Sarr, da Oderzo alla conquista del Barça: «Così i sogni possono diventare realtà»
Basket, è opitergino il giovane fenomeno che sta incantando nella Masìa. Jasikevicius: «Ha tanto talento nonostante abbia solo 16 anni»
Pietro Nalesso
Da Lutrano a Barcellona, sognando l’Nba. Dame Sarr è uno dei prospetti più fulgidi del basket italiano: classe 2006, figlio di madre e padre senegalesi, è cresciuto cestisticamente a Oderzo, giocando nel settore giovanile della Calorflex prima di trasferirsi all’età di 13 anni nel vivaio dell’Orange1 Bassano.
In estate, dopo aver giocato un Europeo U16 strepitoso con la maglia azzurra, alla porta di Dame hanno bussato diverse grandi realtà del basket continentale: tra Lituania, Germania e Spagna ha scelto di trasferirsi in un’altra penisola, quella iberica, per sposare il progetto blaugrana nella Masìa, la casa dei talenti della polisportiva del Barcellona.
Sarr coniuga il percorso accademico a quello sportivo in una delle società migliori al mondo. La mattina si allena (spesso affianco ai vari Mirotic, Kalinic e Satoransky) e il pomeriggio frequenta il liceo linguistico. Lo chiamano “un chico encantador” (un ragazzo meraviglioso), ma con quelle qualità lì tutti i soprannomi valgono: guardia di un metro e 96 centimetri (e mica ha finito di crescere...), atletico, splendido tiratore (soprattutto da 3, è al 40% con la Nazionale) e passatore.
Con l’Italbasket di Giuseppe Mangone ha viaggiato a 14 punti di media ad Euro U16, portando gli azzurrini al sesto posto nella competizione. Lo scorso 23 gennaio, il mitico coach Sarunas Jasikevicius lo ha aggregato alla prima squadra e lo ha fatto debuttare in occasione della gara contro Bilbao, mettendolo in campo negli ultimi 24 secondi.
«Un momento indimenticabile, i sogni diventano realtà», ha scritto su Instagram. A 16 anni 7 mesi e 18 giorni è diventato il secondo esordiente più giovane di sempre nella Liga Endesa nella storia del Barça Basket.
«Ha tanto talento nonostante abbia solo 16 anni, verrà aggregato spesso al nostro gruppo e magari avrà occasione di giocare ancora», ha dichiarato Jasikevicius. Attenzione ai vari record di precocità, perché non è finita qui: se Jasikevicius dovesse scegliere di farlo giocare anche in Eurolega diventerebbe il più giovane debuttante europeo di tutti i tempi con la casacca del Barcellona. Il sogno (manco a dirlo) si chiama Nba, ma Dame sta vagliando la possibilità di trasferirsi al college dopo il liceo per giocare nella Ncaa.
È ancora troppo presto forse, ma il direttore sportivo dell’Oderzo Basket, Tiziano Filippozzi, non ha dubbi sul suo conto: «È entrato nel nostro settore giovanile quando aveva 5 anni, il suo potenziale lo si percepiva notando una caratteristica in particolare: comprendeva il gioco prima di tutti ed eseguiva perfettamente tutte le istruzioni che gli davano i suoi allenatori, superando anche le aspettative. Solo i grandi dello sport hanno questa qualità».
Anche coach Paolo Lorenzon ha visto crescere Dame da vicino: «Io e coach Gabriele Bardella rimanevamo estasiati dal suo livello di attenzione negli allenamenti. Sempre concentrato, sempre voglioso di migliorare, ci domandava spesso cosa poteva fare di meglio in campo per crescere. Solo un ragazzino su 50 ha queste caratteristiche. In campo, chiaramente, ci trascinava con le sue giocate anche in tornei nazionali, tra cui il prestigioso Guidelli di Arezzo che abbiamo vinto. Non ha mai avuto alcun atteggiamento sopra le righe nei confronti dei suoi compagni, anzi, era socievole con tutti».
Ma c’è un altro Sarr che porta l’eredità di Dame a Oderzo: «Il fratellino del 2010, Sidy, gioca con noi, abbiamo rapporti costanti con la famiglia tuttora. Spesso offrivamo un supporto ai genitori con il trasporto tra allenamenti o partite per portare Dame con noi. Ora Sidy gioca con la nostra U13 elite proprio come ha fatto il fratello maggiore, anche lui promette bene».
Sarr ha frequentato le elementari a Fontanelle ed è rimasto nella Marca fino alla seconda media. Qui ha piantato le sue radici anche a livello di rapporti personali e quando torna sembra che non sia cambiato (quasi) nulla: «In una sola estate è cresciuto di 23 centimetri, quando lo rivedo è sempre più alto e scherziamo con lui su questo», ha raccontato l’amico ed ex-compagno Thomas Battistella. «È tornato qui per festeggiare il Capodanno, durante la serata si è contenuto a dovere come fanno i veri professionisti. Ora la sua vita a Barcellona è diversa: allenamento la mattina e scuola il pomeriggio, l’opposto rispetto a quanto faceva qui, dopo qualche settimana mi ha raccontato di essersi abituato alla nuova routine perché riesce a riposare di più in vista del giorno dopo. Lo sento spesso, in prima squadra con il Barça è stato accolto dai veterani e Cory Higgins lo ha preso sotto la sua ala. In campo è spaziale, vede tutto con 20 secondi di anticipo e tra i suoi idoli c’è Kevin Durant (che recentemente è stato scambiato da Brooklyn ai Phoenix Suns, ndr)».
Ma la palla da basket è sempre sotto il braccio di Dame: «D’estate è sempre al campetto, solitamente organizziamo una rimpatriata per giocare con lui», ha rivelato Jacopo Filippozzi, compagno di Sarr per 8 anni a Oderzo. «Ci sentiamo spesso tramite i social, gli mando qualche notizia su di lui per scoprire qualcosa in più e fargli i complimenti. È rimasto umile come prima, non ci fa percepire la differenza tra noi e lui, tranne quando giochiamo a basket. Superata la metà campo basta passargliela e poi ci pensa lui, è fortissimo nell’uno contro uno. Da bambini ci fu una partita in cui, a risultato acquisito, segnò tirando da metà campo: a 8 anni non dovresti essere in grado di farlo, eppure certe cose sembrano non valere per lui».
Ma per Dame Sarr appare tutto normale, noi intanto lo guardiamo sbalorditi e aspettiamo di godercelo lassù, nel basket che conta. Una cosa è certa, però: uno così, a Oderzo, non lo hanno mai visto.
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