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Tragedia di Gorgo, indagati per omicidio i due ragazzi alla guida: tutti i lati oscuri dell’incidente

I conducenti di Bmw e Polo sotto inchiesta per la morte di Eralda e Barbara: nessuna contestazione di omissione di soccorso. Una perizia chiarirà i lati oscuri dell’incidente, al vaglio la traiettoria dei due veicoli

Marco Filippi
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

I troppi lati oscuri della tragedia di Gorgo che nella notte tra sabato 4 e domenica 5 marzo  è costata la vita a Eralda Spahillari, 19 anni di Ponte di Piave, e Barbara Brotto, 17 anni di Oderzo, saranno chiariti da una perizia dinamica che dovrà stabilire velocità, traiettoria e punti di contatto della Bmw 420 e della Volkswagen Polo lungo via Sant’Antonino a Gorgo. Una perizia che parte con una certezza.

Le due auto viaggiavano entrambe nella stessa direzione, verso Oderzo, e la Bmw, guidata da Mikele Tatani, 19 anni di Pravisdomini, stava superando la Polo condotta da Gezim Qerosi, 18 anni di Annone Veneto. I due giovani di origine albanese sono formalmente indagati per omicidio stradale. «Un atto dovuto - precisa il procuratore Marco Martani - a garanzia dei due conducenti in attesa che una perizia cinematica chiarisca quanto successo nella notte della tragedia».

La perizia

Un’altra certezza da cui partiranno i consulenti di parte è quella del contatto tra le due macchine. La Bmw era in fase di sorpasso, in un tratto delimitato da una riga continua di mezzeria e dal limite di 50 chilometri orari. Sulla parte anteriore sinistra della Polo ci sono degli strisci, un evidente segno di contatto con la Bmw.

Ma come si è arrivati a quel contatto, non violento, tra i due veicoli che ha fatto deviare poi la traiettoria della Bmw contro il tronco del platano sul lato sinistro della strada? È stata la Polo a scartare leggermente verso sinistra, mentre la Bmw la stava superando o è stato il bolide, guidato da Tatani, a stringere verso destra l’auto guidata da Qerosi? Ecco, su questo aspetto dovrà fare luce la perizia disposta dal pubblico ministero di turno Gabriella Cama.

Il giallo dell’allarme

I quattro giovani che viaggiavano a bordo della Polo, Qerosi e tre ragazze della zona, tutte sotto i 20 anni, dopo essersi fermati, sono ripartiti verso Oderzo. I carabinieri li hanno trovati e identificati a casa dopo che una delle ragazze che viaggiavano a bordo della Polo è stata identificata come quella che ha lanciato l’allarme al 118. Ma perché non rimanere sul posto almeno fino all’arrivo dei soccorritori? È questo un altro punto che i giovani hanno già informalmente spiegato ai carabinieri.

Per il momento, l’inchiesta per omissione di soccorso rimane tale soltanto a livello ipotetico. Solo al termine della perizia dinamica la procura deciderà se procedere anche per questo reato, oltre a quello di duplice omicidio stradale, contestato a Tatani e Querosi. Di certo c’è che, se si dovesse procedere anche per omissione di soccorso, l’unico a rischiare quest’accusa è il conducente della Polo.

L’alcostest

Gli inquirenti hanno già informalmente in mano gli esiti degli alcoltest a cui sono stati sottoposti gli autisti delle due macchine coinvolte nella tragedia di Gorgo. Se per Tatani l’esito è importante, quello di Qerosi sarebbe quasi ininfluente a livello d’indagine proprio perché il giovane è stato rintracciato dai militari della tenenza di Oderzo e della stazione di Motta soltanto qualche ora dopo l’incidente. Tutti coloro che conoscono i due ragazzi tendono a escludere la possibilità che viaggiassero sotto effetto di sostanze alcoliche. Ma è chiaro che solo un riscontro oggettivo potrebbe fugare qualsiasi dubbio.

Niente autopsia

È probabile che nella giornata di oggi la procura darà il nulla osta per la sepoltura delle due ragazze.

Le salme di Eralda e Barbara fino al tardo pomeriggio di martedì 7 marzo erano ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria all'obitorio di Oderzo e lo stesso parroco della frazione di Rustignè, don Angelo Pavan, dove Barbara risiedeva con la madre, non ha indicazioni su quando potrà essere svolto il funerale.

«Sono stato già a visitare la madre - ha detto il sacerdote - e non ci sono parole per descrivere il suo stato d'animo. Per questi ragazzi adesso non possiamo che pregare».

Rimangono infatti ancora gravissime le condizioni degli altri due ragazzi che viaggiavano sulla Bmw che si è schiantata contro il platano. Mikele Tatani è ricoverato in rianimazione a Treviso mentre Daniel Castelli, 18 anni di Motta di Livenza è all’Angelo di Mestre. Le condizioni di quest’ultimo sono disperate.

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