 uomini sul posto, furono trovati un fusto da 200 litri di olio esausto e due da 25 litri, ed altri materiali infiammabili.

Non solo. Gli investigatori, in base alle indagini, accertarono anche abusi edilizi che avrebbero contribuito “al propagarsi delle fiamme a parte dell’officina e a parte dell’adiacente deposito di colori e vernici, nella zona sud dello stabile, utilizzato dalla ditta Fornaci Calce Grigolin spa, causando gravi danni sia ai materiali depositati sia alla struttura, rendendoli irrecuperabili”.

Quello che è più grave è che, secondo l’accusa, l’operaio che effettuò la saldatura sarebbe stato “privo del patentino di saldatore”.

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