Gli sbalzi di temperatura danneggiano le api: «E il miele diminuisce»
Nell’ambito della prossima rassegna di Agrimont alla Fiera di Longarone, ApiDolomiti organizzerà un evento dedicato al cambiamento climatico e alla loro influenza sullo straordinario mondo delle api
Francesco Dal Mas
Oggi, 20 febbraio, in Valbelluna è prevista un’escursione termica di ben 17 gradi, da oltre –1, quindi sottozero, a più 16. Le api saranno tentate di uscire dall’apiario e che cosa accadrà? «Potrebbe accadere che vanno sotto stress, per il lavoro che compiono. Un’opera senza risultati, perché non ci sono ancora fioriture. La regina depone le uova, ma le api rischiano di venire uccise, sia dallo stress che dal freddo», fa sapere Luca Stefani, presidente di Apidolomiti, 700 soci e 8 mila arnie.
Nell’ambito della prossima rassegna di Agrimont alla Fiera di Longarone, ApiDolomiti organizzerà un evento dedicato ai cambiamenti climatici e alla loro influenza sullo straordinario mondo delle api. «La difficoltà a gestire l’apiario oggi è palese, direi quotidiana a seguito di questi sbalzi di temperatura. Abbiamo già riscontrato, l’anno scorso che la siccità riduce considerevolmente la produzione di miele. Quello di castagno e di tiglio, ad esempio, è stata ridottissima, proprio perché è mancata la fioritura per tempo di queste piante».
In questo periodo le api sono raccolte in alveare, dove beneficiano di una temperatura di 34 gradi di media, Si fermano, quindi non consumano. Ma se all’esterno avvertono i primi caldi, cominciano a uscire. E pertanto si stressano.
Gli apicoltori sono preoccupati. Anche perché in giro per l’Italia i dati dicono che le conseguenze sono di una produzione di miele più che dimezzata negli ultimi anni. «Quella del 2022», ricorda Coldiretti, «è stata una annata pessima; più in altre parti d’Italia che da noi.
A incidere è stato soprattutto il troppo caldo, la produzione di miele si è dimezzata, con punte dell’80%. È stata messa in pericolo la vita stessa delle api, costringendoci anche ad intervenire per aiutarle nell’alimentazione e per l’acqua».
Negli ultimi anni la media produttiva, a causa soprattutto dei cambiamenti climatici, si è notevolmente ridotta. Si è passati da una media di circa 50 kg ad alveare a un media che varia dai 5 ai 30 chili. Gli eventi estremi, con il passaggio repentino dal troppo caldo al troppo freddo nel giro di poco tempo, stanno penalizzando le api e la produzione di miele. Le fioriture in questo modo durano molto di meno, anziché un mese solo dieci giorni non dando il tempo alle api di raccogliere abbastanza nettare.
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