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Eraclea, Donadio e i fuochi d’artificio: un brindisi non bastava

I botti hanno una caratteristica: li lanci nel cielo. Così tutti, in giro, anche da lontano, possono sentirli e vederli

Fabrizio Brancoli
1 minuto di lettura

Fuochi d'artificio a Eraclea, in via Sarpi: in casa Donadio si festeggia il ritorno a casa di Luciano e del figlio (agenzia Porcile)

 

Fuochi d'artificio per celebrare la scarcerazione di Luciano Donadio, presunto boss dei Casalesi di Eraclea

Non c’è, nel codice penale, un articolo che punisca i comportamenti pacchiani, gli atti dimostrativi non sopportabili, solo esibiti. Altrimenti le carceri sarebbero ancora più sovraffollate. Anche il cattivo gusto è comunque protetto dal diritto, quindi nessuno punirà nessuno per il grottesco show pirotecnico andato in scena a Eraclea dove si è voluto festeggiare, pur senza aver vinto.

Tra pochi mesi ci sarà una sentenza su accuse gravissime: estorsioni, minacce, false fatture, sfruttamento di manodopera, in un link serio con le mafie di Casal di Principe. Se torni libero per scadenza dei termini e sei comunque in attesa di una sentenza, c’è una vistosa differenza da considerare. È la differenza tra un brindisi calmo, di umano sollievo, e una gazzarra di bòtti traccianti nella notte. Il punto è che il brindisi lo fai nel chiuso di una stanza con i parenti e gli amici; mentre i fuochi d’artificio hanno una caratteristica: li lanci nel cielo. Così tutti, in giro, anche da lontano, possono sentirli e vederli.

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