Caso Unabomber, lo sfogo di Pilloni, il “nome nuovo” segnalato dai carabinieri: «Io sono pulito»
Il 61enne di Gaiarine, originario di Cagliari, assicura la sua estraneità. E Lorenzo Benedetti, di Orsago, era già stato archiviato in passato
Diego Bortolotto
Due trevigiani compaiono nell’indagine sugli attentati di Unabomber. Luigi Pilloni, sessantenne di Gaiarine, è il nome nuovo finito nel fascicolo della Procura di Trieste. Lorenzo Benedetti, 51 anni di Orsago, era già stato indagato all’epoca degli attentati e venne archiviato.
Lo sfogo
Pilloni abita in un casolare in aperta campagna a Gaiarine. È il pomeriggio di mercoledì quando i cronisti lo cercano. «Io sono pulito, andate via altrimenti chiamo i carabinieri»: Luigi Pilloni è visibilmente scosso e non vuole parlare con i cronisti.
«Sono tornato dal lavoro, per favore andate via», ripete a chi gli chiede informazioni sull’indagine, «andate voi a lavorare altrove, questa è proprietà privata, adesso fotografo le targhe delle vostre auto».
E così fa, per poi barricarsi in casa. Non fornisce spiegazioni, se non quel «Io sono pulito». In quel casolare in mezzo alle campagne e tra i vigneti di Gaiarine, in via Fratelli Rosselli, vive da almeno vent’anni.
Ma quasi nessuno lo conosce, è una persona riservata. Lavora e ha una compagna, un matrimonio alle spalle. Di origini cagliaritane, in precedenza avrebbe vissuto nel Pordenonese, sembra al confine con il Veneto, dove ha dei parenti.
La tabella dei reperti con Dna
Mai coinvolto in passato
Da due mesi è finito nell’inchiesta, dopo una segnalazione agli inquirenti arrivata dal nucleo investigativo dei carabinieri di Treviso.
Una testimonianza che l’ha chiamato in causa e che si sta verificando, nessuno al momento ha fornito dettagli sulla motivazione. Anche lui dovrà comparire il prossimo 13 marzo, quando si svolgerà l’incidente probatorio insieme agli altri dieci indagati. L
ui, a differenza delle altre dieci persone, mai era stato coinvolto in passato. A distanza di quasi trent’anni dal primo esplosivo scoppiato alla Sagra degli osei di Sacile, e a sedici dall’ultimo nell’ottobre del 2007 a Zoppola, Pilloni si è trovato improvvisamente coinvolto nell’indagine.
Le testimonianze
«Non lo conosciamo, siamo rimasti basiti, l’abbiamo saputo anche noi dalla stampa» afferma il sindaco di Gaiarine, Diego Zanchetta. «Ho la massima fiducia nella magistratura, che faccia il suo corso e venga trovato il responsabile», aggiunge il primo cittadino.
In paese Luigi Pilloni non è conosciuto, mentre tra gli abitanti della zona è soprannominato “Il sardo” per le sue origini. Via Fratelli Rosselli è in un territorio dove dominano le distese di campi e vigneti, le abitazioni sono distanti l’una dall’altra.
I vicini: «Persona semplice»
«Lo conosco di vista, ma non ritengo che sia il personaggio giusto, sono perplesso. È una persona semplice, mi sembra impossibile possa essere coinvolto nel caso Unabomber», afferma Graziano Franco, abitante nelle vicinanze.
«Mi sembra strano», condivide un altro residente, Piergiorgio Rosolen. «Nel settembre del 1992 ai piedi di una vigneto qui poco distante, era stato fatto scoppiare un ordigno, dove adesso c’è il casello dell’autostrada», ricorda un gaiarinese, che ieri passeggiava nelle campagne di via Fratelli Rosselli. Ma il primo attentato attribuito a Unabomber è successivo, il 21 agosto 1994.
Tutti a Gaiarine sono rimasti sbalorditi dalla notizia, ma si fidano del loro concittadino e nessuno punta il dito. Per tutti il sindaco Zanchetta: «Sono fiducioso nella magistratura, la giustizia faccia il suo corso».
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